Un proprio cimitero
Per il mese dei defunti non si poteva non trascegliere dalla raccolta di Alessandro Fo, Filo spinato (Einaudi 2021), questa lirica che, fra le altre cose, accenna al motivo della morte in prigionia e a un cimitero annesso a un carcere. Si tratta del carcere di Santo Stefano, costruito in epoca borbonica nell’omonima isola dell’ arcipelago delle Isole ponziane e reso celebre dal fatto che, durante il ventennio fascista, vi fu recluso anche Sandro Pertini. Non un fiore, non un cero in questo fazzoletto di terra, che possiamo però immaginare come l’unico vero luogo di liberazione…
Laura de Noves
alta sicurezza
È, la galera, assai poco sicura.
In molti modi ci si può far male.
Basta a volte una goccia,
per scivolare mentre fai la doccia.
Molto frequente è cadere per le scale.
Nell’ora d’aria, andante senza moto,
non è così anormale
fratturarsi una gamba, e poi alla cella
tornarsene in barella.
C’è un carcere, in Italia, che va fiero
d’averci pure un proprio cimitero.
Se qualcuno ha commesso un grave torto,
a volte manco i suoi vogliono il corpo.
Così, il giorno che giace
(suicida… o suicidato…), cerca pace
fra quelle stesse mura,
estrema sua dimora.
E più non ne uscirà, nemmeno morto.
