Spine nel fianco…
Nel cammino, in ogni cammino, forse siamo ancora un po’ troppo individualisti: ciascuno cerca per conto suo di vivere come può. E invece è tempo di essere più “esigenti”, nel senso più bello di questo termine che alla fine vuol dire “più comunitari”. Sarebbe davvero “cosa buona e giusta” chiedersi: “Cosa esigere dall’oggi?”, perché è urgente ripensare questo presente (storico) dove la comunità, il gruppo sembrano non contare più nulla. Ripensarlo… per costruire futuro. Bisogna cominciare a porsi domande: “Come stiamo vivendo? Come viviamo con gli altri? Cosa facciamo perché tutti possano vivere? Come i generi maschile e femminile possono fare spazio ad altri? Come una cultura può fare spazio a un’altra sapienza? Come un popolo può accogliere incondizionatamente un altro popolo?”. Domande importanti, che rimandano a spazi reali dove si impara a vivere nella verità.
Quello che accade, i “fenomeni” del nostro tempo non sono solo discussioni politiche o affari economici o questioni religiose, sono problemi umani, SPINE nel fianco della storia, che spingono ancora alla ricerca di nuove modalità relazionali, nuove possibilità di incontro con tutti e con il singolo che non cerca altro che quell’assoluto che è la vita, che non chiede altro che vivere. Questo il grande impegno da assumere, questo il vero cammino del mondo e vero non perché perfetto ma perché nell’immediato fa avvertire la nostalgia degli altri, di ogni altro del suo corpo, delle sue sensibilità, delle sue intuizioni, delle sue gioie, dei suoi drammi quotidiani.
Per camminare in questa direzione però risulta necessario il silenzio. Si parla troppo, parliamo troppo, abbiamo parlato troppo. Bisogna lasciare spazio al silenzio, quel silenzio compagno di tante sapienze e che nasce con l’origine del mondo. Quel silenzio che permette di ascoltare più facilmente la voce degli altri, il grido dei popoli, il gemere della creazione tutta e che insegna a camminare con il contingente, a muoversi insieme nel dono reciproco di possibilità di vita.☺
