Mentre mi accingo a scrivere i segretari dell’Unione e gli eletti del centro sinistra sono in riunione per definire la strategia di come fare opposizione.
In qualsiasi sistema democratico l’opposizione deve svolgere ruolo e funzione di stimolo, ma soprattutto di verifica per il rispetto delle regole. Non significa fare opposizione dura, intransigente, come da alcune parti ho letto. Se il rispetto delle regole comporta assumere atteggiamenti decisi, bene bisogna farlo.
Nella passata legislatura troppe volte abbiamo dato la sensazione di essere accomodanti, quasi compartecipi delle scelte, poi contestate. Non paga il consociativismo dei tempi passati.
Se è vero che ci sono ipotesi di ineleggibilità per il presidente, la questione va sollevata nella prima seduta di Consiglio Regionale. Così come se gli atti assunti dal 3 ottobre in poi violano la sentenza della Corte d’Appello di Campobasso o lo Statuto Regionale, l’opposizione deve denunciare le questioni all’opinione pubblica e agli organi di competenza. Questo e non altri è il ruolo dell’opposizione che intende, per il futuro, candidarsi al Governo della Regione.
Troppe volte, per egoismo, per falso quieto vivere o per mera opportunità, rinunciamo ad esercitare il nostro ruolo e ci nascondiamo dietro le quinte. E’ un vezzo, ahimè, che sta colpendo anche il clero (mi perdoni don Antonio): pochi in prima linea sulle problematiche sociali, molti ad osannare il politico o l’uomo di potere di turno. Proprio per questa situazione generale, di affievolimento nell’impegno sociale, ha destato molta attenzione la presa di posizione di Mons. Forte, vescovo di Chieti-Vasto, sul tema dell’evasione fiscale, definito un vero e proprio peccato. Quanti sacerdoti avranno il coraggio e la determinazione, nel periodo natalizio, dinanzi ai potentati che ostenteranno la loro ricchezza, di denunciare lo sfruttamento dei lavoratori e l’indebito arricchimento loro, anche a danno dello Stato?
Se la Chiesa non può sottacere una piaga così estesa nel tessuto sociale, il Governo deve lottare contro l’evasione fiscale ponendo una pietra tombale sui condoni, che sono sintomo di immoralità.
I cattolici, oggi più che mai, devono far emergere tutte le contraddizioni del modello di sviluppo imposto dai governi a trazione liberista, che ha minato la struttura comunitaria e la libertà individuale: chi non paga le tasse o falsifica bilanci non solo commette reato (rectius commetteva reato visto che Berlusconi si è autoregalato la legge sul condono per il falso in bilancio), ma commette peccato.
Il miglior regalo di Natale: lavorare per superare le disuguaglianze, ridare ai più disagiati quanto è stato loro sottratto da chi si è arricchito violando le leggi, anche non pagando le tasse. L’auspicio che anche il clero raccolga l’invito e nelle omelie tocchi questo punto, che non è secondario per la formazione e la crescita del cittadino e del cattolico.
Fervidissimi auguri. ☺
Mentre mi accingo a scrivere i segretari dell’Unione e gli eletti del centro sinistra sono in riunione per definire la strategia di come fare opposizione.
In qualsiasi sistema democratico l’opposizione deve svolgere ruolo e funzione di stimolo, ma soprattutto di verifica per il rispetto delle regole. Non significa fare opposizione dura, intransigente, come da alcune parti ho letto. Se il rispetto delle regole comporta assumere atteggiamenti decisi, bene bisogna farlo.
Nella passata legislatura troppe volte abbiamo dato la sensazione di essere accomodanti, quasi compartecipi delle scelte, poi contestate. Non paga il consociativismo dei tempi passati.
Se è vero che ci sono ipotesi di ineleggibilità per il presidente, la questione va sollevata nella prima seduta di Consiglio Regionale. Così come se gli atti assunti dal 3 ottobre in poi violano la sentenza della Corte d’Appello di Campobasso o lo Statuto Regionale, l’opposizione deve denunciare le questioni all’opinione pubblica e agli organi di competenza. Questo e non altri è il ruolo dell’opposizione che intende, per il futuro, candidarsi al Governo della Regione.
