Solo l’amore è sovversivo
10 Novembre 2023
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Solo l’amore è sovversivo

Libertà e perline colorate, ecco il dono che io ti darò e la sensualità delle vite disperate, ecco il dono che io ti farò… e un gelato al limon, vero limon…
Peccato che le parole scritte non riproducano la voce avvolgente di Paolo Conte né suonino la musica del suo piano, con quella fuga morbida e pensosa, un po’ nostalgica, un po’ trasognata: delle tante dichiarazioni e promesse d’amore che conosco, da Catullo a Dante, da Tasso a Neruda a Montale passando per gli U2 e Fossati e Max Gazzé, questa è quella preferisco, perché la trovo dolcissima senza che sia svenevole, attuale ma senza tempo, impegnativa, eppure alla portata di una persona qualunque, come me.
Immagino che a pronunciarla sia un uomo maturo, di una maturità non anagrafica s’intende, perché a osare le proposte di Paolo Conte non bastano gli anni, se non si è guadagnati un particolare sguardo sul mondo e un’attitudine di stare al mondo: rispetto dell’altro, fantasiosa evasione dalla vita reale, pur a piccole innocenti dosi, necessaria e comunque appassionata adesione alla sofferenza che abita la nostra vita, amore per la semplicità sono per me la “libertà”, le “perline colorate”, la “sensualità delle vite disperate”, il “gelato al limone” che attraversano come luci calde e soffuse la promessa di Conte e che a me danno l’impressione di aggirarmi in uno spazio etereo ma tangibile, tutto mio, in cui ideale e reale si riconoscono e si prendono per mano.
Sono i giorni dell’assalto terroristico di Hamas e dei blitz di Israele, della strage nell’ospedale di Gaza, con il solito rimpallo di responsabilità a discapito della verità e di ogni considerazione umana: violenza e morti dall’una e dall’altra parte, invece, sono chiari e hanno tragica evidenza.
Io a fatica riesco a seguire il giornale-radio e mi rifiuto di ascoltare in TV i troppi esperti di Medio Oriente, che solo fino a qualche giorno fa erano espertissimi di questioni balcaniche e di geopolitica post-sovietica e che ora in salotti ben illuminati e profumati esibiscono le loro conoscenze in materia di coloni, di Ebrei e Palestinesi, di striscia di Gaza; e la vita, migliaia di vite, sono lì che si spezzano nel sangue, per non tornare più.
Ci vorrebbe un urlo unanime e globale, un urlo bipartisan, un urlo ancestrale e cupo, un urlo di terribile orrore contro ogni guerra, contro la difesa di Dio a mezzo delle armi, del sangue e della discriminazione, contro la difesa del diritto all’ autodeterminazione di un popolo, del diritto di un popolo ad un territorio e ad uno Stato, della difesa di qualunque diritto si riferisca ad una collettività organizzata senza che prima sia stata difeso il diritto ad esistere di ogni singola vita, unica, irripetibile, preziosa; ci vorrebbe che vagassimo in silenzio, come ombre, col lutto inciso sul corpo, che ci rifiutassimo di mangiare e di dormire, di godere di alcunché, perché i nostri fratelli muoiono senza motivo e per loro non c’è ritorno. E sarebbero i potenti della Terra a doverci guidare, a darci l’esempio.
Tutto quel che è seguito all’ assalto di Hamas e alla crudele risposta di Israele contro i Palestinesi, terroristi e non, per me ha segnato, invece, il definitivo tramonto della speranza che ancora e nonostante i fatti riponevo nella politica italiana, europea ed internazionale che potesse ergersi oltre i limiti del cinismo e della vanità, oltre gli interessi economici e la prepotenza, oltre le ideologie di comodo, divisive perché bisogna pur dividere per poi difendersi, sparare a zero, annichilire e ricominciare.
Per paradosso l’innamorato di Paolo Conte mi risuona spesso in mente proprio in questi giorni oscuri né si tratta di noncuranza e superficialità, solo di un ultimo spiraglio di immaginazione che ha il sapore essenziale di una boccata di ossigeno: con le sue promesse poetiche e concrete al tempo stesso, che parlano di libertà e perline colorate, di sensualità e vite disperate, di gelato al limone, col suo pianoforte che suona come un sogno, con la sua aerea fantasia nel perimetro delle cose semplici, col suo tono sommesso eppure intraprendente, ecco quell’ innamorato e migliaia e milioni come lui sarebbero la salvezza del mondo. ☺

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