solidarietà nazionale di Riformista85 | La Fonte TV
In questi giorni, quasi in contemporanea, abbiamo assistito alla auspicata liquidazione di Berlusconi da Palazzo Chigi e all’offuscamento del presidente Iorio.
Il primo, per via parlamentare e non giudiziaria, è stato sfiduciato con l’imperativo categorico di dover passare la mano. Speriamo non troppo tardi. L’Italia sta vivendo un momento difficilissimo, aggravato dal ritardo con il quale il Governo ha assunto i provvedimenti richiesti dall’Unione Europea. Il Paese è stato portato alla deriva ed ha perso credibilità. Il Governo tecnico o politico che sia dovrà mettere in campo le più volte declamate riforme mai attuate da Berlusconi, troppo impegnato a salvare le proprie aziende e ad organizzare festini.
Il secondo è stato proclamato Presidente della Regione, dopo 24 giorni dall’effettuazione delle elezioni, con una densa nube di dubbi e sospetti sulla regolarità dello scrutinio, soprattutto in provincia di Isernia. A prescindere da questi fatti, che saranno accertati dagli Organi di giustizia, ha un imperativo categorico davanti: salvare il Molise dalla bancarotta. Ha pagato sul piano personale una politica dissennata portata avanti da alcuni suoi uomini e assessori, in primis Vitagliano e Velardi che hanno dissipato risorse, distrutto ogni speranza progettuale, stracciato le regole della democrazia. I contratti di collaborazione, a tutti i costi voluti dall’ex portaborse dell’ onorevole La Penna e del sindaco Remo Di Giandomenico, dovrebbero essere oggetto di attenta riflessione da parte anche degli Organi della magistratura ordinaria e contabile. Anche alcune delibere, assunte a pochi giorni dalle elezioni per finanziamenti di opere pseudopubbliche, con seri dubbi di copertura finanziaria, dovrebbero interessare l’opposizione, l’opinione pubblica e gli Organi di controllo. Speriamo che il presidente Iorio prenda atto del risultato elettorale e costruisca la nuova Giunta senza i prestigiatori e i venditori di fumo. Il Molise, oggi più di ieri, ha bisogno di una classe dirigente che affronti le pesanti situazioni del territorio e dia effettivo impulso alla ripresa e alla crescita. Dire, a parole, che siamo usciti dall’obiettivo uno della programmazione europea non significa nulla. Abbiamo sacche di arretratezza spaventose, zone del nostro territorio deserte e abbandonate, produzione al di sotto del minimo necessario.
Il tentativo, a livello centrale, di un Governo di solidarietà nazionale andrebbe adottato anche nel Molise. È indispensabile in questa fase superare le divisioni e trovare la giusta coesione sociale per ripartire ed evitare l’azzeramento della regione. Nazione e Regione, e non ci stancheremo mai di scriverlo e gridarlo, devono porre al centro dei programmi e dei progetti la famiglia sulla quale si sta scaricando tutto il peso della crisi. Senza equità nei sacrifici e con l’idea precisa di dover adottare provvedimenti per le famiglie, difficilmente usciremo dalla spirale che ci avvolge, o meglio ci sta travolgendo. I giovani guardano al futuro con crescente preoccupazione e nella nostra regione, prendendo atto dei metodi poco trasparenti e di incarichi senza senso, emigrano sempre più.
Bisogna purificare l’aria, come ha detto il Cardinale Bagnasco. Siamo al limite; tutti dobbiamo renderci conto che oltre c’è solo il baratro. In prima fila sono chiamati i cattolici perché tornino a fare politica. Quella alta del servizio ai cittadini e al bene comune. Bisogna tornare, come ha scritto il presidente emerito della Corte Costituzionale Casavola, alla centralità del valore del bene comune in ogni sua diramazione nel mondo privato e sociale come in quello della politica e dell’ordinamento dello Stato.