Troppe volte, per egoismo, per falso quieto vivere o per mera opportunità, rinunciamo ad esercitare il nostro ruolo e ci nascondiamo dietro le quinte. E’ un vezzo, ahimè, che sta colpendo anche il clero (mi perdoni don Antonio): pochi in prima linea sulle problematiche sociali, molti ad osannare il politico o l’uomo di potere di turno. Proprio per questa situazione generale, di affievolimento nell’impegno sociale, ha destato molta attenzione la presa di posizione di Mons. Forte, vescovo di Chieti-Vasto, sul tema dell’evasione fiscale, definito un vero e proprio peccato. Quanti sacerdoti avranno il coraggio e la determinazione, nel periodo natalizio, dinanzi ai potentati che ostenteranno la loro ricchezza, di denunciare lo sfruttamento dei lavoratori e l’indebito arricchimento loro, anche a danno dello Stato?
Se la Chiesa non può sottacere una piaga così estesa nel tessuto sociale, il Governo deve lottare contro l’evasione fiscale ponendo una pietra tombale sui condoni, che sono sintomo di immoralità.
I cattolici, oggi più che mai, devono far emergere tutte le contraddizioni del modello di sviluppo imposto dai governi a trazione liberista, che ha minato la struttura comunitaria e la libertà individuale: chi non paga le tasse o falsifica bilanci non solo commette reato (rectius commetteva reato visto che Berlusconi si è autoregalato la legge sul condono per il falso in bilancio), ma commette peccato.
Il miglior regalo di Natale: lavorare per superare le disuguaglianze, ridare ai più disagiati quanto è stato loro sottratto da chi si è arricchito violando le leggi, anche non pagando le tasse. L’auspicio che anche il clero raccolga l’invito e nelle omelie tocchi questo punto, che non è secondario per la formazione e la crescita del cittadino e del cattolico.
Mentre mi accingo a scrivere i segretari dell’Unione e gli eletti del centro sinistra sono in riunione per definire la strategia di come fare opposizione.
In qualsiasi sistema democratico l’opposizione deve svolgere ruolo e funzione di stimolo, ma soprattutto di verifica per il rispetto delle regole. Non significa fare opposizione dura, intransigente, come da alcune parti ho letto. Se il rispetto delle regole comporta assumere atteggiamenti decisi, bene bisogna farlo.
Nella passata legislatura troppe volte abbiamo dato la sensazione di essere accomodanti, quasi compartecipi delle scelte, poi contestate. Non paga il consociativismo dei tempi passati.
Se è vero che ci sono ipotesi di ineleggibilità per il presidente, la questione va sollevata nella prima seduta di Consiglio Regionale. Così come se gli atti assunti dal 3 ottobre in poi violano la sentenza della Corte d’Appello di Campobasso o lo Statuto Regionale, l’opposizione deve denunciare le questioni all’opinione pubblica e agli organi di competenza. Questo e non altri è il ruolo dell’opposizione che intende, per il futuro, candidarsi al Governo della Regione.
Troppe volte, per egoismo, per falso quieto vivere o per mera opportunità, rinunciamo ad esercitare il nostro ruolo e ci nascondiamo dietro le quinte. E’ un vezzo, ahimè, che sta colpendo anche il clero (mi perdoni don Antonio): pochi in prima linea sulle problematiche sociali, molti ad osannare il politico o l’uomo di potere di turno. Proprio per questa situazione generale, di affievolimento nell’impegno sociale, ha destato molta attenzione la presa di posizione di Mons. Forte, vescovo di Chieti-Vasto, sul tema dell’evasione fiscale, definito un vero e proprio peccato. Quanti sacerdoti avranno il coraggio e la determinazione, nel periodo natalizio, dinanzi ai potentati che ostenteranno la loro ricchezza, di denunciare lo sfruttamento dei lavoratori e l’indebito arricchimento loro, anche a danno dello Stato?
Se la Chiesa non può sottacere una piaga così estesa nel tessuto sociale, il Governo deve lottare contro l’evasione fiscale ponendo una pietra tombale sui condoni, che sono sintomo di immoralità.
I cattolici, oggi più che mai, devono far emergere tutte le contraddizioni del modello di sviluppo imposto dai governi a trazione liberista, che ha minato la struttura comunitaria e la libertà individuale: chi non paga le tasse o falsifica bilanci non solo commette reato (rectius commetteva reato visto che Berlusconi si è autoregalato la legge sul condono per il falso in bilancio), ma commette peccato.
Il miglior regalo di Natale: lavorare per superare le disuguaglianze, ridare ai più disagiati quanto è stato loro sottratto da chi si è arricchito violando le leggi, anche non pagando le tasse. L’auspicio che anche il clero raccolga l’invito e nelle omelie tocchi questo punto, che non è secondario per la formazione e la crescita del cittadino e del cattolico.
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