Premio speciale “Arcobaleno” 6° edizione 2013 concorso di poesie I segreti dell’animo dell’Associazione Culturale Nuova Arcobaleno di San Martino in Pensilis
Caro direttore, ho letto il n. 6 de La fonte e in particolare l’articolo di Silvio Malic su “Concordato e Costituzione”. Nel condividere quanto è stato scritto ti faccio avere alcune mie osservazioni.
Riguardo al Concordato vi è da ricordare l’intervento alla Costituente di Piero Calamandrei, contrario ad inserire nella nostra Costituzione quello che per lui è un “accordo internazionale”, cioè fare di tale accordo (al di là del giudizio sul suo contenuto) una norma costituzionale. Questo vuol dire, al di là delle posizioni personali, che ogni modifica di un accordo tra le parti coinvolge un nuovo assetto della stessa Costituzione. Non è cosa di poco conto.
Un secondo pensiero riguarda l’articolo 8 e la sua attuazione. È da ricordare che se la Costituzione è entrata in vigore nel 1948, l’attuazione di tale articolo avverrà solo nel 1984 con la legge 449 tra lo Stato e le chiese rappresentate dalla Tavola valdese. Si aprì quello che molti hanno definito “la primavera delle intese”, cioè una nuova via verso la libertà di religione. Dopo pochi anni altre chiese cristiane e enti religiosi, ottennero una legge per meglio regolare i rapporti con lo Stato. Ma vi è un fatto importante da sottolineare. L’articolo 1 della legge 449/1984 afferma: (…) Dalla data di entrata in vigore della presente legge cessano pertanto di avere efficacia ed applicabilità nei confronti delle chiese rappresentate dalla Tavola valdese, degli istituti ed opere che ne fanno parte e degli organi e persone che le costituiscono, le disposizioni della legge 24 giugno 1929, n. 1159, e del regio decreto 28 febbraio 1930, n. 289.
Dunque per i cittadini italiani che sono parte della Tavola valdese è abrogata la legge chiamata “dei culti ammessi”, ma solo per loro perché per altri cittadini, opere, istituti e organi le norme del 1920-1930 restano in vigore. Un segnale di disparità nei rapporti tra Stato e cittadini! Una disarmonia giuridica messa in evidenza da molta letteratura e da diversi giuristi. In verità quell’articolo 1 doveva essere una porta aperta perché lo Stato, in piena autonomia, abrogasse la legge del 1929-1930, ma così non avvenne.
Oggi i rapporti tra lo Stato e ogni altra organizzazione religiosa (senza Intesa) sono regolati da un dettato di legge storicamente frutto del fascismo e giuridicamente poco sostenibile! Tutto questo deve convincere i molti “sordi” che è giunto il tempo (anzi si è fuori tempo massimo!) perché vi sia nel nostro paese una vera legge per la libertà religiosa al di là di accordi, intese o altro. Uno strumento giuridico che consenta una piena libertà di espressione e di azione come già previsto dalla Costituzione all’art. 19: Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume.
Un’ultima osservazione. Nei giorni 9-10 giugno si svolgerà presso il Senato della Repubblica un convegno dal titolo La libertà religiosa nell’Italia multiculturale organizzato dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (vedi notizie NEV del 28 maggio). È prevista la partecipazione del Presidente Pietro Grasso e di diversi giuristi. Il presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, past. Massimo Aquilante, ha affermato: Basta con la legge sui ‘culti ammessi’, una norma pensata negli anni del fascismo e che nonostante gli interventi della Corte Costituzionale non è più coerente con l’impianto laico della democrazia italiana e con il pluralismo religioso che negli anni si è radicato al suo interno. … intendiamo sollecitare le forze politiche a prendere atto dell’ urgenza di un intervento che garantisca a pieno i diritti costituzionali di comunità di fede che costituiscono tasselli sempre più rilevanti dell’Italia multiculturale e multi religiosa di oggi.
Si riuscirà a scrivere un testo di legge veramente portatore di libertà, eguaglianza e fratellanza nel nostro Paese ove più volte è stato riconosciuto la sua struttura giuridica laica e non più confessionale? Si potrà dare pari dignità alle persone nel nostro Paese sempre più multiculturale e multireligioso?
Ce lo auguriamo.
