Anche quest’anno ci sono state critiche in occasione della giornata della memoria. Alcuni, tra opinionisti e giornalisti, hanno addirittura affermato che la giornata della memoria è ormai inutile. Inutile piuttosto è quest’assurda affermazione! Ricordare, interiorizzare gli avvenimenti, non è mai superfluo, è sempre necessario, è un vero e proprio lavoro nel quale bisogna investire sempre nuove energie.
Il giorno della memoria designato dalla risoluzione 60/7 del 2005 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è giovane ma presenta già evidenti segni di cedimento. Il più importante è senz’altro la facilità con cui nel corso del tempo si è trascurata la capacità di massa di fare del male. Ricordare le vittime, sei milioni di persone, ebrei, disabili, omosessuali, testimoni di Geova, “zingari” e le atrocità che queste persone hanno subìto, è d’obbligo. Ma quel che è ancora più urgente è rendersi conto che quelle atrocità sono state commesse in larga scala da persone, proprio come noi. Persone gonfiate di facile ideale che si percepivano come diverse dagli altri, come superiori che dovevano inoculare la verità al mondo. Migliaia e migliaia di persone, giovani e vecchi, donne e uomini, che non si sono ribellati, ma si sono macchiati del sangue degli innocenti. Ecco a cosa serve la memoria: a ricordarci che se questo è successo una volta può succedere ancora, che la banalità del male è a portata di mano, che possiamo diventare tutti carnefici con gli occhi insanguinati che non si ribellano e ripropongono quello che è già accaduto.
In questo senso la giornata della memoria ha fallito. “E i Grandi Campi, i Campi d’oggi/coi fiorellini di plastica sotto il neon Democrazia? Auschwitz sta figliando nel mondo,/non sentite l’odore del fumo?/ i figli, pur diversi, gli assomigliano”. Un libro profondo quello di Danilo Dolci, che nel 1971, constatando il riemergere dei fascismi in tutta Europa, si rifugia ad Auschwitz e lì scrive Non sentite l’odore del fumo?
Non sentite l’odore dei corpi del settimo milione di ebrei, quelli che sono stati selezionati e uccisi dalle vittime, dagli ebrei stessi che a partire dalla seconda guerra mondiale hanno tentato di raggiungere la terra promessa e di stabilirvi l’uomo nuovo? Non sentite l’odore del sangue dei palestinesi sottoposti a genocidio? Non sentite l’odore dei 260.000 morti siriani e dei 4 milioni di profughi causati dal conflitto? Non sentite l’odore dei corpi delle bambine e delle donne stuprate dai membri dell’Isis armato dalla Turchia e dalla NATO? E l’odore delle teste tagliate non lo sentite? Non sentite l’odore del fumo delle 60 persone bruciate dai soldati turchi nella città di Czire in Kurdistan? Non sentite l’odore dei corpi dei kurdi lasciati a marcire nelle strade, ammazzati perché oppositori del disegno di allargamento della Turchia che, complice dell’Isis, vende petrolio all’Europa? Non sentire l’odore dei corpi dei bambini a cui Boko Haram dà fuoco in Nigeria? Non sentite l’odore delle violenze di Al Shabaab? Non sentite l’odore delle armi che proliferano in seguito agli attentati di Parigi, armi utilizzate per fare nuove vittime, che moriranno nel freddo, di stenti e di fame, tra le bombe e senza aiuti umanitari? Non sentite l’odore dei morti in mare? E dei profughi affamati e assetati, torturati e stuprati durante il tragitto verso la speranza? Non sentite l’odore delle lacrime degli immigrati che fanno spesso il tragitto da Rotello a Campobasso? Non sentite l’odore di marcio che abbiamo dentro noi, i nuovi nazisti carnefici e indifferenti?
