Fino ad aggi questo periodico si è occupato diffusamente di terremoto e, per farlo, ha attinto agli atti elaborati dalla Protezione Civile, dall’Ufficio del Commissario delegato e dalla Commissione di Controllo della Corte dei Conti, sperando di offrire un servizio utile, non solo ai lettori de la fonte ma a tutti i cittadini terremotati. Le poche carte messe a disposizione dalla Pubblica Amministrazione hanno tuttavia messo in luce un quadro complessivamente poco edificante, squilibrato e approssimativo. Dai documenti pubblicati abbiamo appreso che i flussi finanziari, per la verità insufficienti, hanno privilegiato alcune zone meno di altre, altrettanto colpite dal sisma, provocando grandi discriminazioni tra chi ha usufruito di aiuti pubblici, anche senza essere uscito mai di casa e chi ancora abita nelle casette di legno. Tutto ciò è accaduto sostanzialmente per motivi riconducibili alla assoluta responsabilità del Commissario delegato, il quale non ha mai preteso che il Parlamento legiferasse in tal senso, così come avvenuto per Umbria e Marche, ultimo esempio di ricostruzione non mediatica. A tutto ciò va aggiunto che il nostro Governatore, con atti di “dubbia legittimità”, ha esteso l’area del cratere a dismisura, portando il numero dei comuni da 14 ad 83, con procedure che risultano sin da subito ingiustificate agli organi del Dipartimento della Protezione Civile che esercitano il controllo sugli atti del Commissario delegato. È da sottolineare, infine, l’assoluta inefficacia del programma pluriennale di interventi diretti alla ripresa produttiva dei territori colpiti dal sisma e dell’alluvione. Non risulta a noi che queste misure abbiano creato un solo posto di lavoro stabile in tutto il Molise.
Nei prossimi mesi vorremmo continuare ad occuparci della ricostruzione dando voce ai 14 comuni del cratere, per comprendere come gli stessi abbiano affrontato i problemi causati dal sisma e quali azioni abbiano messo in campo per il successivo rilancio delle attività produttive sul loro territorio. A tale proposito abbiamo elaborato alcune domande che sottoporremo ai sindaci dei Comuni interessati.
Egregio Sig. Sindaco, nel suo comune, dal 31/10/2002, giorno del sisma:
1) quanti euro sono stati impiegati per i primi interventi di messa in sicurezza?
2) quanti euro sono stati impiegati per far fronte all’autonoma sistemazione?
3) quante sono le abitazioni provvisorie realizzate e quanto è stato speso per le stesse?
4) quante sono le abitazioni acquistate dalla Regione e quanto è stato speso per le stesse?
5) quanti contributi sono stati erogati per la riparazione funzionale (20.000 euro) e quanti restano da finanziare?
6) quanti progetti sono stati finanziati e quanti restano da finanziare in classe A?
7) quanti progetti nelle altre classi sono ancora da finanziare?
8) quanti beni pubblici (scuole, uffici, strade, piazze, ecc.) danneggiati sono stati finanziati, quanti sono quelli definanziati e quanti restano da finanziare?
9) quanti edifici di culto danneggiati sono stati finanziati e quanti ancora da finanziare?
10) quante aziende produttive/agricole danneggiate di classe A bis sono state ristrutturate e quante restano da sistemare?
11) quante e quali imprese edili hanno eseguito lavori con fondi del terremoto?
12) quanti e quali tecnici sono stati impegnati nella ricostruzione?
13) quanti progetti pubblici e privati sono stati finanziati con i fondi dell’art.15?
14) preso atto che dopo otto anni dal sisma il governo nazionale, pur non avendo prorogato lo stato di emergenza, ha riconosciuto al nostro territorio lo stato di criticità, quali sono stati gli ostacoli che non le hanno consentito di rientrare nella ordinarietà?