Giovanni Anziani
g.anziani@libero.it
Carissimo don Antonio, una piccola nota di curiosità ma anche di apprezzamento del quaderno n. 107 de la fonte. Rosalba Manes è veramente il sapore del pane! Grande apprezzamento va riservato a tale alimento e le parole della scrivente assumono un immenso valore religioso. Non posso non rivelare la mia commozione se un piccolissimo pezzo di pane va perduto; dai benestanti tale grazia di Dio non viene apprezzata come merita.
La pagina degli auguri per il tuo sessantesimo compleanno non poteva trovare migliore espressione nei versi che ricordano l’instancabile operosità della vita del buon cristiano. I miei complimenti pertanto a Giuseppina Colabella che ha voluto coinvolgere tutti gli abbonati de la fonte. Unico rammarico è non averlo saputo per tempo.
Colgo infine l’occasione per manifestare la mia gratitudine ai collaboratori che l’uno dopo l’altro si rivelano sempre più bravi negli articoli che firmano.
Distinti saluti.
Alfonso D’Onofrio, Colletorto
Vorrei
Come vorrei fermare il tempo,
come vorrei sconfiggere la sorte
solo così mi sentirei contento
d’aver beffato la signora Morte.
Come vorrei ridivenir bambino
per rivivere i giorni della verde età,
per deridere un po’ il rio destino
lui che non sa cosa vuol dir pietà.
Vorrei un mondo senza povertà,
senza razzismo e con tanto amore
dove regni la pace e la felicità
e da ogni zolla nasca un fiore.
Su tutte le labbra vorrei un sorriso
e in ogni cuore un’infinita bontà,
allor la terra sarebbe il paradiso
e la vita durerebbe un’eternità.
Vorrei, vorrei. Io lo vorrei tanto
ma la vita e la morte son doni del Signore.
Svanisce il sogno mio come d’incanto
E mi ritrovo ancor più peccatore.
Salvatore D’Aprano
Premio speciale “Arcobaleno” 6° edizione 2013 concorso di poesie I segreti dell’animo dell’Associazione Culturale Nuova Arcobaleno di San Martino in Pensilis
Caro direttore, ho letto il n. 6 de La fonte e in particolare l’articolo di Silvio Malic su “Concordato e Costituzione”. Nel condividere quanto è stato scritto ti faccio avere alcune mie osservazioni.
Riguardo al Concordato vi è da ricordare l’intervento alla Costituente di Piero Calamandrei, contrario ad inserire nella nostra Costituzione quello che per lui è un “accordo internazionale”, cioè fare di tale accordo (al di là del giudizio sul suo contenuto) una norma costituzionale. Questo vuol dire, al di là delle posizioni personali, che ogni modifica di un accordo tra le parti coinvolge un nuovo assetto della stessa Costituzione. Non è cosa di poco conto.
Un secondo pensiero riguarda l’articolo 8 e la sua attuazione. È da ricordare che se la Costituzione è entrata in vigore nel 1948, l’attuazione di tale articolo avverrà solo nel 1984 con la legge 449 tra lo Stato e le chiese rappresentate dalla Tavola valdese. Si aprì quello che molti hanno definito “la primavera delle intese”, cioè una nuova via verso la libertà di religione. Dopo pochi anni altre chiese cristiane e enti religiosi, ottennero una legge per meglio regolare i rapporti con lo Stato. Ma vi è un fatto importante da sottolineare. L’articolo 1 della legge 449/1984 afferma: (…) Dalla data di entrata in vigore della presente legge cessano pertanto di avere efficacia ed applicabilità nei confronti delle chiese rappresentate dalla Tavola valdese, degli istituti ed opere che ne fanno parte e degli organi e persone che le costituiscono, le disposizioni della legge 24 giugno 1929, n. 1159, e del regio decreto 28 febbraio 1930, n. 289.
Dunque per i cittadini italiani che sono parte della Tavola valdese è abrogata la legge chiamata “dei culti ammessi”, ma solo per loro perché per altri cittadini, opere, istituti e organi le norme del 1920-1930 restano in vigore. Un segnale di disparità nei rapporti tra Stato e cittadini! Una disarmonia giuridica messa in evidenza da molta letteratura e da diversi giuristi. In verità quell’articolo 1 doveva essere una porta aperta perché lo Stato, in piena autonomia, abrogasse la legge del 1929-1930, ma così non avvenne.
