Estate insolita, quest’anno. Sta per finire, eppure i giornali e le televisioni non hanno mai smesso di parlare di politica. Gli esperti di comunicazione che per il periodo estivo preparano dei pranzetti gustosi a base di cultura e gossip, sono stati costretti a buttare tutto nella spazzatura. Berlusconi e la sua carovana mediatica non si danno pace per aver scoperto uno dei loro con le mani nella marmellata e questa volta hanno detto basta col malaffare: Fini deve andar via, uno così non può fare il Presidente della Camera dei Deputati, parola di Capezzone. Nel PDL quando devono dire una panzana l’affidano all’ex radicale cresciuto alla scuola di Pannella. Infatti è bastata la minaccia finiana di rivelare ai giornali fatti non noti della politica berlusconiana e i segnali di pace non si sono fatti attendere: povero Capezzone non ne azzecca una!
Nel Molise le cose non vanno meglio che in altri posti. Il Presidente Iorio ci ha regalato una manovra economica che impone tagli e sacrifici per i soliti noti, mentre si vocifera di un ennesimo prestito (la Regione Molise ha acquistato prodotti di finanza derivata per 254 milioni di euro) per consentire che i lavori di ricostruzione nelle zone terremotate non si blocchino così come sta accadendo: che strano! Il Commissario e il suo sub hanno sempre detto che i soldi c’erano e che sindaci e tecnici erano in ritardo: oggi si scopre che non solo i soldi sono finiti per la preparazione della succulenta ricetta di patate e seppie, ma anche che per completare la ricostruzione la Regione dovrà contrarre dei mutui e che gli stessi si trasformeranno in tasse per i soli cittadini Molisani, esempio luminoso di federalismo. Mentre per tutti gli altri terremoti, precedenti e successivi al nostro, lo Stato centrale ha provveduto a finanziare la ricostruzione, per il Modello Molise si profila la reale possibilità che i debiti fatti da Iorio li pagheremo noi Molisani, così come accade per la Sanità, dopo che per sessant’anni abbiamo contribuito, insieme agli altri Italiani, per ogni sorta di calamità.
Ormai tutte le scelte del Governo regionale puntano verso un unico obiettivo: arrivare alle elezioni di novembre 2011 senza traumi, spostando in avanti gli effetti di tutte le scelte impopolari che si riverseranno sui Molisani solo dopo le elezioni. Inutile ricordare che “mentre gli statisti pensano alle future generazioni i politici pensano solo alle prossime elezioni” purtroppo: della prima specie, nel Molise se ne sconosce la presenza. Alle pur nobili categorie anzidette se ne aggiunge una terza, quella dei politicanti, costituita da millantatori, ciarlatani e “quaquaraquà”. Sono quelli che quando arrivano ti allungano la mano, a volte ti baciano e ti dicono, a voce bassa: sto lavorando per te, fatti sentire, vienimi a trovare. Di questa terza specie ne è piena la nostra Regione e a volte fa a gara per farsi assegnare il premio fedeltà dal Padrone di turno.
Ma parlando di miserie non possiamo non occuparci di quelle di casa nostra dove la società civile, i giovani, gli intellettuali, il mondo del lavoro esprimono la migliore delle culture possibili e la politica la peggiore. Anche quest’anno a Casacalenda, dal 3 all’8 di agosto, si sono svolte le manifestazioni di Molise Cinema. Il Concorso che cresce nella qualità e nella quantità di eventi, ha sopportato con eleganza l’indifferenza della Regione la quale finanzia solo eventi culturali promossi dalle cricche di amici e parenti (finanziamento IMAM, sonoramente bocciato dal Tar Molise) dimenticando che la stessa viene citata dai media nazionali in termini positivi solo quando si parla di Molise Cinema. Anche il Comune non ha brillato per impegno. L’assenza del Sindaco e dell’amministrazione comunale all’apertura del Concorso ha messo in luce il pesante imbarazzo per la mancata conferma del Direttore del Festival quale Presidente del lascito Caradonio Di Blasio, sostituito dalla più gettonata ex assessore alla cultura, bocciata alle elezioni comunali. Purtroppo quando ci sono patti elettorali da rispettare non c’è meritocrazia che tenga! Mettere in giunta un consigliere di opposizione, oltre che un rappresentante indicato da una parte della sinistra, ha consentito al centrodestra paesano di sperimentare una formula nuova di alleanze sconosciuta nel Paese, quella della maggioranza senza la minoranza.