È l’augurio più bello e sentito per il prossimo Natale da vivere nel segno della integrazione, della solidarietà, della coesione sociale e della condivisione. ☺
riformista85@libero.it
In questi giorni, quasi in contemporanea, abbiamo assistito alla auspicata liquidazione di Berlusconi da Palazzo Chigi e all’offuscamento del presidente Iorio.
Il primo, per via parlamentare e non giudiziaria, è stato sfiduciato con l’imperativo categorico di dover passare la mano. Speriamo non troppo tardi. L’Italia sta vivendo un momento difficilissimo, aggravato dal ritardo con il quale il Governo ha assunto i provvedimenti richiesti dall’Unione Europea. Il Paese è stato portato alla deriva ed ha perso credibilità. Il Governo tecnico o politico che sia dovrà mettere in campo le più volte declamate riforme mai attuate da Berlusconi, troppo impegnato a salvare le proprie aziende e ad organizzare festini.
Il secondo è stato proclamato Presidente della Regione, dopo 24 giorni dall’effettuazione delle elezioni, con una densa nube di dubbi e sospetti sulla regolarità dello scrutinio, soprattutto in provincia di Isernia. A prescindere da questi fatti, che saranno accertati dagli Organi di giustizia, ha un imperativo categorico davanti: salvare il Molise dalla bancarotta. Ha pagato sul piano personale una politica dissennata portata avanti da alcuni suoi uomini e assessori, in primis Vitagliano e Velardi che hanno dissipato risorse, distrutto ogni speranza progettuale, stracciato le regole della democrazia. I contratti di collaborazione, a tutti i costi voluti dall’ex portaborse dell’ onorevole La Penna e del sindaco Remo Di Giandomenico, dovrebbero essere oggetto di attenta riflessione da parte anche degli Organi della magistratura ordinaria e contabile. Anche alcune delibere, assunte a pochi giorni dalle elezioni per finanziamenti di opere pseudopubbliche, con seri dubbi di copertura finanziaria, dovrebbero interessare l’opposizione, l’opinione pubblica e gli Organi di controllo. Speriamo che il presidente Iorio prenda atto del risultato elettorale e costruisca la nuova Giunta senza i prestigiatori e i venditori di fumo. Il Molise, oggi più di ieri, ha bisogno di una classe dirigente che affronti le pesanti situazioni del territorio e dia effettivo impulso alla ripresa e alla crescita. Dire, a parole, che siamo usciti dall’obiettivo uno della programmazione europea non significa nulla. Abbiamo sacche di arretratezza spaventose, zone del nostro territorio deserte e abbandonate, produzione al di sotto del minimo necessario.
Il tentativo, a livello centrale, di un Governo di solidarietà nazionale andrebbe adottato anche nel Molise. È indispensabile in questa fase superare le divisioni e trovare la giusta coesione sociale per ripartire ed evitare l’azzeramento della regione. Nazione e Regione, e non ci stancheremo mai di scriverlo e gridarlo, devono porre al centro dei programmi e dei progetti la famiglia sulla quale si sta scaricando tutto il peso della crisi. Senza equità nei sacrifici e con l’idea precisa di dover adottare provvedimenti per le famiglie, difficilmente usciremo dalla spirale che ci avvolge, o meglio ci sta travolgendo. I giovani guardano al futuro con crescente preoccupazione e nella nostra regione, prendendo atto dei metodi poco trasparenti e di incarichi senza senso, emigrano sempre più.
Bisogna purificare l’aria, come ha detto il Cardinale Bagnasco. Siamo al limite; tutti dobbiamo renderci conto che oltre c’è solo il baratro. In prima fila sono chiamati i cattolici perché tornino a fare politica. Quella alta del servizio ai cittadini e al bene comune. Bisogna tornare, come ha scritto il presidente emerito della Corte Costituzionale Casavola, alla centralità del valore del bene comune in ogni sua diramazione nel mondo privato e sociale come in quello della politica e dell’ordinamento dello Stato.
