Attraverso forme ed espressioni sensibili l’arte cristiana prepara un dialogo di preghiera con Dio: l’espressione artistica conduce alla contemplazione. L’esempio più significativo è dato dall’icona orientale, veicolo fondamentale di preghiera. L’arte cristiana rappresenta, infatti, l’adesione dell’umano al divino, e attraverso di essa il fedele, facilitato nella contemplazione, può compiere il passaggio dal visibile all’invisibile. La tradizione artistica occidentale invece non ha sempre privilegiato la funzione contemplativa dell’arte, lasciando più spazio al suo aspetto didascalico. Un esempio può essere la serie di piccoli affreschi, eseguiti dal Beato Angelico nel 1440 circa, nelle cellette del convento domenicano di S. Marco a Firenze.
Strumento di memoria
Nella storia cristiana vi è la necessità di tramandare le verità di fede, mantenendole sempre vive nel cuore di ogni fedele. Durante l’iconoclastia bizantina molti cristiani si adoperarono per difendere l’importanza dell’immagine; tra questi si ricorda S. Giovanni Damasceno, che nell’VIII secolo scrisse proprio sul significato dell’immagine legato alla memoria: attraverso la raffigurazione della vita di Gesù, delle Sue sofferenze e dei Suoi miracoli, il fedele ricorda che Dio, il Verbo, si è fatto uomo e attraverso di Lui si effettua la salvezza del mondo.
Funzione didascalica
L’arte è uno strumento che permette all’uomo di ottenere un apprendimento rapido e immediato dei concetti cristiani. Essa è un mezzo di insegnamento valido a tutti i livelli: da un primo stadio più semplice fino all’apprendimento di temi teologici molto più complessi, che comportano una preparazione già più avanzata da parte del fedele. Questa funzione importante dell’arte cristiana si affermò a partire dal VI secolo quando S. Gregorio Magno si pronunciò in difesa delle immagini, affermando che chi è senza cultura deve avere la possibilità di apprendere guardando le pareti se, appunto, non può leggere sui libri. Le immagini servono come libro dei poveri – Biblia Pauperum – per una comunicazione immediata. Questo è principalmente il significato dei cicli musivi e pittorici realizzati all’interno delle chiese e delle cattedrali, luoghi di incontro di tutti i fedeli. Anche i missionari nei vari secoli, per far comprendere simultaneamente ciò che spiegavano con le parole, mostravano spesso immagini artistiche.
Decorazione
Per decorazione si intende l’utilizzo di tutto ciò che abbellisce un luogo o la situazione in cui ci si trova. Il principio di bellezza che si applica nella decorazione è comune a tutte le creature perché proviene da Dio. Il primo esempio di decorazione è costituito dalle piante, dai fiori, dalla frutta, dagli uccelli, ecc.: l’intero creato è voluto da Dio, affinché partecipi alla Sua lode. Nell’arte, attorno alla figura centrale di Gesù, ruota una serie di raffigurazioni – arte decorativa – che contribuisce a rivelare la presenza di Dio. L’uso di materiale pregiato – oro, argento, pietre preziose – serve a manifestare, attraverso la ricchezza espressa, la presenza divina. Per questo motivo l’arte liturgica viene realizzata prevalentemente con materiali preziosi: essa è al servizio del culto divino e in ogni sua parte sottintende un profondo significato simbolico.
Motivo di lotta religiosa
Verso l’inizio del Cinquecento nell’Europa del nord dilaga una nuova forma di iconoclastia, che testimonia ulteriormente lo stretto legame esistente tra la fede e l’arte. Lutero e subito dopo Calvino e Zwingli criticano con forza la Chiesa a loro contemporanea, a cui rimproverano il forte rilassamento della vita religiosa. Le loro critiche non toccano soltanto i vari temi teologici, ma arrivano pure a vanificare la funzione dell’arte cristiana. La necessità di eliminare ogni forma artistica viene confermata dal fatto che le immagini venivano eseguite con ricchezza e raffinatezza. Nel giro di pochi anni una gran quantità di chiese viene saccheggiata e distrutte numerose opere d’arte. Di nuovo, come nell’iconoclastia bizantina, l’arte diventa un vero e proprio terreno di lotta. Anche la riforma cattolica, codificata nel Concilio di Trento, terminato nel 1563, si occupa dell’arte cristiana: essa viene definita valido strumento che contribuisce a diffondere e a mantenere viva la fede in tutti i popoli. Da questo periodo vi sarà una grande diffusione di quei temi cristiani che, essendo rifiutati dai riformati, dovevano essere affermati dalla religione cattolica attraverso uno stile molto coinvolgente: la cosiddetta arte barocca.☺
Funzione contemplativa
Attraverso forme ed espressioni sensibili l’arte cristiana prepara un dialogo di preghiera con Dio: l’espressione artistica conduce alla contemplazione. L’esempio più significativo è dato dall’icona orientale, veicolo fondamentale di preghiera. L’arte cristiana rappresenta, infatti, l’adesione dell’umano al divino, e attraverso di essa il fedele, facilitato nella contemplazione, può compiere il passaggio dal visibile all’invisibile. La tradizione artistica occidentale invece non ha sempre privilegiato la funzione contemplativa dell’arte, lasciando più spazio al suo aspetto didascalico. Un esempio può essere la serie di piccoli affreschi, eseguiti dal Beato Angelico nel 1440 circa, nelle cellette del convento domenicano di S. Marco a Firenze.