Naturalmente queste genialità hanno bisogno di qualche sacrificio che nel caso di specie è stato pagato da “quelli di Molise Cinema” quanto all’effetto più immediato e dall’intera comunità se si considera che l’assenza di una opposizione non consente ai cittadini, attraverso i sui rappresentanti, di operare un indispensabile controllo sull’azione amministrativa.
Se l’amministrazione Comunale di Casacalenda ha potuto appaltare ad una impresa di fuori Regione un servizio che non esiste – perché privo di accreditamento della Regione – la RSA, ex Centro Sociale Mater Dei, realizzata con i contributi dell’art.15 (quelli del terremoto) senza peraltro prevedere nessuna preferenza per le aziende che hanno subìto danni per il terremoto, è solo perché nessuno ha avuto la possibilità di esercitare un indispensabile controllo.
Se la riqualificazione di Piazza Mercato, sempre a Casacalenda, realizzata con i soldi del terremoto, ha interessato solo un lato di Corso Roma, quello nobile, ove abita un Consigliere regionale, è solo perché la democrazia non dimora più in questo Comune. ☺
Alla lettera ai sindaci del numero precedente finora ha risposto un solo sindaco. Attendiamo che finiscano tutti le ferie per dar conto dei dati sul terremoto.
Estate insolita, quest’anno. Sta per finire, eppure i giornali e le televisioni non hanno mai smesso di parlare di politica. Gli esperti di comunicazione che per il periodo estivo preparano dei pranzetti gustosi a base di cultura e gossip, sono stati costretti a buttare tutto nella spazzatura. Berlusconi e la sua carovana mediatica non si danno pace per aver scoperto uno dei loro con le mani nella marmellata e questa volta hanno detto basta col malaffare: Fini deve andar via, uno così non può fare il Presidente della Camera dei Deputati, parola di Capezzone. Nel PDL quando devono dire una panzana l’affidano all’ex radicale cresciuto alla scuola di Pannella. Infatti è bastata la minaccia finiana di rivelare ai giornali fatti non noti della politica berlusconiana e i segnali di pace non si sono fatti attendere: povero Capezzone non ne azzecca una!
Nel Molise le cose non vanno meglio che in altri posti. Il Presidente Iorio ci ha regalato una manovra economica che impone tagli e sacrifici per i soliti noti, mentre si vocifera di un ennesimo prestito (la Regione Molise ha acquistato prodotti di finanza derivata per 254 milioni di euro) per consentire che i lavori di ricostruzione nelle zone terremotate non si blocchino così come sta accadendo: che strano! Il Commissario e il suo sub hanno sempre detto che i soldi c’erano e che sindaci e tecnici erano in ritardo: oggi si scopre che non solo i soldi sono finiti per la preparazione della succulenta ricetta di patate e seppie, ma anche che per completare la ricostruzione la Regione dovrà contrarre dei mutui e che gli stessi si trasformeranno in tasse per i soli cittadini Molisani, esempio luminoso di federalismo. Mentre per tutti gli altri terremoti, precedenti e successivi al nostro, lo Stato centrale ha provveduto a finanziare la ricostruzione, per il Modello Molise si profila la reale possibilità che i debiti fatti da Iorio li pagheremo noi Molisani, così come accade per la Sanità, dopo che per sessant’anni abbiamo contribuito, insieme agli altri Italiani, per ogni sorta di calamità.
Ormai tutte le scelte del Governo regionale puntano verso un unico obiettivo: arrivare alle elezioni di novembre 2011 senza traumi, spostando in avanti gli effetti di tutte le scelte impopolari che si riverseranno sui Molisani solo dopo le elezioni. Inutile ricordare che “mentre gli statisti pensano alle future generazioni i politici pensano solo alle prossime elezioni” purtroppo: della prima specie, nel Molise se ne sconosce la presenza. Alle pur nobili categorie anzidette se ne aggiunge una terza, quella dei politicanti, costituita da millantatori, ciarlatani e “quaquaraquà”. Sono quelli che quando arrivano ti allungano la mano, a volte ti baciano e ti dicono, a voce bassa: sto lavorando per te, fatti sentire, vienimi a trovare. Di questa terza specie ne è piena la nostra Regione e a volte fa a gara per farsi assegnare il premio fedeltà dal Padrone di turno.