Oggi i rapporti tra lo Stato e ogni altra organizzazione religiosa (senza Intesa) sono regolati da un dettato di legge storicamente frutto del fascismo e giuridicamente poco sostenibile! Tutto questo deve convincere i molti “sordi” che è giunto il tempo (anzi si è fuori tempo massimo!) perché vi sia nel nostro paese una vera legge per la libertà religiosa al di là di accordi, intese o altro. Uno strumento giuridico che consenta una piena libertà di espressione e di azione come già previsto dalla Costituzione all’art. 19: Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume.
Un’ultima osservazione. Nei giorni 9-10 giugno si svolgerà presso il Senato della Repubblica un convegno dal titolo La libertà religiosa nell’Italia multiculturale organizzato dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (vedi notizie NEV del 28 maggio). È prevista la partecipazione del Presidente Pietro Grasso e di diversi giuristi. Il presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, past. Massimo Aquilante, ha affermato: Basta con la legge sui ‘culti ammessi’, una norma pensata negli anni del fascismo e che nonostante gli interventi della Corte Costituzionale non è più coerente con l’impianto laico della democrazia italiana e con il pluralismo religioso che negli anni si è radicato al suo interno. … intendiamo sollecitare le forze politiche a prendere atto dell’ urgenza di un intervento che garantisca a pieno i diritti costituzionali di comunità di fede che costituiscono tasselli sempre più rilevanti dell’Italia multiculturale e multi religiosa di oggi.
Si riuscirà a scrivere un testo di legge veramente portatore di libertà, eguaglianza e fratellanza nel nostro Paese ove più volte è stato riconosciuto la sua struttura giuridica laica e non più confessionale? Si potrà dare pari dignità alle persone nel nostro Paese sempre più multiculturale e multireligioso?
Ce lo auguriamo.
Giovanni Anziani
g.anziani@libero.it
Carissimo don Antonio, una piccola nota di curiosità ma anche di apprezzamento del quaderno n. 107 de la fonte. Rosalba Manes è veramente il sapore del pane! Grande apprezzamento va riservato a tale alimento e le parole della scrivente assumono un immenso valore religioso. Non posso non rivelare la mia commozione se un piccolissimo pezzo di pane va perduto; dai benestanti tale grazia di Dio non viene apprezzata come merita.
La pagina degli auguri per il tuo sessantesimo compleanno non poteva trovare migliore espressione nei versi che ricordano l’instancabile operosità della vita del buon cristiano. I miei complimenti pertanto a Giuseppina Colabella che ha voluto coinvolgere tutti gli abbonati de la fonte. Unico rammarico è non averlo saputo per tempo.
Colgo infine l’occasione per manifestare la mia gratitudine ai collaboratori che l’uno dopo l’altro si rivelano sempre più bravi negli articoli che firmano.
Vorrei. Come vorrei fermare il tempo, come vorrei sconfiggere la sorte.
Vorrei
Come vorrei fermare il tempo,
come vorrei sconfiggere la sorte
solo così mi sentirei contento
d’aver beffato la signora Morte.
Come vorrei ridivenir bambino
per rivivere i giorni della verde età,
per deridere un po’ il rio destino
lui che non sa cosa vuol dir pietà.
Vorrei un mondo senza povertà,
senza razzismo e con tanto amore
dove regni la pace e la felicità
e da ogni zolla nasca un fiore.
Su tutte le labbra vorrei un sorriso
e in ogni cuore un’infinita bontà,
allor la terra sarebbe il paradiso
e la vita durerebbe un’eternità.
Vorrei, vorrei. Io lo vorrei tanto
ma la vita e la morte son doni del Signore.
Svanisce il sogno mio come d’incanto
E mi ritrovo ancor più peccatore.
Salvatore D’Aprano
Premio speciale “Arcobaleno” 6° edizione 2013 concorso di poesie I segreti dell’animo dell’Associazione Culturale Nuova Arcobaleno di San Martino in Pensilis
Caro direttore, ho letto il n. 6 de La fonte e in particolare l’articolo di Silvio Malic su “Concordato e Costituzione”. Nel condividere quanto è stato scritto ti faccio avere alcune mie osservazioni.
Riguardo al Concordato vi è da ricordare l’intervento alla Costituente di Piero Calamandrei, contrario ad inserire nella nostra Costituzione quello che per lui è un “accordo internazionale”, cioè fare di tale accordo (al di là del giudizio sul suo contenuto) una norma costituzionale. Questo vuol dire, al di là delle posizioni personali, che ogni modifica di un accordo tra le parti coinvolge un nuovo assetto della stessa Costituzione. Non è cosa di poco conto.
