romero  di Lina D’Incecco
27 Aprile 2012 Share

romero di Lina D’Incecco

 

Minuscolo, incastonato nell’Istmo

un paese ricco di umanità, di colore

El Salvador sconvolto da guerriglia.

La terra ne era la causa:

meticci contro latifondisti.

Semi di giustizia germogliati

nei cuori incolti dei campesinos

che chiedevano diritti.

Atroce la repressione.

La squadra della morte

bagnava di sangue le piazze.

Figli desaparecidos, madri disperate.

Lui, don Romero, era il Pastore,

viveva il Vangelo con la sua gente.

Denunciava i soprusi.

Chiedeva riforme, liberazione.

Il suo monito scudiscio al potere,

scandalo alla Chiesa.

Lo sguardo bieco dei padroni

tramava la sua morte.

Così è stato.

Un giorno sull’altare, all’Elevazione

lo hanno colpito.

Oh! campesinos che piangete Romero

colui che ha nutrito i vostri cuori

e si è fatto garante,

non temete. Egli è con voi

nei campi, nelle piantagioni.

Insieme nel tempo di festa, di lamento.

Si è immolato per il suo paese.

Ora risorge nei vostri cuori.

“Hay que esperar” vi dice ancora.

Balsamo al vostro giorno

il suo ricordo.                                          

Lina D’Incecco

 

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