Ricorre l’anno internazionale dei suoli e ciò da motivo e spunto per rilanciare una tematica di estrema importanza ambientale oltre che economica e occupazionale. Parlare di “suolo”, oltre ad aver assunto una importanza accademica tra gli studiosi e tra le associazioni ambientalistiche, sta diventando una esigenza fondamentale per riequilibrare quell’indiscriminato abuso che del suolo è stato fatto.
È proprio un suolo in condizioni naturali che fornisce a noi tutti i servizi ecosistemici per la nostra sopravvivenza, quali i prodotti alimentari e le riserve e la regolazione della qualità dell’acqua che beviamo. Senza contare la sua importanza nell’azione di protezione e mitigazione dei fenomeni idrologici, sia di quelli “normali”, che si ripetono, cioè, anno dopo anno e a cui siamo, per così dire, abituati, sia di quelli “estremi”, quali i fenomeni alluvionali del Basso Molise del 2003 o le veementi mareggiate avutesi su gran parte della costa adriatica, compresa quella molisana in località Rio Vivo, nella prima decade di Febbraio di quest’anno.
Il suolo esercita la sua azione nei confronti della regolazione del clima, della cattura e stoccaggio del carbonio, nonché quale supporto fisico e nella decomposizione e mineralizzazione della materia organica, nel controllo degli habitat delle specie viventi, nella conservazione del patrimonio naturale e paesaggistico.
D’altronde, i ricorrenti disastri geologici, i continui ritrovamenti di aree contaminate ne evidenziano sempre più spesso la sua fragilità. Le scorrette pratiche agricole, zootecniche e forestali, le spesso fuori controllo dinamiche insediative del recente passato, le variazioni d’uso e gli effetti locali dei cambiamenti ambientali originano gravi processi di degrado ripercuotibili sulla funzionalità del suolo.
La costruzione di nuovi edifici, di capannoni e/o interventi relativi all’ infrastrutturazione del territorio sono tutte azioni che comportano la perdita di una risorsa ambientale fondamentale, in seguito all’occupazione di superficie originariamente agricola o naturale. Si parla di copertura artificiale del suolo ovvero di suolo consumato, di cui l’ impermeabilizzazione costituisce la forma più evidente. Altre forme di copertura artificiale possono essere quelle dovute ad asportazione per escavazione o a quelle relative a fenomeni di contaminazione più o meno duraturi.
Cosa fare? Se ne parlerà in un prossimo convegno nazionale organizzato da ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e dal Forum Salviamo il Paesaggio il prossimo 5 Maggio a Milano,“Con lo scopo di riunire le varie comunità (scientifiche, istituzionali, professionali e sociali) che a vario titolo si occupano dell’uso e consumo di suolo, e per avviare un percorso che consenta di affrontare la materia con approccio multidisciplinare, ISPRA e il Forum Salviamo il Paesaggio stanno organizzando un convegno scientifico che, come si legge nei documenti preparatori del convegno, nell’anno internazionale dei suoli, intende affrontare i seguenti aspetti”:
1. il monitoraggio dello stato del consumo di suolo;
2. le conseguenze delle diverse forme di consumo di suolo sulle componenti ambientali, incluse le funzioni ecologiche che esse svolgono e considerando le implicazioni economiche di questi impatti, come la perdita di capitale naturale e di servizi ecosistemici;
3. le pressioni delle diverse forme di consumo di suolo sulle varie componenti (agricoltura, foreste e ambienti naturali, paesaggio, acque sotterranee, acque superficiali, atmosfera, biocenosi, etc.);
4. le cause determinanti del consumo di suolo;
5. la valutazione delle risposte in termini di strategie e strumenti di intervento possibili, nonché della sostenibilità di uno stop al consumo di suolo netto, previsto dall’Unione Europea entro il 2050.
“L’elemento innovativo del convegno è la partecipazione congiunta di comunità diverse, fondata sull’idea che per affrontare in modo efficace il problema dell’eccessivo consumo di suolo sia necessario fornire una informazione completa a tutti gli attori coinvolti”.
Noi auspichiamo che a seguito dell’evento nazionale si attivino i territori per creare quella connessione multidisciplinare e interistituzionale indispensabile per pianificare progetti di recupero e sviluppo del territorio. Recupero e sviluppo che in particolare per la nostra regione, (dopo l’inarrestabile fallimento della pseudo industrializzazione) possono, tuttora, rappresentare un forte impulso al rilancio di un uso intelligente del territorio.
La valorizzazione dei suoli, anche con la creazione di aree adibite a parchi e la contemporanea rigenerazione dei suoli abusati, è un processo complesso, che richiede, oltre ad un impegno economico un approccio culturale diverso che consegni al futuro la centralità e la peculiarità del territorio visto come un bene da salvaguardare e dal quale trarre profitto economico per coloro che vogliano specializzarsi nelle molteplici attività che ruotano intorno alla “gestione del territorio”.