Con questa iniziativa vorremmo mettere in moto una prassi che consenta a tutti i cittadini di esprimere un consapevole giudizio sulla base dei risultati raggiunti dai comuni più colpiti dal sisma e nello stesso tempo consentire agli stessi di comunicare successi e difficoltà incontrate nel gravoso compito della ricostruzione.☺
Fino ad aggi questo periodico si è occupato diffusamente di terremoto e, per farlo, ha attinto agli atti elaborati dalla Protezione Civile, dall’Ufficio del Commissario delegato e dalla Commissione di Controllo della Corte dei Conti, sperando di offrire un servizio utile, non solo ai lettori de la fonte ma a tutti i cittadini terremotati. Le poche carte messe a disposizione dalla Pubblica Amministrazione hanno tuttavia messo in luce un quadro complessivamente poco edificante, squilibrato e approssimativo. Dai documenti pubblicati abbiamo appreso che i flussi finanziari, per la verità insufficienti, hanno privilegiato alcune zone meno di altre, altrettanto colpite dal sisma, provocando grandi discriminazioni tra chi ha usufruito di aiuti pubblici, anche senza essere uscito mai di casa e chi ancora abita nelle casette di legno. Tutto ciò è accaduto sostanzialmente per motivi riconducibili alla assoluta responsabilità del Commissario delegato, il quale non ha mai preteso che il Parlamento legiferasse in tal senso, così come avvenuto per Umbria e Marche, ultimo esempio di ricostruzione non mediatica. A tutto ciò va aggiunto che il nostro Governatore, con atti di “dubbia legittimità”, ha esteso l’area del cratere a dismisura, portando il numero dei comuni da 14 ad 83, con procedure che risultano sin da subito ingiustificate agli organi del Dipartimento della Protezione Civile che esercitano il controllo sugli atti del Commissario delegato. È da sottolineare, infine, l’assoluta inefficacia del programma pluriennale di interventi diretti alla ripresa produttiva dei territori colpiti dal sisma e dell’alluvione. Non risulta a noi che queste misure abbiano creato un solo posto di lavoro stabile in tutto il Molise.
Nei prossimi mesi vorremmo continuare ad occuparci della ricostruzione dando voce ai 14 comuni del cratere, per comprendere come gli stessi abbiano affrontato i problemi causati dal sisma e quali azioni abbiano messo in campo per il successivo rilancio delle attività produttive sul loro territorio. A tale proposito abbiamo elaborato alcune domande che sottoporremo ai sindaci dei Comuni interessati.
Egregio Sig. Sindaco, nel suo comune, dal 31/10/2002, giorno del sisma:
1) quanti euro sono stati impiegati per i primi interventi di messa in sicurezza?
2) quanti euro sono stati impiegati per far fronte all’autonoma sistemazione?
3) quante sono le abitazioni provvisorie realizzate e quanto è stato speso per le stesse?
4) quante sono le abitazioni acquistate dalla Regione e quanto è stato speso per le stesse?
5) quanti contributi sono stati erogati per la riparazione funzionale (20.000 euro) e quanti restano da finanziare?
6) quanti progetti sono stati finanziati e quanti restano da finanziare in classe A?
7) quanti progetti nelle altre classi sono ancora da finanziare?
8) quanti beni pubblici (scuole, uffici, strade, piazze, ecc.) danneggiati sono stati finanziati, quanti sono quelli definanziati e quanti restano da finanziare?
9) quanti edifici di culto danneggiati sono stati finanziati e quanti ancora da finanziare?
10) quante aziende produttive/agricole danneggiate di classe A bis sono state ristrutturate e quante restano da sistemare?
11) quante e quali imprese edili hanno eseguito lavori con fondi del terremoto?
12) quanti e quali tecnici sono stati impegnati nella ricostruzione?
13) quanti progetti pubblici e privati sono stati finanziati con i fondi dell’art.15?
14) preso atto che dopo otto anni dal sisma il governo nazionale, pur non avendo prorogato lo stato di emergenza, ha riconosciuto al nostro territorio lo stato di criticità, quali sono stati gli ostacoli che non le hanno consentito di rientrare nella ordinarietà?
