Un candidato credibile per il  centrosinistra
1 Marzo 2018
laFonteTV (3191 articles)
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Un candidato credibile per il centrosinistra

Avete provato a parlare in privato con i politici che si accingono ad affrontare una campagna elettorale? Fatelo è vi renderete conto che la democrazia, almeno fino al giorno degli scrutini, esiste davvero; in televisione sono disposti a fare a cazzotti con avversari e alleati ma in privato sono degli agnellini; chiedono perdono per tutto quello che hanno fatto nei cinque anni precedenti; stringono patti anche col diavolo pur di avere il suo voto; piagnucolano mentre ti raccontano che non dormono più o che hanno continue crisi di panico. Pensate che bello se le elezioni ci fossero ogni 27 del mese!

Questo numero della rivista arriverà in edicola a tumulazione avvenuta. A perdere non saranno i partiti ma l’intero popolo italiano. Il centrosinistra di fatto non esiste più, Renzi e Grasso sono sempre più lontani e il Partito Democratico, neanche con un intervento divino, riuscirà ad ottenere la maggioranza dei seggi in parlamento. Il centrodestra esiste solo sulla scheda elettorale ma in realtà i leader dello schieramento sono divisi quasi su tutto. Intanto i politici a 5 Stelle continuano a studiare senza grandi risultati. C’è tuttavia una linea che li accomuna tutti in questa campagna elettorale: chi più, chi meno, vogliono riempirci di doni. Da noi in Molise, dove oltre alle politiche si svolgeranno a breve anche le elezioni per il rinnovo del consiglio regionale, il clima elettorale ha un altro sapore. Le strategie messe in campo per le prime sono tutte funzionali alla scelta del governo regionale. Qui i toni della rappresentazione vanno dal grottesco al tragico tutti nello stesso spettacolo. In ballo non c’è il futuro della regione ma quello personale di due “perle” del patrimonio politico regionale che fino ad oggi non hanno mostrato grande senso di responsabilità, né verso la loro terra, né verso le loro idee.

Il centrodestra anche qui, come a livello nazionale, appare unito e siccome non ci iscriviamo neanche questa volta al partito dei gonzi, vorremmo, con l’abituale spigolosità che ci viene riconosciuta, dire ciò che il Gotha della destra molisana ha paura addirittura di pensare. L’ex presidente Iorio, candidato al Senato della Repubblica nel collegio unico del Molise ha in più occasioni dichiarato di voler concludere la sua avventura politica da presidente della giunta regionale e fino ad oggi non ha cambiato idea. Durante la campagna elettorale, più volte sollecitato ad esprimersi su questo desiderio, ha rinviato ogni esternazione al dopo voto. Ora, nella improbabile ipotesi Iorio uscisse sconfitto dal confronto con Colavita, candidato indipendente del PD nello stesso collegio, la domanda sorge spontanea: aderirà alla richiesta degli alleati di farsi sostituire da qualcun altro alla guida della regione o presenterà una sua lista accampando un presunto tradimento da parte dei soliti noti? Nel caso in cui invece l’ex governatore, “malauguratamente per il centrodestra”, vincesse la sfida con il suo avversario, il potere d’interdizione passerebbe tutto nelle sue mani e in questo caso, a ragione, potrebbe pretendere, da uomo più votato del Molise, senza neanche dimettersi dalla nuova carica, di essere il candidato unico del centrodestra alla carica di presidente come è già accaduto in precedenti elezioni, oppure, in caso di diniego dei suoi alleati, potrebbe concorrere alla presidenza, con una sua lista personale, restituendo così alla famiglia Patriciello il “regalo” ricevuto cinque anni orsono.

Che vinca o che perda, gli “amici” di Iorio si sono messi in un bel pasticcio. I grandi strateghi del venafrano, consentendo a Iorio di candidarsi al Senato, invece di sbarazzarsi di lui, gli hanno consegnato le chiavi di casa: un autentico boomerang. All’indomani del successo, Iorio sarà nella condizione di usare il consenso ottenuto da Forza Italia per sferrargli il colpo definitivo: scacco matto. La rinuncia del giudice Di Giacomo a correre per il centrodestra, prima ancora di conoscere i risultati elettorali, non va letto come un atto di debolezza, ma come una presa d’atto.

Per il centrosinistra le cose vanno anche peggio. Qui la divisione c’è e si vede anche. Un fenomeno tutto casereccio sembra essere la furbata dell’Ulivo 2.0, appositamente studiata dall’attuale senatore Ruta, ex democristiano, fondatore della Margherita, che da oltre un quarto di secolo decide del destino della sinistra molisana, oltre che quello di Frattura, sua magnifica creatura. Il senatore, pur militando ancora nel PD di Renzi, insieme all’on. Leva, transitati in Liberi e Uguali e ad altri generali senza esercito, ha deciso di creare il quarto polo, alla faccia di Prodi e del suo Ulivo. Questa volata non si tratta di operazione trasformistica ma di percorso kafkiano.

Il vero fatto nuovo di questa iniziativa è che alcuni partiti di sinistra, incapaci di fare politica, hanno abdicato a favore di uno trombato dal PD. Dicono di voler unire il centrosinistra e per questo decidono di fare il quarto polo tutto di sinistra e a guida democristiana. Questa operazione servirà unicamente a distruggere, in modo definitivo, quel poco che è rimasto a sinistra ma siccome al peggio non vi è limite alcuno, ancora più penoso appare l’atteggiamento dell’attuale governatore che, ormai spremuto come un limone dai suoi ex amici, aspetta fiducioso il ritorno di Patriciello, costretto, dopo lo scacco di Iorio, a giocare un’altra partita, e così di poli ce ne saranno sempre di più e di voti sempre di meno. Al centrosinistra, nonostante ciò, basterebbe poco per vincere alle prossime regionali: un programma condiviso con la gente e un candidato credibile, di grande esperienza, capace di sostenere il confronto con Michele Iorio. ☺

 

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