La Sigea farà la sua parte.☺
*Dirigente Sigea (Società Italiana di Geologia Ambientale)
Ricorre l’anno internazionale dei suoli e ciò da motivo e spunto per rilanciare una tematica di estrema importanza ambientale oltre che economica e occupazionale. Parlare di “suolo”, oltre ad aver assunto una importanza accademica tra gli studiosi e tra le associazioni ambientalistiche, sta diventando una esigenza fondamentale per riequilibrare quell’indiscriminato abuso che del suolo è stato fatto.
È proprio un suolo in condizioni naturali che fornisce a noi tutti i servizi ecosistemici per la nostra sopravvivenza, quali i prodotti alimentari e le riserve e la regolazione della qualità dell’acqua che beviamo. Senza contare la sua importanza nell’azione di protezione e mitigazione dei fenomeni idrologici, sia di quelli “normali”, che si ripetono, cioè, anno dopo anno e a cui siamo, per così dire, abituati, sia di quelli “estremi”, quali i fenomeni alluvionali del Basso Molise del 2003 o le veementi mareggiate avutesi su gran parte della costa adriatica, compresa quella molisana in località Rio Vivo, nella prima decade di Febbraio di quest’anno.
Il suolo esercita la sua azione nei confronti della regolazione del clima, della cattura e stoccaggio del carbonio, nonché quale supporto fisico e nella decomposizione e mineralizzazione della materia organica, nel controllo degli habitat delle specie viventi, nella conservazione del patrimonio naturale e paesaggistico.
D’altronde, i ricorrenti disastri geologici, i continui ritrovamenti di aree contaminate ne evidenziano sempre più spesso la sua fragilità. Le scorrette pratiche agricole, zootecniche e forestali, le spesso fuori controllo dinamiche insediative del recente passato, le variazioni d’uso e gli effetti locali dei cambiamenti ambientali originano gravi processi di degrado ripercuotibili sulla funzionalità del suolo.
La costruzione di nuovi edifici, di capannoni e/o interventi relativi all’ infrastrutturazione del territorio sono tutte azioni che comportano la perdita di una risorsa ambientale fondamentale, in seguito all’occupazione di superficie originariamente agricola o naturale. Si parla di copertura artificiale del suolo ovvero di suolo consumato, di cui l’ impermeabilizzazione costituisce la forma più evidente. Altre forme di copertura artificiale possono essere quelle dovute ad asportazione per escavazione o a quelle relative a fenomeni di contaminazione più o meno duraturi.
Cosa fare? Se ne parlerà in un prossimo convegno nazionale organizzato da ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e dal Forum Salviamo il Paesaggio il prossimo 5 Maggio a Milano,“Con lo scopo di riunire le varie comunità (scientifiche, istituzionali, professionali e sociali) che a vario titolo si occupano dell’uso e consumo di suolo, e per avviare un percorso che consenta di affrontare la materia con approccio multidisciplinare, ISPRA e il Forum Salviamo il Paesaggio stanno organizzando un convegno scientifico che, come si legge nei documenti preparatori del convegno, nell’anno internazionale dei suoli, intende affrontare i seguenti aspetti”:
1. il monitoraggio dello stato del consumo di suolo;
2. le conseguenze delle diverse forme di consumo di suolo sulle componenti ambientali, incluse le funzioni ecologiche che esse svolgono e considerando le implicazioni economiche di questi impatti, come la perdita di capitale naturale e di servizi ecosistemici;
3. le pressioni delle diverse forme di consumo di suolo sulle varie componenti (agricoltura, foreste e ambienti naturali, paesaggio, acque sotterranee, acque superficiali, atmosfera, biocenosi, etc.);
4. le cause determinanti del consumo di suolo;
5. la valutazione delle risposte in termini di strategie e strumenti di intervento possibili, nonché della sostenibilità di uno stop al consumo di suolo netto, previsto dall’Unione Europea entro il 2050.
“L’elemento innovativo del convegno è la partecipazione congiunta di comunità diverse, fondata sull’idea che per affrontare in modo efficace il problema dell’eccessivo consumo di suolo sia necessario fornire una informazione completa a tutti gli attori coinvolti”.
Noi auspichiamo che a seguito dell’evento nazionale si attivino i territori per creare quella connessione multidisciplinare e interistituzionale indispensabile per pianificare progetti di recupero e sviluppo del territorio. Recupero e sviluppo che in particolare per la nostra regione, (dopo l’inarrestabile fallimento della pseudo industrializzazione) possono, tuttora, rappresentare un forte impulso al rilancio di un uso intelligente del territorio.
La valorizzazione dei suoli, anche con la creazione di aree adibite a parchi e la contemporanea rigenerazione dei suoli abusati, è un processo complesso, che richiede, oltre ad un impegno economico un approccio culturale diverso che consegni al futuro la centralità e la peculiarità del territorio visto come un bene da salvaguardare e dal quale trarre profitto economico per coloro che vogliano specializzarsi nelle molteplici attività che ruotano intorno alla “gestione del territorio”.
La Sigea farà la sua parte.☺
*Dirigente Sigea (Società Italiana di Geologia Ambientale)
Ricorre l'anno internazionale dei suoli e ciò da motivo e spunto per rilanciare una tematica di estrema importanza ambientale oltre che economica e occupazionale.