È l’augurio più bello e sentito per il prossimo Natale da vivere nel segno della integrazione, della solidarietà, della coesione sociale e della condivisione. ☺
In questi giorni, quasi in contemporanea, abbiamo assistito alla auspicata liquidazione di Berlusconi da Palazzo Chigi e all’offuscamento del presidente Iorio.
Il primo, per via parlamentare e non giudiziaria, è stato sfiduciato con l’imperativo categorico di dover passare la mano. Speriamo non troppo tardi. L’Italia sta vivendo un momento difficilissimo, aggravato dal ritardo con il quale il Governo ha assunto i provvedimenti richiesti dall’Unione Europea. Il Paese è stato portato alla deriva ed ha perso credibilità. Il Governo tecnico o politico che sia dovrà mettere in campo le più volte declamate riforme mai attuate da Berlusconi, troppo impegnato a salvare le proprie aziende e ad organizzare festini.
Il secondo è stato proclamato Presidente della Regione, dopo 24 giorni dall’effettuazione delle elezioni, con una densa nube di dubbi e sospetti sulla regolarità dello scrutinio, soprattutto in provincia di Isernia. A prescindere da questi fatti, che saranno accertati dagli Organi di giustizia, ha un imperativo categorico davanti: salvare il Molise dalla bancarotta. Ha pagato sul piano personale una politica dissennata portata avanti da alcuni suoi uomini e assessori, in primis Vitagliano e Velardi che hanno dissipato risorse, distrutto ogni speranza progettuale, stracciato le regole della democrazia. I contratti di collaborazione, a tutti i costi voluti dall’ex portaborse dell’ onorevole La Penna e del sindaco Remo Di Giandomenico, dovrebbero essere oggetto di attenta riflessione da parte anche degli Organi della magistratura ordinaria e contabile. Anche alcune delibere, assunte a pochi giorni dalle elezioni per finanziamenti di opere pseudopubbliche, con seri dubbi di copertura finanziaria, dovrebbero interessare l’opposizione, l’opinione pubblica e gli Organi di controllo. Speriamo che il presidente Iorio prenda atto del risultato elettorale e costruisca la nuova Giunta senza i prestigiatori e i venditori di fumo. Il Molise, oggi più di ieri, ha bisogno di una classe dirigente che affronti le pesanti situazioni del territorio e dia effettivo impulso alla ripresa e alla crescita. Dire, a parole, che siamo usciti dall’obiettivo uno della programmazione europea non significa nulla. Abbiamo sacche di arretratezza spaventose, zone del nostro territorio deserte e abbandonate, produzione al di sotto del minimo necessario.
Il tentativo, a livello centrale, di un Governo di solidarietà nazionale andrebbe adottato anche nel Molise. È indispensabile in questa fase superare le divisioni e trovare la giusta coesione sociale per ripartire ed evitare l’azzeramento della regione. Nazione e Regione, e non ci stancheremo mai di scriverlo e gridarlo, devono porre al centro dei programmi e dei progetti la famiglia sulla quale si sta scaricando tutto il peso della crisi. Senza equità nei sacrifici e con l’idea precisa di dover adottare provvedimenti per le famiglie, difficilmente usciremo dalla spirale che ci avvolge, o meglio ci sta travolgendo. I giovani guardano al futuro con crescente preoccupazione e nella nostra regione, prendendo atto dei metodi poco trasparenti e di incarichi senza senso, emigrano sempre più.
Bisogna purificare l’aria, come ha detto il Cardinale Bagnasco. Siamo al limite; tutti dobbiamo renderci conto che oltre c’è solo il baratro. In prima fila sono chiamati i cattolici perché tornino a fare politica. Quella alta del servizio ai cittadini e al bene comune. Bisogna tornare, come ha scritto il presidente emerito della Corte Costituzionale Casavola, alla centralità del valore del bene comune in ogni sua diramazione nel mondo privato e sociale come in quello della politica e dell’ordinamento dello Stato.
È l’augurio più bello e sentito per il prossimo Natale da vivere nel segno della integrazione, della solidarietà, della coesione sociale e della condivisione. ☺
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