Strange fruit oggi
16 Maggio 2025
laFonteTV (3827 articles)
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Strange fruit oggi

L’artista Frida Kalho era rimasta inorrridita nel leggere su un giornale che un uomo, nel giustificarsi per avere ucciso la moglie, diceva, discolpandosi: “Ho inferto qualche piccolo colpo di pugnale”. Da lì il quadro.
Ed io penso che tutti, inorriditi, abbiamo letto le motivazioni della sentenza di ergastolo nei confronti di Filippo Turetta, femminicida di Giulia Cecchettin, e di come possano non essere considerate crudeli settantacinque coltellate di seguito sul corpo straziato della ragazza. L’avvocato della famiglia Cecchettin sottolinea che “Giulia ha vissuto una lucida via crucis e Turetta non ha avuto tentennamenti, ha protratto sempre di più il suo patimento, è enorme il numero di colpi ma sono enormi i tempi. Giulia è stata lucida per molti terribili minuti, si è vista sequestrata, tacitata, colpita, ha percepito forte il senso della fine”. Ricordava martedì la presidente della commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio che l’overkilling, ovvero il numero spropositato di colpi inferti, “è una modalità esecutiva tipica del femminicidio”. Settantacinque coltellate inferte durano un’eternità. Si dovrebbe, domani, far provare in classe il movimento della mano dall’alto verso il basso per settantacinque volte di seguito. Ancora una volta, l’Italia è stata scossa dalle notizie dei femmicidi di due giovanissime donne Sara Campanella e Ilaria Sula. Due storie brutali, che hanno riacceso l’attenzione su quell’enorme problema sociale che è l’annientamento delle donne in quanto donne.
L’omicidio di una donna compiuto come atto estremo di violenza misogina è definito “femminicidio”. Il movente dell’omicidio deve essere specificamente legato al fatto che la vittima è una donna. Il motivo principale e matrice dell’odio nei confronti delle donne rimane il sistema patriarcale o quantomeno i suoi retaggi. Nell’ambito degli omicidi familiari le vittime femminili costituiscono il 65% delle vittime totali sia nel 2023 che nel 2024. Nell’anno passato, oltretutto, sono leggermente aumentati i femminicidi in cui l’assassinio è un ex partner della vittima: in questi casi, è chiara la predominanza delle vittime di genere femminile, con un’incidenza pari all’86% (91% nel 2023). L’età delle vittime è compresa tra i 18 e i 50 anni, con una predominanza nella fascia di età tra i 30 e i 50 anni (donne sposate o conviventi), proprio come i loro aggressori.
L’ultimo report delle Nazioni Unite uscito nel 2024 ha evidenziato come solo nel 2023 almeno 51.100 donne e ragazze siano state uccise da uomini con cui avevano avuto una relazione o da familiari stretti, e il dato è in aumento rispetto alla stima del 2022, che ha contato 48.800 vittime. Ciò significa che, nel mondo, ogni 10 minuti una donna viene uccisa. Nel 2023, secondo le stime del report, il numero più alto di vittime è stato registrato in Africa, con 21.700 vittime. A seguire c’è l’Asia con 18.500, le Americhe con 8.300. A livello europeo non va meglio. Nel 2024 in Francia ci sono stati 93 femminicidi. In Germania, solo nel 2023, secondo il rapporto più recente dell’ufficio federale di polizia criminale, si sono verificati ben 360 femminicidi. Praticamente una donna ogni giorno. Non meno preoccupanti sono i dati che arrivano dal Regno Unito: secondo il progetto Counting Dead Women, nel periodo dal 2009 al 2024 sono state registrate oltre 2.000 donne uccise da uomini, che corrispondono a circa una donna ogni tre giorni.
Le leggi, dunque, non bastano: vanno accompagnate da campagne di sensibilizzazione ed educazione affettiva insegnata nelle scuole, ma anche da un cambiamento dei linguaggi utilizzati dai media, che contribuiscono a sensibilizzare l’opinione pubblica. 
Il ciclo della violenza  è stato definito dalla psicologa americana Lenore Walker come  “il progressivo e rovinoso vortice in cui la donna viene inghiottita dalla violenza continuativa, sistematica, e quindi ciclica, da parte del partner”. La teoria del ciclo della violenza ha individuato essenzialmente tre fasi:- Fase di origine della tensione (tension building) – Fase attiva degli episodi di violenza (active batteria incidents) – Fase della contrizione amorosa (loving contrition).
L’intento iniziale è di colpire direttamente l’autostima della vittima (che viene ignorata, svilita, ridicolizzata pubblicamente dal partner ecc.). La donna, in questa fase, inizia ad avvertire la crescente tensione e cerca di prevenire l’escalation della violenza mostrandosi accondiscendente.
Si arriva, poi, alla fase di “esplosione o aggressione” in cui l’uomo dà l’impressione di perdere il controllo di sé stesso e passa ad agire la violenza fisica. Ai “semplici” spintoni e schiaffi si aggiungono pugni, calci, percosse con oggetti, fino all’estremo uxoricidio. Spesso alla violenza fisica si associa la violenza sessuale, utilizzata dall’uomo per sottolineare il proprio potere e predominio sulla partner. La donna tende a non reagire poiché si rende conto che, se resistesse, le cose potrebbero peggiorare.
La terza ed ultima fase del ciclo della Walter, è la cosiddetta fase di “contrizione amorosa”, nota anche in letteratura come “Fase della Luna di Miele”. L’uomo si mostra dispiaciuto e pieno di attenzioni, si scusa  con la sua vittima e promette che non si comporterà mai più in quel modo. Relativamente alle strutture di personalità dell’uomo che commette femminicidio molti criminologi hanno sottolineato la presenza di strutture improntate a fattori quali la prepotenza, la possessività, forse dettata da panico di fronte alla prospettiva dell’abbandono. Elbow (1977) descrive l’aggressore secondo quattro tipologie:- Il controllatore: colui che teme che il proprio dominio e la propria autorità siano messi in discussione e che pretende un controllo totale sugli altri familiari; – Il difensore: che non concepisce l’altrui autonomia, vissuta perciò come una minaccia di abbandono, e sceglie quindi donne in condizione di dipendenza; – Colui che è in cerca di approvazione e deve continuamente ricevere dall’esterno una conferma per la propria autostima, mentre qualsiasi critica scatena una reazione aggressiva; – L’incorporatore: colui che tende ad un rapporto totalizzante e fusionale con la partner, e la cui violenza è proporzionale alla minaccia reale o alla sensazione di perdita dell’oggetto d’amore vissuta come catastrofica perdita di sé.
Ricordate Billie Holiday e la sua struggente canzone Strange fruit? Applichiamola ai femminicidi e inorridiamo se abbiamo ancora cuore. “Qui c’è un frutto che i corvi strappano/ Che la pioggia inzuppa, che il vento secca/ Che il sole imputridisce, che gli alberi fanno cadere/ Qui c’è uno strano e amaro raccolto”.☺

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