
Temi cruciali
Riprenderò a ragionare sui tanti significati delle elezioni regionali del nostro Molise alla fine di giugno. Oggi voglio solo auspicare che la destra guidata dal sindaco di Termoli perda le elezioni. I risultati dei cinque anni della giunta di destra Toma sono disastrosi. Ed è auspicabile che il governo di Giorgia Meloni non abbia ulteriore conforto e benzina da una vittoria elettorale in Molise.
Voglio solo ricordare che ‘Molise Domani’ e la fonte per lungo tempo avevano costruito una proposta per queste elezioni, proposta che avrebbe rappresentato una vera alternativa, una vera discontinuità di progetti, di programmi e di classe dirigente. L’ obiettivo era fare del Molise un vero laboratorio.
La Storia è nota: il passato ha afferrato e annullato “un radicale rinnovamento”. Sulla base di una assurda, quanto retriva motivazione, in virtù della quale solo i “politici di professione” hanno il diritto ad essere candidati presidenti, sono stati rimessi in campo i soliti riti e la solita musica.
Vi sono liste, quella della destra e quella del Pd, che meriterebbero un titolo dal passato nobile, ma che oggi ha tutt’altro significato: “Arieccoci”!
Torneremo a riflettere su tutto ciò, per ora vorrei fare gli auguri a Gravina che come ho avuto modo di scrivere è persona civile ed ha mostrato in passato interesse per le nostre idee. Si è ritrovato ad essere candidato non per le ragioni della “buona politica”, ma nondimeno secondo la vecchia massima di Deng Xiaoping, a questo punto della storia “non è importante il colore del gatto, purché il gatto prenda il topo”. E il topo è la presidenza della regione Molise.
Vi sono due fatti recenti molto seri che vorrei richiamare e che debbono suonare come serio ammonimento per chi vincerà le elezioni in questa nostra regione. Il primo è la disastrosa situazione dell’Emilia Romagna. Ricordo che per decenni si è elogiato il modello emiliano, noi della sinistra abbiamo fatto dell’Emilia rossa una bandiera e un riferimento. E per molte questioni avevamo pienamente ragione. L’Emilia ha avuto una crescita economica fantastica; in questa regione vi sono state le esperienze sociali più avanzate, la partecipazione democratica è stata sempre particolarmente vivace e reale. Pur tuttavia quella storia aveva una falla che nel corso del tempo è divenuta una voragine. Mi riferisco a quella passione antica dei comunisti per lo sviluppo e per la crescita economica in quanto tale, che poi ha significato incomprensione sia della relazione stretta fra crescita economica e fragilità ambientale e sia dell’urgenza della riconciliazione fra il sapere umano e le regole della natura. Se andiamo a leggere i dati pubblicati dall’ISPRA – relativi all’Emilia Romagna – sul consumo di suolo in aree ad elevata, media e bassa pericolosità, questi sono veramente disastrosi. Gli emiliani sono ampiamente in testa in tutte e tre le classifiche. E se andiamo a leggere l’ intossicazione chimica dei suoli che segue all’ agricoltura intensiva, anche in questa poco nobile classifica gli emiliani sono nel gruppo di testa. La drammatica vicenda di questi giorni è una lezione per tutti, ed è un vero schifo la vendetta e la strumentalizzazione politica che questo governo sta facendo sulla pelle della civilissima popolazione emiliana e romagnola.
Il Molise è ultima in classifica per consumo di suolo; il problema infatti non è il consumo, ma l’abbandono del suolo e il crollo demografico della nostra regione. Ma un territorio abbandonato non ha rischi minori di un territorio fortemente antropizzato, per questa ragione in questi anni ci siamo impegnati a definire una strategia che avesse al centro la qualità e la sostenibilità di un nuovo sviluppo. Per questo, ancora nei prossimi giorni, in piena campagna elettorale con il comitato 4 giugno faremo un’iniziativa per evitare la devastazione che si vuole fare delle terre fertili con pale eoliche e pannelli solari.
Il secondo – e molto grave messaggio – ci viene dall’Europa. L’agricoltura pulita dovrebbe essere il cuore di un futuro sostenibile e in particolare per il Molise, ma da Bruxelles arrivano notizie inquietanti. Nella commissione agricoltura europea prima e nella commissione della pesca poi è stata bocciata la normativa che avrebbe dovuto mettere al centro il recupero e la conservazione della biodiversità, fondamentale per il clima, per l’ambiente e per un’agricoltura virtuosa.
Una maggioranza fatta dal centro, dalla destra di Meloni, dagli stessi liberali, dalla lobby dell’agro-industria e da altre corporazioni sociali, ha portato ancora una volta indietro la ruota della Storia. Ma ciò che stupisce non è il voto della maggioranza del centro-destra, ma la sottovalutazione con cui le forze progressiste affrontano questi fondamentali passaggi. Non un grido di allarme, non una battaglia a viso aperto, non una mobilitazione, ma un silenzio che sa di rassegnazione e di complicità.
Mi auguro che, su questi cruciali problemi, dalla campagna elettorale vengano messaggi e impegni chiari: sin qui abbiamo letto ed ascoltato soltanto dei balbettii!☺