Sonata d’organo
15 Ottobre 2021
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Sonata d’organo

Cos’è che non va, forse il suono?

Nel limbo ci sei stato e nell’averno

e tra i postriboli o le torri telecomandate.

Non vedi che l’organo suona per te

ingresso senza biglietto né stola

e quelle braccia tese sul legno madre

sono le tue e di chiunque abbia capito il seme.

Pastorale larga che sale e secerne latte

a fontane chiare e su ogni pietra divelta.

Il mio loculo è un participio passato

ricurvo sul delta d’arrivo. Travertino di risulta.

Nel confessionale (vuoto) recito a soggetto

senza costrizioni e ceri accesi né paternali.

– Spalle strette, petto nudo, mani giunte -.

Comprendersi tra Croce e croce il diluvio,

questo sillabario che aggiunge nuovi grani.

Misura trentotto passi la navata centrale,

dal transetto alla porta grande: scarpe lente.

Vorrei non uscire dal tempio, dall’incenso.

Il canto gregoriano affoga le caviglie e veste

le costole d’un nuovo abbrivio.

Ogni nota d’organo allarga la mia gabbia d’ossa.

 

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