Ma parlando di miserie non possiamo non occuparci di quelle di casa nostra dove la società civile, i giovani, gli intellettuali, il mondo del lavoro esprimono la migliore delle culture possibili e la politica la peggiore. Anche quest’anno a Casacalenda, dal 3 all’8 di agosto, si sono svolte le manifestazioni di Molise Cinema. Il Concorso che cresce nella qualità e nella quantità di eventi, ha sopportato con eleganza l’indifferenza della Regione la quale finanzia solo eventi culturali promossi dalle cricche di amici e parenti (finanziamento IMAM, sonoramente bocciato dal Tar Molise) dimenticando che la stessa viene citata dai media nazionali in termini positivi solo quando si parla di Molise Cinema. Anche il Comune non ha brillato per impegno. L’assenza del Sindaco e dell’amministrazione comunale all’apertura del Concorso ha messo in luce il pesante imbarazzo per la mancata conferma del Direttore del Festival quale Presidente del lascito Caradonio Di Blasio, sostituito dalla più gettonata ex assessore alla cultura, bocciata alle elezioni comunali. Purtroppo quando ci sono patti elettorali da rispettare non c’è meritocrazia che tenga! Mettere in giunta un consigliere di opposizione, oltre che un rappresentante indicato da una parte della sinistra, ha consentito al centrodestra paesano di sperimentare una formula nuova di alleanze sconosciuta nel Paese, quella della maggioranza senza la minoranza.
Naturalmente queste genialità hanno bisogno di qualche sacrificio che nel caso di specie è stato pagato da “quelli di Molise Cinema” quanto all’effetto più immediato e dall’intera comunità se si considera che l’assenza di una opposizione non consente ai cittadini, attraverso i sui rappresentanti, di operare un indispensabile controllo sull’azione amministrativa.
Se l’amministrazione Comunale di Casacalenda ha potuto appaltare ad una impresa di fuori Regione un servizio che non esiste – perché privo di accreditamento della Regione – la RSA, ex Centro Sociale Mater Dei, realizzata con i contributi dell’art.15 (quelli del terremoto) senza peraltro prevedere nessuna preferenza per le aziende che hanno subìto danni per il terremoto, è solo perché nessuno ha avuto la possibilità di esercitare un indispensabile controllo.
Se la riqualificazione di Piazza Mercato, sempre a Casacalenda, realizzata con i soldi del terremoto, ha interessato solo un lato di Corso Roma, quello nobile, ove abita un Consigliere regionale, è solo perché la democrazia non dimora più in questo Comune. ☺
Alla lettera ai sindaci del numero precedente finora ha risposto un solo sindaco. Attendiamo che finiscano tutti le ferie per dar conto dei dati sul terremoto.
Estate insolita, quest’anno. Sta per finire, eppure i giornali e le televisioni non hanno mai smesso di parlare di politica. Gli esperti di comunicazione che per il periodo estivo preparano dei pranzetti gustosi a base di cultura e gossip, sono stati costretti a buttare tutto nella spazzatura. Berlusconi e la sua carovana mediatica non si danno pace per aver scoperto uno dei loro con le mani nella marmellata e questa volta hanno detto basta col malaffare: Fini deve andar via, uno così non può fare il Presidente della Camera dei Deputati, parola di Capezzone. Nel PDL quando devono dire una panzana l’affidano all’ex radicale cresciuto alla scuola di Pannella. Infatti è bastata la minaccia finiana di rivelare ai giornali fatti non noti della politica berlusconiana e i segnali di pace non si sono fatti attendere: povero Capezzone non ne azzecca una!
