tessitrice
18 Aprile 2010 Share

tessitrice

 

Se mai un giorno perdessi

il filo della memoria,

sarei la marionetta abbandonata

al buio, dietro un palcoscenico;

il cieco che gira in cerchio

in una landa deserta;

il fuscello da un turbine travolto…

Ora sono la tessitrice intenta

al telaio. Fili sono i ricordi

e ne intreccio seriche mappe dove

tu, assetato mio cuore, ti attardi

sulle tracce di emozioni perdute:

ti specchi, a conforto, in trasparenti

rivi canori o intrepido ti addentri

nei grovigli di fitti sottoboschi,

restandovi impigliato senza scampo.

Liberarsi è assumere il mistero

dell’umano tessere, nell’attesa

che il filo, lieve oscillando

all’ultimo respiro, ormai consunto

si spezzi, lì, al confine.

Oltre, aperti i cancelli,

irrompe splendida

la rivelazione.

 

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