Strumento di memoria
Nella storia cristiana vi è la necessità di tramandare le verità di fede, mantenendole sempre vive nel cuore di ogni fedele. Durante l’iconoclastia bizantina molti cristiani si adoperarono per difendere l’importanza dell’immagine; tra questi si ricorda S. Giovanni Damasceno, che nell’VIII secolo scrisse proprio sul significato dell’immagine legato alla memoria: attraverso la raffigurazione della vita di Gesù, delle Sue sofferenze e dei Suoi miracoli, il fedele ricorda che Dio, il Verbo, si è fatto uomo e attraverso di Lui si effettua la salvezza del mondo.
Funzione didascalica
L’arte è uno strumento che permette all’uomo di ottenere un apprendimento rapido e immediato dei concetti cristiani. Essa è un mezzo di insegnamento valido a tutti i livelli: da un primo stadio più semplice fino all’apprendimento di temi teologici molto più complessi, che comportano una preparazione già più avanzata da parte del fedele. Questa funzione importante dell’arte cristiana si affermò a partire dal VI secolo quando S. Gregorio Magno si pronunciò in difesa delle immagini, affermando che chi è senza cultura deve avere la possibilità di apprendere guardando le pareti se, appunto, non può leggere sui libri. Le immagini servono come libro dei poveri – Biblia Pauperum – per una comunicazione immediata. Questo è principalmente il significato dei cicli musivi e pittorici realizzati all’interno delle chiese e delle cattedrali, luoghi di incontro di tutti i fedeli. Anche i missionari nei vari secoli, per far comprendere simultaneamente ciò che spiegavano con le parole, mostravano spesso immagini artistiche.
Decorazione
Per decorazione si intende l’utilizzo di tutto ciò che abbellisce un luogo o la situazione in cui ci si trova. Il principio di bellezza che si applica nella decorazione è comune a tutte le creature perché proviene da Dio. Il primo esempio di decorazione è costituito dalle piante, dai fiori, dalla frutta, dagli uccelli, ecc.: l’intero creato è voluto da Dio, affinché partecipi alla Sua lode. Nell’arte, attorno alla figura centrale di Gesù, ruota una serie di raffigurazioni – arte decorativa – che contribuisce a rivelare la presenza di Dio. L’uso di materiale pregiato – oro, argento, pietre preziose – serve a manifestare, attraverso la ricchezza espressa, la presenza divina. Per questo motivo l’arte liturgica viene realizzata prevalentemente con materiali preziosi: essa è al servizio del culto divino e in ogni sua parte sottintende un profondo significato simbolico.
Motivo di lotta religiosa
Verso l’inizio del Cinquecento nell’Europa del nord dilaga una nuova forma di iconoclastia, che testimonia ulteriormente lo stretto legame esistente tra la fede e l’arte. Lutero e subito dopo Calvino e Zwingli criticano con forza la Chiesa a loro contemporanea, a cui rimproverano il forte rilassamento della vita religiosa. Le loro critiche non toccano soltanto i vari temi teologici, ma arrivano pure a vanificare la funzione dell’arte cristiana. La necessità di eliminare ogni forma artistica viene confermata dal fatto che le immagini venivano eseguite con ricchezza e raffinatezza. Nel giro di pochi anni una gran quantità di chiese viene saccheggiata e distrutte numerose opere d’arte. Di nuovo, come nell’iconoclastia bizantina, l’arte diventa un vero e proprio terreno di lotta. Anche la riforma cattolica, codificata nel Concilio di Trento, terminato nel 1563, si occupa dell’arte cristiana: essa viene definita valido strumento che contribuisce a diffondere e a mantenere viva la fede in tutti i popoli. Da questo periodo vi sarà una grande diffusione di quei temi cristiani che, essendo rifiutati dai riformati, dovevano essere affermati dalla religione cattolica attraverso uno stile molto coinvolgente: la cosiddetta arte barocca.☺
Attraverso forme ed espressioni sensibili l’arte cristiana prepara un dialogo di preghiera con Dio: l’espressione artistica conduce alla contemplazione. L’esempio più significativo è dato dall’icona orientale, veicolo fondamentale di preghiera. L’arte cristiana rappresenta, infatti, l’adesione dell’umano al divino, e attraverso di essa il fedele, facilitato nella contemplazione, può compiere il passaggio dal visibile all’invisibile. La tradizione artistica occidentale invece non ha sempre privilegiato la funzione contemplativa dell’arte, lasciando più spazio al suo aspetto didascalico. Un esempio può essere la serie di piccoli affreschi, eseguiti dal Beato Angelico nel 1440 circa, nelle cellette del convento domenicano di S. Marco a Firenze.