Con questa iniziativa vorremmo mettere in moto una prassi che consenta a tutti i cittadini di esprimere un consapevole giudizio sulla base dei risultati raggiunti dai comuni più colpiti dal sisma e nello stesso tempo consentire agli stessi di comunicare successi e difficoltà incontrate nel gravoso compito della ricostruzione.☺
Fino ad aggi questo periodico si è occupato diffusamente di terremoto e, per farlo, ha attinto agli atti elaborati dalla Protezione Civile, dall’Ufficio del Commissario delegato e dalla Commissione di Controllo della Corte dei Conti, sperando di offrire un servizio utile, non solo ai lettori de la fonte ma a tutti i cittadini terremotati. Le poche carte messe a disposizione dalla Pubblica Amministrazione hanno tuttavia messo in luce un quadro complessivamente poco edificante, squilibrato e approssimativo. Dai documenti pubblicati abbiamo appreso che i flussi finanziari, per la verità insufficienti, hanno privilegiato alcune zone meno di altre, altrettanto colpite dal sisma, provocando grandi discriminazioni tra chi ha usufruito di aiuti pubblici, anche senza essere uscito mai di casa e chi ancora abita nelle casette di legno. Tutto ciò è accaduto sostanzialmente per motivi riconducibili alla assoluta responsabilità del Commissario delegato, il quale non ha mai preteso che il Parlamento legiferasse in tal senso, così come avvenuto per Umbria e Marche, ultimo esempio di ricostruzione non mediatica. A tutto ciò va aggiunto che il nostro Governatore, con atti di “dubbia legittimità”, ha esteso l’area del cratere a dismisura, portando il numero dei comuni da 14 ad 83, con procedure che risultano sin da subito ingiustificate agli organi del Dipartimento della Protezione Civile che esercitano il controllo sugli atti del Commissario delegato. È da sottolineare, infine, l’assoluta inefficacia del programma pluriennale di interventi diretti alla ripresa produttiva dei territori colpiti dal sisma e dell’alluvione. Non risulta a noi che queste misure abbiano creato un solo posto di lavoro stabile in tutto il Molise.
Nei prossimi mesi vorremmo continuare ad occuparci della ricostruzione dando voce ai 14 comuni del cratere, per comprendere come gli stessi abbiano affrontato i problemi causati dal sisma e quali azioni abbiano messo in campo per il successivo rilancio delle attività produttive sul loro territorio. A tale proposito abbiamo elaborato alcune domande che sottoporremo ai sindaci dei Comuni interessati.
Egregio Sig. Sindaco, nel suo comune, dal 31/10/2002, giorno del sisma:
1) quanti euro sono stati impiegati per i primi interventi di messa in sicurezza?
2) quanti euro sono stati impiegati per far fronte all’autonoma sistemazione?
3) quante sono le abitazioni provvisorie realizzate e quanto è stato speso per le stesse?
4) quante sono le abitazioni acquistate dalla Regione e quanto è stato speso per le stesse?
5) quanti contributi sono stati erogati per la riparazione funzionale (20.000 euro) e quanti restano da finanziare?
6) quanti progetti sono stati finanziati e quanti restano da finanziare in classe A?
7) quanti progetti nelle altre classi sono ancora da finanziare?
8) quanti beni pubblici (scuole, uffici, strade, piazze, ecc.) danneggiati sono stati finanziati, quanti sono quelli definanziati e quanti restano da finanziare?
9) quanti edifici di culto danneggiati sono stati finanziati e quanti ancora da finanziare?
10) quante aziende produttive/agricole danneggiate di classe A bis sono state ristrutturate e quante restano da sistemare?
11) quante e quali imprese edili hanno eseguito lavori con fondi del terremoto?
12) quanti e quali tecnici sono stati impegnati nella ricostruzione?
13) quanti progetti pubblici e privati sono stati finanziati con i fondi dell’art.15?
14) preso atto che dopo otto anni dal sisma il governo nazionale, pur non avendo prorogato lo stato di emergenza, ha riconosciuto al nostro territorio lo stato di criticità, quali sono stati gli ostacoli che non le hanno consentito di rientrare nella ordinarietà?
Con questa iniziativa vorremmo mettere in moto una prassi che consenta a tutti i cittadini di esprimere un consapevole giudizio sulla base dei risultati raggiunti dai comuni più colpiti dal sisma e nello stesso tempo consentire agli stessi di comunicare successi e difficoltà incontrate nel gravoso compito della ricostruzione.☺
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