Un secondo pensiero riguarda l’articolo 8 e la sua attuazione. È da ricordare che se la Costituzione è entrata in vigore nel 1948, l’attuazione di tale articolo avverrà solo nel 1984 con la legge 449 tra lo Stato e le chiese rappresentate dalla Tavola valdese. Si aprì quello che molti hanno definito “la primavera delle intese”, cioè una nuova via verso la libertà di religione. Dopo pochi anni altre chiese cristiane e enti religiosi, ottennero una legge per meglio regolare i rapporti con lo Stato. Ma vi è un fatto importante da sottolineare. L’articolo 1 della legge 449/1984 afferma: (…) Dalla data di entrata in vigore della presente legge cessano pertanto di avere efficacia ed applicabilità nei confronti delle chiese rappresentate dalla Tavola valdese, degli istituti ed opere che ne fanno parte e degli organi e persone che le costituiscono, le disposizioni della legge 24 giugno 1929, n. 1159, e del regio decreto 28 febbraio 1930, n. 289.
Dunque per i cittadini italiani che sono parte della Tavola valdese è abrogata la legge chiamata “dei culti ammessi”, ma solo per loro perché per altri cittadini, opere, istituti e organi le norme del 1920-1930 restano in vigore. Un segnale di disparità nei rapporti tra Stato e cittadini! Una disarmonia giuridica messa in evidenza da molta letteratura e da diversi giuristi. In verità quell’articolo 1 doveva essere una porta aperta perché lo Stato, in piena autonomia, abrogasse la legge del 1929-1930, ma così non avvenne.
Oggi i rapporti tra lo Stato e ogni altra organizzazione religiosa (senza Intesa) sono regolati da un dettato di legge storicamente frutto del fascismo e giuridicamente poco sostenibile! Tutto questo deve convincere i molti “sordi” che è giunto il tempo (anzi si è fuori tempo massimo!) perché vi sia nel nostro paese una vera legge per la libertà religiosa al di là di accordi, intese o altro. Uno strumento giuridico che consenta una piena libertà di espressione e di azione come già previsto dalla Costituzione all’art. 19: Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume.
Un’ultima osservazione. Nei giorni 9-10 giugno si svolgerà presso il Senato della Repubblica un convegno dal titolo La libertà religiosa nell’Italia multiculturale organizzato dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (vedi notizie NEV del 28 maggio). È prevista la partecipazione del Presidente Pietro Grasso e di diversi giuristi. Il presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, past. Massimo Aquilante, ha affermato: Basta con la legge sui ‘culti ammessi’, una norma pensata negli anni del fascismo e che nonostante gli interventi della Corte Costituzionale non è più coerente con l’impianto laico della democrazia italiana e con il pluralismo religioso che negli anni si è radicato al suo interno. … intendiamo sollecitare le forze politiche a prendere atto dell’ urgenza di un intervento che garantisca a pieno i diritti costituzionali di comunità di fede che costituiscono tasselli sempre più rilevanti dell’Italia multiculturale e multi religiosa di oggi.
Si riuscirà a scrivere un testo di legge veramente portatore di libertà, eguaglianza e fratellanza nel nostro Paese ove più volte è stato riconosciuto la sua struttura giuridica laica e non più confessionale? Si potrà dare pari dignità alle persone nel nostro Paese sempre più multiculturale e multireligioso?
Ce lo auguriamo.
Giovanni Anziani
g.anziani@libero.it
Carissimo don Antonio, una piccola nota di curiosità ma anche di apprezzamento del quaderno n. 107 de la fonte. Rosalba Manes è veramente il sapore del pane! Grande apprezzamento va riservato a tale alimento e le parole della scrivente assumono un immenso valore religioso. Non posso non rivelare la mia commozione se un piccolissimo pezzo di pane va perduto; dai benestanti tale grazia di Dio non viene apprezzata come merita.
La pagina degli auguri per il tuo sessantesimo compleanno non poteva trovare migliore espressione nei versi che ricordano l’instancabile operosità della vita del buon cristiano. I miei complimenti pertanto a Giuseppina Colabella che ha voluto coinvolgere tutti gli abbonati de la fonte. Unico rammarico è non averlo saputo per tempo.
Colgo infine l’occasione per manifestare la mia gratitudine ai collaboratori che l’uno dopo l’altro si rivelano sempre più bravi negli articoli che firmano.
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