Strumento di memoria
Nella storia cristiana vi è la necessità di tramandare le verità di fede, mantenendole sempre vive nel cuore di ogni fedele. Durante l’iconoclastia bizantina molti cristiani si adoperarono per difendere l’importanza dell’immagine; tra questi si ricorda S. Giovanni Damasceno, che nell’VIII secolo scrisse proprio sul significato dell’immagine legato alla memoria: attraverso la raffigurazione della vita di Gesù, delle Sue sofferenze e dei Suoi miracoli, il fedele ricorda che Dio, il Verbo, si è fatto uomo e attraverso di Lui si effettua la salvezza del mondo.
Funzione didascalica
L’arte è uno strumento che permette all’uomo di ottenere un apprendimento rapido e immediato dei concetti cristiani. Essa è un mezzo di insegnamento valido a tutti i livelli: da un primo stadio più semplice fino all’apprendimento di temi teologici molto più complessi, che comportano una preparazione già più avanzata da parte del fedele. Questa funzione importante dell’arte cristiana si affermò a partire dal VI secolo quando S. Gregorio Magno si pronunciò in difesa delle immagini, affermando che chi è senza cultura deve avere la possibilità di apprendere guardando le pareti se, appunto, non può leggere sui libri. Le immagini servono come libro dei poveri – Biblia Pauperum – per una comunicazione immediata. Questo è principalmente il significato dei cicli musivi e pittorici realizzati all’interno delle chiese e delle cattedrali, luoghi di incontro di tutti i fedeli. Anche i missionari nei vari secoli, per far comprendere simultaneamente ciò che spiegavano con le parole, mostravano spesso immagini artistiche.
Decorazione
Per decorazione si intende l’utilizzo di tutto ciò che abbellisce un luogo o la situazione in cui ci si trova. Il principio di bellezza che si applica nella decorazione è comune a tutte le creature perché proviene da Dio. Il primo esempio di decorazione è costituito dalle piante, dai fiori, dalla frutta, dagli uccelli, ecc.: l’intero creato è voluto da Dio, affinché partecipi alla Sua lode. Nell’arte, attorno alla figura centrale di Gesù, ruota una serie di raffigurazioni – arte decorativa – che contribuisce a rivelare la presenza di Dio. L’uso di materiale pregiato – oro, argento, pietre preziose – serve a manifestare, attraverso la ricchezza espressa, la presenza divina. Per questo motivo l’arte liturgica viene realizzata prevalentemente con materiali preziosi: essa è al servizio del culto divino e in ogni sua parte sottintende un profondo significato simbolico.
Motivo di lotta religiosa
Verso l’inizio del Cinquecento nell’Europa del nord dilaga una nuova forma di iconoclastia, che testimonia ulteriormente lo stretto legame esistente tra la fede e l’arte. Lutero e subito dopo Calvino e Zwingli criticano con forza la Chiesa a loro contemporanea, a cui rimproverano il forte rilassamento della vita religiosa. Le loro critiche non toccano soltanto i vari temi teologici, ma arrivano pure a vanificare la funzione dell’arte cristiana. La necessità di eliminare ogni forma artistica viene confermata dal fatto che le immagini venivano eseguite con ricchezza e raffinatezza. Nel giro di pochi anni una gran quantità di chiese viene saccheggiata e distrutte numerose opere d’arte. Di nuovo, come nell’iconoclastia bizantina, l’arte diventa un vero e proprio terreno di lotta. Anche la riforma cattolica, codificata nel Concilio di Trento, terminato nel 1563, si occupa dell’arte cristiana: essa viene definita valido strumento che contribuisce a diffondere e a mantenere viva la fede in tutti i popoli. Da questo periodo vi sarà una grande diffusione di quei temi cristiani che, essendo rifiutati dai riformati, dovevano essere affermati dalla religione cattolica attraverso uno stile molto coinvolgente: la cosiddetta arte barocca.☺
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