Nel Molise le cose non vanno meglio che in altri posti. Il Presidente Iorio ci ha regalato una manovra economica che impone tagli e sacrifici per i soliti noti, mentre si vocifera di un ennesimo prestito (la Regione Molise ha acquistato prodotti di finanza derivata per 254 milioni di euro) per consentire che i lavori di ricostruzione nelle zone terremotate non si blocchino così come sta accadendo: che strano! Il Commissario e il suo sub hanno sempre detto che i soldi c’erano e che sindaci e tecnici erano in ritardo: oggi si scopre che non solo i soldi sono finiti per la preparazione della succulenta ricetta di patate e seppie, ma anche che per completare la ricostruzione la Regione dovrà contrarre dei mutui e che gli stessi si trasformeranno in tasse per i soli cittadini Molisani, esempio luminoso di federalismo. Mentre per tutti gli altri terremoti, precedenti e successivi al nostro, lo Stato centrale ha provveduto a finanziare la ricostruzione, per il Modello Molise si profila la reale possibilità che i debiti fatti da Iorio li pagheremo noi Molisani, così come accade per la Sanità, dopo che per sessant’anni abbiamo contribuito, insieme agli altri Italiani, per ogni sorta di calamità.
Ormai tutte le scelte del Governo regionale puntano verso un unico obiettivo: arrivare alle elezioni di novembre 2011 senza traumi, spostando in avanti gli effetti di tutte le scelte impopolari che si riverseranno sui Molisani solo dopo le elezioni. Inutile ricordare che “mentre gli statisti pensano alle future generazioni i politici pensano solo alle prossime elezioni” purtroppo: della prima specie, nel Molise se ne sconosce la presenza. Alle pur nobili categorie anzidette se ne aggiunge una terza, quella dei politicanti, costituita da millantatori, ciarlatani e “quaquaraquà”. Sono quelli che quando arrivano ti allungano la mano, a volte ti baciano e ti dicono, a voce bassa: sto lavorando per te, fatti sentire, vienimi a trovare. Di questa terza specie ne è piena la nostra Regione e a volte fa a gara per farsi assegnare il premio fedeltà dal Padrone di turno.
Ma parlando di miserie non possiamo non occuparci di quelle di casa nostra dove la società civile, i giovani, gli intellettuali, il mondo del lavoro esprimono la migliore delle culture possibili e la politica la peggiore. Anche quest’anno a Casacalenda, dal 3 all’8 di agosto, si sono svolte le manifestazioni di Molise Cinema. Il Concorso che cresce nella qualità e nella quantità di eventi, ha sopportato con eleganza l’indifferenza della Regione la quale finanzia solo eventi culturali promossi dalle cricche di amici e parenti (finanziamento IMAM, sonoramente bocciato dal Tar Molise) dimenticando che la stessa viene citata dai media nazionali in termini positivi solo quando si parla di Molise Cinema. Anche il Comune non ha brillato per impegno. L’assenza del Sindaco e dell’amministrazione comunale all’apertura del Concorso ha messo in luce il pesante imbarazzo per la mancata conferma del Direttore del Festival quale Presidente del lascito Caradonio Di Blasio, sostituito dalla più gettonata ex assessore alla cultura, bocciata alle elezioni comunali. Purtroppo quando ci sono patti elettorali da rispettare non c’è meritocrazia che tenga! Mettere in giunta un consigliere di opposizione, oltre che un rappresentante indicato da una parte della sinistra, ha consentito al centrodestra paesano di sperimentare una formula nuova di alleanze sconosciuta nel Paese, quella della maggioranza senza la minoranza.
Naturalmente queste genialità hanno bisogno di qualche sacrificio che nel caso di specie è stato pagato da “quelli di Molise Cinema” quanto all’effetto più immediato e dall’intera comunità se si considera che l’assenza di una opposizione non consente ai cittadini, attraverso i sui rappresentanti, di operare un indispensabile controllo sull’azione amministrativa.
Se l’amministrazione Comunale di Casacalenda ha potuto appaltare ad una impresa di fuori Regione un servizio che non esiste – perché privo di accreditamento della Regione – la RSA, ex Centro Sociale Mater Dei, realizzata con i contributi dell’art.15 (quelli del terremoto) senza peraltro prevedere nessuna preferenza per le aziende che hanno subìto danni per il terremoto, è solo perché nessuno ha avuto la possibilità di esercitare un indispensabile controllo.
Se la riqualificazione di Piazza Mercato, sempre a Casacalenda, realizzata con i soldi del terremoto, ha interessato solo un lato di Corso Roma, quello nobile, ove abita un Consigliere regionale, è solo perché la democrazia non dimora più in questo Comune. ☺
Alla lettera ai sindaci del numero precedente finora ha risposto un solo sindaco. Attendiamo che finiscano tutti le ferie per dar conto dei dati sul terremoto.
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