scegliere
Credo che sempre bisogna continuare a fare nel quotidiano la scelta dell’amore, dell’amare… sciogliendo ogni durezza e continuando, nella ricerca di possibilità, anche quelle più nascoste. Scegliere, mi è sempre piaciuta questa parola perché: amare è scegliere. Scegliersi per facilitare lo stare insieme, per potersi incontrare, per permettere ogni movimento. Ma questo scegliersi è anche lo scoglio duro contro cui sbatte il nostro io, un io spesso gonfiato, incapace di vedere gli altri e il loro vero volto, incapace di vedere e accogliere il tu, il noi, il tutti. Eppure se davvero credessimo all’amore così, se davvero credessimo alla straordinaria bellezza e alla straordinaria potenza di questo amore che ci fa passare dall’io al noi al tutti, saremmo sicuramente più felici e… avremmo un mondo, più bello.
A tal riguardo mi sono lasciato incuriosire da quell’etica sudafricana che si focalizza sulle relazioni tra le persone (mi pare si chiami ubuntu) e che così dice: “Io sono ciò che sono in virtù di ciò che tutti siamo. Io sono perché noi siamo. Ciò che faccio di bene o di male all’altro ricade su tutti”. È questa una forte spinta ideale verso l’altro, verso l’umanità intera, un desiderio profondo che deve esortare a sostenersi e ad aiutarsi reciprocamente, a prendere coscienza di diritti e doveri. È questa la strada da intraprendere sempre e nuovamente come piccolo gruppo, ma anche come umanità tutta. Perché solo chi sa di non bastare a se stesso si lascia guidare da quell’amore che ha sempre una visione originale, vitale e dinamica, aperta a felici possibilità (dicevamo prima anche le più nascoste). Perché: “Solo chi ama, non alza muri e ricerca sempre il dialogo” (papa Francesco).
Vale proprio la pena chiederci allora, quanto amore, quanto tempo, quanta generosità concreta (scelta) racconta la nostra vita e… voi: “non fate caso a me. Io vengo da un altro pianeta. Io ancora vedo orizzonti dove altri disegnano confini” (Frida Kahlo).☺
