Un camper oltre la vacanza
8 Aprile 2025
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Un camper oltre la vacanza

Quando si racconta un’esperienza in camper quasi sempre si fa riferimento a grandi viaggi, vacanze e week-end fuori porta. Spesso si corre il rischio di limitare il veicolo abitativo al solo aspetto ricreazionale, trascurando una funzionalità che va ben oltre lo svago. Mi riferisco ai traslochi delle diverse migrazioni, al lavoro, al teatro, agli hobby, lo sport, i concerti di musica e le università delle figlie.
In quasi 60 anni di vita, ho vissuto quattro trasferimenti, non si tratta più di emigrazione, ma di “nomadismo”, una caratteristica che alcuni umani hanno scritta nel DNA. I miei genitori sono della Basilicata e si sono trasferiti in Molise nel ’65, l’anno prima che nascessi. A Casacalenda ho studiato, le prime esperienze di scrittura con il mensile Rosso di Sera, ho sposato mia moglie, molisana d’origine, ed è nata la primogenita.
Nel ’97, quando avevo 31 anni, in tre ci siamo trasferiti per lavoro a Bologna. Nel ’99 è nata la seconda figlia. A Bologna, la svolta della nostra vita: l’acquisto del primo camper, un Elnagh 570 del ’98, e le prime vacanze. Ci siamo abbonati a Plein Air, il mensile per camperisti, fondato dal nostro compaesano Raffaele Jannucci al quale va il nostro ricordo. Nel 2005 ci trasferiamo di nuovo, alla volta di Chiusa di Pesio in provincia di Cuneo, ma con una particolarità: in agosto compriamo casa e traslochiamo, ma mentre moglie e le figlie vivono già in Piemonte, io per nove mesi, fino all’aprile del 2006, lavoro ancora vicino Bologna, dove decido di vivere in camper. Avere un mutuo non ci permetteva di pagare un altro affitto e altre utenze. Nei mesi in Emilia-Romagna facevo sport, leggevo tanti libri ed andavo a scrivere teatro in una biblioteca. Ad aprile 2006 finisce la “vacanza lavoro”, durata nove mesi, e finalmente trovo lavoro in Piemonte e posso riunirmi così alla mia famiglia. Nel 2015 acquistiamo un nuovo camper C.I. Elegant 380, usato, del ’99. Dal 2018 al 2019 ho cambiato lavoro tre volte in comuni spesso distanti dalla mia famiglia. Questo per dire che avere un camper mi ha sempre permesso di scegliere il lavoro dando precedenza all’esperienza e alla crescita professionale.
Quando si dice “caricare baracca e burattini” per me non è un semplice modo di dire, ma una realtà. Con l’acquisto del camper mi sono semplificato anche la vita artistica. Ho riadattato l’attrezzatura e le scenografie in modo da poterle stipare nei gavoni pronti per la tournée artistica. Il camper offre la possibilità di risparmiare sui tempi e sui costi: un modo agile per fare ricerche sul territorio, produrre teatro o fare l’Artista di Strada.
Il camper risulta essere un valido alleato anche per quanto riguarda gli hobby: la musica e lo sport. Il camper è una soluzione logistica nelle serate in cui mi cimento come DJ. Un’ altra passione di famiglia sono i concerti: con moglie e figlie, capita spesso di fare più di trecento chilometri per partecipare a spettacoli musicali.
Arriva l’università per le figlie, Il camper diventa la soluzione ideale per la sistemazione negli alloggi degli studenti sparsi tra Lombardia, Toscana e Puglia. Nell’agosto 2022, dopo 26 anni, la decisione di tornare a Casacalenda in Molise. Abbiamo preso casa, io sono rientrato solo a dicembre e intanto a Cuneo ho vissuto altri cinque mesi in camper. Oggi il nomadismo continua, attualmente sono pendolare e lavoro sempre come educatore a Montesilvano, in Abruzzo, vivo ancora una volta in camper (anche perché le case sono costose e riservate solo ai turisti!) torno a casa nei weekend, mantenendo così la residenza a Casacalenda. Per me in un certo senso Abruzzo e Molise sono tornate già ad essere una Regione Unica.
Così ogni “Mondo è Paese”, recita un vecchio detto, e tra una figlia che fa una tesi, ironia della sorte, sulle origini del teatro tra Abruzzo e Molise, e l’altra che a marzo 2020, in piena emergenza Covid, scrive nei ringraziamenti della sua: “A mamma e papà, che mi hanno trascinata da una parte all’altra di questo piccolo paese sempre e solo per darmi di più: chi sono oggi è il risultato delle nostre innumerevoli migrazioni, di tutte le nostre case e i nostri camper, delle discussioni protratte oltre il necessario, delle risate fino a star male. Mi avete insegnato tutto voi, specie che tutto sommato i soldi non fanno la felicità (ma che nel dubbio, quando ci sono, tanto vale spenderli)”.
Cos’altro dire? Abitar viaggiando, ormai, per la nostra famiglia non è solo un modo di vivere, ma un sapere scientifico.☺

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