Lo sentite o no l’odore insopportabile del fumo? L
Anche quest’anno ci sono state critiche in occasione della giornata della memoria. Alcuni, tra opinionisti e giornalisti, hanno addirittura affermato che la giornata della memoria è ormai inutile. Inutile piuttosto è quest’assurda affermazione! Ricordare, interiorizzare gli avvenimenti, non è mai superfluo, è sempre necessario, è un vero e proprio lavoro nel quale bisogna investire sempre nuove energie.
Il giorno della memoria designato dalla risoluzione 60/7 del 2005 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è giovane ma presenta già evidenti segni di cedimento. Il più importante è senz’altro la facilità con cui nel corso del tempo si è trascurata la capacità di massa di fare del male. Ricordare le vittime, sei milioni di persone, ebrei, disabili, omosessuali, testimoni di Geova, “zingari” e le atrocità che queste persone hanno subìto, è d’obbligo. Ma quel che è ancora più urgente è rendersi conto che quelle atrocità sono state commesse in larga scala da persone, proprio come noi. Persone gonfiate di facile ideale che si percepivano come diverse dagli altri, come superiori che dovevano inoculare la verità al mondo. Migliaia e migliaia di persone, giovani e vecchi, donne e uomini, che non si sono ribellati, ma si sono macchiati del sangue degli innocenti. Ecco a cosa serve la memoria: a ricordarci che se questo è successo una volta può succedere ancora, che la banalità del male è a portata di mano, che possiamo diventare tutti carnefici con gli occhi insanguinati che non si ribellano e ripropongono quello che è già accaduto.
In questo senso la giornata della memoria ha fallito. “E i Grandi Campi, i Campi d’oggi/coi fiorellini di plastica sotto il neon Democrazia? Auschwitz sta figliando nel mondo,/non sentite l’odore del fumo?/ i figli, pur diversi, gli assomigliano”. Un libro profondo quello di Danilo Dolci, che nel 1971, constatando il riemergere dei fascismi in tutta Europa, si rifugia ad Auschwitz e lì scrive Non sentite l’odore del fumo?
Non sentite l’odore dei corpi del settimo milione di ebrei, quelli che sono stati selezionati e uccisi dalle vittime, dagli ebrei stessi che a partire dalla seconda guerra mondiale hanno tentato di raggiungere la terra promessa e di stabilirvi l’uomo nuovo? Non sentite l’odore del sangue dei palestinesi sottoposti a genocidio? Non sentite l’odore dei 260.000 morti siriani e dei 4 milioni di profughi causati dal conflitto? Non sentite l’odore dei corpi delle bambine e delle donne stuprate dai membri dell’Isis armato dalla Turchia e dalla NATO? E l’odore delle teste tagliate non lo sentite? Non sentite l’odore del fumo delle 60 persone bruciate dai soldati turchi nella città di Czire in Kurdistan? Non sentite l’odore dei corpi dei kurdi lasciati a marcire nelle strade, ammazzati perché oppositori del disegno di allargamento della Turchia che, complice dell’Isis, vende petrolio all’Europa? Non sentire l’odore dei corpi dei bambini a cui Boko Haram dà fuoco in Nigeria? Non sentite l’odore delle violenze di Al Shabaab? Non sentite l’odore delle armi che proliferano in seguito agli attentati di Parigi, armi utilizzate per fare nuove vittime, che moriranno nel freddo, di stenti e di fame, tra le bombe e senza aiuti umanitari? Non sentite l’odore dei morti in mare? E dei profughi affamati e assetati, torturati e stuprati durante il tragitto verso la speranza? Non sentite l’odore delle lacrime degli immigrati che fanno spesso il tragitto da Rotello a Campobasso? Non sentite l’odore di marcio che abbiamo dentro noi, i nuovi nazisti carnefici e indifferenti?
Lo sentite o no l’odore insopportabile del fumo? L
Il giorno della memoria designato dalla risoluzione 60/7 del 2005 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è giovane ma presenta già evidenti segni di cedimento. Il più importante è senz’altro la facilità con cui nel corso del tempo si è trascurata la capacità di massa di fare del male.
