Voci dal molise che soffre
10 Ottobre 2025
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Voci dal molise che soffre

Nel corso del 2025 ho avuto la possibilità di dialogare con studentesse e studenti in alcuni istituti superiori di Termoli, nell’ambito di un progetto di prevenzione dalle dipendenze patologiche.
“Come sto oggi, cosa mi fa paura e cosa, al contrario, mi fa sentire davvero in sicurezza nei luoghi di vita che abito ogni giorno?” – ci siamo chiesti a un certo punto. Vivo sempre nella confusione, nel non capire chi sono e cosa voglio. Non ho fatti precisi che mi sono successi, ma è la costante quotidianità che mi mette in confusione, ha scritto sul foglietto colorato un ragazzo; l’ indifferenza delle persone, ha aggiunto un altro. E poi, ancora, la mia tempesta è convivere costantemente con l’ansia; ho paura di non avere la vita che desidero, di non sentirmi all’altezza del contesto in cui vivo. Sono emerse molte altre ansie rispetto al futuro: una ragazza, ad esempio, ha raccontato di aver sperimentato, per un certo periodo della sua vita, una paura costante e immotivata di ammalarsi. E ancora casi di depressione e rapporti iperconflittuali in famiglia. Onnipresente sembra essere il senso di isolamento, di solitudine e di impotenza: il momento in cui mi sono sentito in crisi è stato un periodo della mia vita in cui ho capito di essere solo. All’inizio stavo bene, non volevo avere rapporti. La crisi è iniziata quando ho capito di aver bisogno di aiuto ma non sapevo dove cercarlo.
C’è un disagio esistenziale e sociale profondo tra quei giovani (non circoscritto a quel piccolo gruppo ma molto più diffuso). Ma anche un grande desiderio di aprirsi e dialogare al di là di stigma e pregiudizi, apertura mentale e una certa maturità nell’ affrontare tematiche spesso delicate, con la consapevolezza che sono fondamentali nella vita di ognuna e ognuno di loro (di noi). Come un bisogno sano di condividere, di fare comunità.
Quanto la mercificazione di ogni aspetto della nostra vita e le regole della società performativa e competitiva di oggi influiscono sui malesseri sociali così diffusi? E quanto la povertà e la precarietà delle nostre vite? E quanto incidono sui disagi, giovanili e non, la crisi della democrazia, il sedimentarsi di discorsi razzisti ed escludenti verso le persone più vulnerabili? Quanto il senso di impotenza generalizzato, il genocidio in Palestina, le guerre che sembrano ineluttabili, la crisi climatica? Quanto la vulgata neoliberista del “Non c’è alternativa”, la stessa che ha condannato territori come il Molise alla marginalizzazione e all’abbandono?
La relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia del 2025, ad esempio, delinea per la nostra regione un quadro preoccupante: sebbene i numeri assoluti siano contenuti rispetto ad altre realtà, si registrano indicatori di rischio crescenti, soprattutto per quanto riguarda l’età di inizio e la diffusione di sostanze proprio tra i giovani. Nel 2024 sono state segnalate 267 persone per uso personale di sostanze stupefacenti. Il dato pone la regione al quinto posto in Italia rispetto alla popolazione residente: si tratta per lo più di maschi e giovani tra i 18 e i 24 anni (46,4%), ma preoccupa la quota dei minorenni, il 13,1%, ben al di sopra della media italiana (9,7%). Colpisce che, dopo la cannabis, la cocaina ha superato l’eroina in termini di casi trattati dai servizi pubblici per le dipendenze (Ser.D.). Nel2024, i Ser.D. molisani hanno avuto in carico 880 persone, di cui 535 utenti per problemi di dipendenza da sostanze (93 sono nuovi ingressi): la fascia di età prevalente è quella 30-39 anni (34,4%), ma anche qui si registra una presenza non trascurabile di giovani sotto i 25 anni (21,6%). Altri segnali preoccupanti riguardano i fenomeni di ansia e depressione, che, anche in regione, colpiscono soprattutto donne e giovani: gli ultimi dati disponibili dell’Istituto Superiore della Sanità dicono che in Molise il 12,4% della popolazione adulta ha riferito sintomi di depressione. Il tasso più elevato a livello nazionale, dove la media si ferma al 5,9%. Di fronte ai sintomi della depressione solo il 42,8% dei molisani intervistati rivela di aver chiesto aiuto a medici o operatori sanitari (fonti: Quotidiano del Molise, TGR Molise).
Quando la politica locale si renderà conto che, dietro la propaganda del “va tutto bene”, del “Molise isola felice”, dei “borghi più belli di Italia” e delle cittadine costiere “perle dell’Adriatico”, c’è una realtà quotidiana fatta di abbandoni, marginalizzazione, povertà e isolamento che chiede prima di ogni cosa ascolto? Che quella sofferenza sociale diffusa è lo stagno in cui proliferano mentalità e associazioni malavitose?
Sembra che i giovani stiano esprimendo la loro sofferenza per lo più emigrando, o ammalandosi … Da quali altre priorità ripartire per aprirne di nuove possibili, se non da qui?☺

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