Ricorre l’anno internazionale dei suoli e ciò da motivo e spunto per rilanciare una tematica di estrema importanza ambientale oltre che economica e occupazionale. Parlare di “suolo”, oltre ad aver assunto una importanza accademica tra gli studiosi e tra le associazioni ambientalistiche, sta diventando una esigenza fondamentale per riequilibrare quell’indiscriminato abuso che del suolo è stato fatto.
È proprio un suolo in condizioni naturali che fornisce a noi tutti i servizi ecosistemici per la nostra sopravvivenza, quali i prodotti alimentari e le riserve e la regolazione della qualità dell’acqua che beviamo. Senza contare la sua importanza nell’azione di protezione e mitigazione dei fenomeni idrologici, sia di quelli “normali”, che si ripetono, cioè, anno dopo anno e a cui siamo, per così dire, abituati, sia di quelli “estremi”, quali i fenomeni alluvionali del Basso Molise del 2003 o le veementi mareggiate avutesi su gran parte della costa adriatica, compresa quella molisana in località Rio Vivo, nella prima decade di Febbraio di quest’anno.
Il suolo esercita la sua azione nei confronti della regolazione del clima, della cattura e stoccaggio del carbonio, nonché quale supporto fisico e nella decomposizione e mineralizzazione della materia organica, nel controllo degli habitat delle specie viventi, nella conservazione del patrimonio naturale e paesaggistico.
D’altronde, i ricorrenti disastri geologici, i continui ritrovamenti di aree contaminate ne evidenziano sempre più spesso la sua fragilità. Le scorrette pratiche agricole, zootecniche e forestali, le spesso fuori controllo dinamiche insediative del recente passato, le variazioni d’uso e gli effetti locali dei cambiamenti ambientali originano gravi processi di degrado ripercuotibili sulla funzionalità del suolo.
La costruzione di nuovi edifici, di capannoni e/o interventi relativi all’ infrastrutturazione del territorio sono tutte azioni che comportano la perdita di una risorsa ambientale fondamentale, in seguito all’occupazione di superficie originariamente agricola o naturale. Si parla di copertura artificiale del suolo ovvero di suolo consumato, di cui l’ impermeabilizzazione costituisce la forma più evidente. Altre forme di copertura artificiale possono essere quelle dovute ad asportazione per escavazione o a quelle relative a fenomeni di contaminazione più o meno duraturi.
Cosa fare? Se ne parlerà in un prossimo convegno nazionale organizzato da ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e dal Forum Salviamo il Paesaggio il prossimo 5 Maggio a Milano,“Con lo scopo di riunire le varie comunità (scientifiche, istituzionali, professionali e sociali) che a vario titolo si occupano dell’uso e consumo di suolo, e per avviare un percorso che consenta di affrontare la materia con approccio multidisciplinare, ISPRA e il Forum Salviamo il Paesaggio stanno organizzando un convegno scientifico che, come si legge nei documenti preparatori del convegno, nell’anno internazionale dei suoli, intende affrontare i seguenti aspetti”:
1. il monitoraggio dello stato del consumo di suolo;
2. le conseguenze delle diverse forme di consumo di suolo sulle componenti ambientali, incluse le funzioni ecologiche che esse svolgono e considerando le implicazioni economiche di questi impatti, come la perdita di capitale naturale e di servizi ecosistemici;
3. le pressioni delle diverse forme di consumo di suolo sulle varie componenti (agricoltura, foreste e ambienti naturali, paesaggio, acque sotterranee, acque superficiali, atmosfera, biocenosi, etc.);
4. le cause determinanti del consumo di suolo;
5. la valutazione delle risposte in termini di strategie e strumenti di intervento possibili, nonché della sostenibilità di uno stop al consumo di suolo netto, previsto dall’Unione Europea entro il 2050.
“L’elemento innovativo del convegno è la partecipazione congiunta di comunità diverse, fondata sull’idea che per affrontare in modo efficace il problema dell’eccessivo consumo di suolo sia necessario fornire una informazione completa a tutti gli attori coinvolti”.
Noi auspichiamo che a seguito dell’evento nazionale si attivino i territori per creare quella connessione multidisciplinare e interistituzionale indispensabile per pianificare progetti di recupero e sviluppo del territorio. Recupero e sviluppo che in particolare per la nostra regione, (dopo l’inarrestabile fallimento della pseudo industrializzazione) possono, tuttora, rappresentare un forte impulso al rilancio di un uso intelligente del territorio.
La valorizzazione dei suoli, anche con la creazione di aree adibite a parchi e la contemporanea rigenerazione dei suoli abusati, è un processo complesso, che richiede, oltre ad un impegno economico un approccio culturale diverso che consegni al futuro la centralità e la peculiarità del territorio visto come un bene da salvaguardare e dal quale trarre profitto economico per coloro che vogliano specializzarsi nelle molteplici attività che ruotano intorno alla “gestione del territorio”.
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