Anche quest’anno ci sono state critiche in occasione della giornata della memoria. Alcuni, tra opinionisti e giornalisti, hanno addirittura affermato che la giornata della memoria è ormai inutile. Inutile piuttosto è quest’assurda affermazione! Ricordare, interiorizzare gli avvenimenti, non è mai superfluo, è sempre necessario, è un vero e proprio lavoro nel quale bisogna investire sempre nuove energie.
Il giorno della memoria designato dalla risoluzione 60/7 del 2005 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è giovane ma presenta già evidenti segni di cedimento. Il più importante è senz’altro la facilità con cui nel corso del tempo si è trascurata la capacità di massa di fare del male. Ricordare le vittime, sei milioni di persone, ebrei, disabili, omosessuali, testimoni di Geova, “zingari” e le atrocità che queste persone hanno subìto, è d’obbligo. Ma quel che è ancora più urgente è rendersi conto che quelle atrocità sono state commesse in larga scala da persone, proprio come noi. Persone gonfiate di facile ideale che si percepivano come diverse dagli altri, come superiori che dovevano inoculare la verità al mondo. Migliaia e migliaia di persone, giovani e vecchi, donne e uomini, che non si sono ribellati, ma si sono macchiati del sangue degli innocenti. Ecco a cosa serve la memoria: a ricordarci che se questo è successo una volta può succedere ancora, che la banalità del male è a portata di mano, che possiamo diventare tutti carnefici con gli occhi insanguinati che non si ribellano e ripropongono quello che è già accaduto.
In questo senso la giornata della memoria ha fallito. “E i Grandi Campi, i Campi d’oggi/coi fiorellini di plastica sotto il neon Democrazia? Auschwitz sta figliando nel mondo,/non sentite l’odore del fumo?/ i figli, pur diversi, gli assomigliano”. Un libro profondo quello di Danilo Dolci, che nel 1971, constatando il riemergere dei fascismi in tutta Europa, si rifugia ad Auschwitz e lì scrive Non sentite l’odore del fumo?
Non sentite l’odore dei corpi del settimo milione di ebrei, quelli che sono stati selezionati e uccisi dalle vittime, dagli ebrei stessi che a partire dalla seconda guerra mondiale hanno tentato di raggiungere la terra promessa e di stabilirvi l’uomo nuovo? Non sentite l’odore del sangue dei palestinesi sottoposti a genocidio? Non sentite l’odore dei 260.000 morti siriani e dei 4 milioni di profughi causati dal conflitto? Non sentite l’odore dei corpi delle bambine e delle donne stuprate dai membri dell’Isis armato dalla Turchia e dalla NATO? E l’odore delle teste tagliate non lo sentite? Non sentite l’odore del fumo delle 60 persone bruciate dai soldati turchi nella città di Czire in Kurdistan? Non sentite l’odore dei corpi dei kurdi lasciati a marcire nelle strade, ammazzati perché oppositori del disegno di allargamento della Turchia che, complice dell’Isis, vende petrolio all’Europa? Non sentire l’odore dei corpi dei bambini a cui Boko Haram dà fuoco in Nigeria? Non sentite l’odore delle violenze di Al Shabaab? Non sentite l’odore delle armi che proliferano in seguito agli attentati di Parigi, armi utilizzate per fare nuove vittime, che moriranno nel freddo, di stenti e di fame, tra le bombe e senza aiuti umanitari? Non sentite l’odore dei morti in mare? E dei profughi affamati e assetati, torturati e stuprati durante il tragitto verso la speranza? Non sentite l’odore delle lacrime degli immigrati che fanno spesso il tragitto da Rotello a Campobasso? Non sentite l’odore di marcio che abbiamo dentro noi, i nuovi nazisti carnefici e indifferenti?
Lo sentite o no l’odore insopportabile del fumo? L
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