Regionali: il nuovo è possibile
22 Marzo 2023
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Regionali: il nuovo è possibile

Uno dei libri più belli di Ernest Heminguay è sulla guerra civile in Spagna, e si apre con questi versi: “non mandare mai a chiedere per chi suona la campana. Essa suona per te”.

È bene che i molisani democratici, progressisti, di sinistra – l’elenco è lunghissimo – invece ascoltino bene la campana delle ultime regionali, se vogliono sperare alle elezioni di giugno di non essere sommersi dall’onda anomala della destra. Né si facciano illusioni sulla impresentabilità della destra molisana. La destra di Storace e Batman che governava solo dieci anni fa la regione Lazio, era ed è peggiore di quella molisana.

Il presidente Fontana ha dato nel cruciale periodo del Covid pessime prove di sé, eppure è stato rieletto con il 54% . D’altronde la campana era già suonata forte alle politiche di settembre quando i molisani hanno eletto due “stranie- ri” della destra come Cesa e Lotito, che brillano più per i vizi che per le virtù.

Il voto laziale e lombardo oltre a registrare la indiscutibile vittoria della destra ci consegna un altro messaggio, ancor più inquietante, ovvero un astensionismo che va oltre il 60%, una vera e propria Caporetto della democrazia parlamentare. Noi avremo dei presidenti-governatori che sono stati eletti con poco più del 15%, degli aventi diritto, cosa che si configura come un vero e proprio sequestro della politica, della democrazia e del potere. Quella che abbiamo avuto in queste ultime elezioni regionali è una clamorosa protesta contro i partiti e la cosiddetta classe dirigente. Come è sempre stato, nel brodo della protesta contro la partitocrazia e la politica cresce rigogliosa la pianta della destra.

I primi segnali che vengono dal mondo PD e 5Stelle non sono confortanti, i personaggi in cerca d’autore sono in piena attività, vi sono più aspiranti presidenti che elettori, vi è una gran folla di candidati e di liste. Persino Ruta, uno dei più grandi esperti nelle manovre di corridoio, si è presentato in nome della Schlein alle primarie del PD, lui che con la sinistra non ha mai avuto alcuna parentela, anzi. Ma tutte le occasioni sono buone per tornare a navigare nei gruppi dirigenti e nelle liste elettorali. Questo profumo di intrigo, di clientelismo, di uso personale della politica ha nauseato la gente e gli elettori. Riportare questo popolo alla partecipazione e al voto senza un cambiamento radicale è una vana e pericolosa illusione. Continuare a discutere su terzi poli, su partiti guida, su convenienze di palazzo vuol dire aver smarrito il senso della realtà.

– Il primo suono della campana ci dice quindi  una cosa molto chiara: senza una rottura profonda con il gioco dei quattro cantoni del ceto politico progressista, la partita delle regionali molisane di giugno è già chiusa. Se non vi sarà una evidente discontinuità con i comportamenti, gli opportunismi personali, la partita elettorale è già decisa. Qualcuno, pochi potranno salvare il proprio seggio regionale, ma la regione Molise finirà ancora una volta nelle mani del Toma di turno.

– Il secondo tocco della campana ci dice una cosa altrettanto forte. Bisogna lasciare la vecchia strada della insalata russa, di programmi acchiappa voti, buoni per le clientele e per gli amici, ma disastrosi e dannosi per il futuro della nostra regione e per il destino dei nostri giovani. Continuando così, in pochi anni il Molise sarà una regione virtuale, inconsistente socialmente e demograficamente senza futuro. È decisivo un progetto che faccia della sostenibilità il cuore dell’economia, della organizzazione sociale e dell’ambiente. Una strategia che abbia al centro l’innovazione e le energie rinnovabili, lo sviluppo sostenibile e l’equità sociale.

– “Molise emissioni zero” non è solo una scelta per contrastare la tragedia del cambiamento climatico, ma anche la stella polare per aprire nuove vie allo sviluppo e dare valore all’ambiente e al territorio. La transizione ecologica e quella sociale, come sostiene anche papa Francesco nell’ enciclica Laudato si, sono un solo movimento, sono una sola cosa. Le comunità energetiche, il parco eolico al largo di Termoli, la Gigafactory Stellantis, un’agricoltura biologica e di qualità, la cultura e il turismo lento, la salute dei cittadini e della natura, la rinascita delle zone interne e la mobilità dolce sono solo le prime lettere dell’alfabeto, i titoli di un progetto e di un programma che deve rompere con le consuetudini di programmi senza anima e senza contenuti, e aprire nuovi percorsi al futuro.

– Infine – ed è il terzo ammonimento della campana- partiti, soggetti, movimenti e quanti ritengono di appartenere al campo democratico, progressista e di sinistra escano dalla trincea dei tatticismi e delle presunte convenienze politiche, sposino con trasparenza la linea della discontinuità con il passato, costruiscano un programma di innovazione e di cambiamento con i cittadini. Non è certo, ma su questa strada si può riaprire la partita, cambiare l’ordine dei fattori in politica può mutare il risultato finale. Mettere al primo posto i princìpi, il progetto, il costume virtuoso della politica non è un’opzione, è una scelta obbligata, se si vuole immaginare una nuova stagione e dare un futuro alla nostra regione.☺

 

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