La Cgil sostiene la raccolta di firme volta a sostenere il Progetto di Legge di Iniziativa Popolare: “Sviluppo dell’Efficienza Energetica e delle Fonti Rinnovabili per la Salvaguardia del Clima”. Il documento sottolinea la necessità di proteggere la dinamica planetaria relativa ai processi climatici e all’insieme dei cicli bio-geo-chimici ad esso connessi: tale esigenza richiede un impegno urgente per recuperare il ritardo nell’adem- pimento degli obblighi già previsti dall’ accordo di Kyoto. Si pone, in tale ottica, la necessità di dare piena attuazione alla direttiva comunitaria 2009/28 e ai regolamenti collegati al pacchetto clima: da qui, dunque, l’urgenza di realizzare come soglia minima gli obbiettivi “20-20-20” stabiliti dall’Unione Europea e sottoscritti dall’Italia.
Tali accordi internazionali prevedono il raggiungimento entro l’anno 2020 dei seguenti traguardi nazionali: risparmio dei consumi di energia primaria del 20% rispetto alle proiezioni riferite al 2020; riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 13%; raggiungimento della quota del 17% di energia da fonti rinnovabili sul consumo complessivo di energia; utilizzazione nei trasporti – individuali e collettivi – di una quota del 10% di energia da fonti rinnovabili.
Il Piano deve inoltre dare priorità alla ricerca su tutte le tecnologie energetiche ed escludere l’uso del nucleare; diviene, nel contempo, di fondamentale importanza prevedere la transizione verso un approvvigionamento energetico che contempli il superamento dell’uso del carbone: da qui l’obiettivo di costruire un percorso in grado di garantire una produzione di energia riconducibile al 100% a fonti rinnovabili. Quest’ultime, vengono considerate sostenibili, quando il loro utilizzo non altera in modo significativo le dinamiche ambientali del territorio ponendo particolare attenzione alla biodiversità. Più specificatamente è da considerarsi sostenibile lo sfruttamento delle seguenti fonti: il solare fotovoltaico, il solare termodinamico, il solare termico, l’eolico, il biogas, le maree, il moto ondoso. Le stesse biomasse debbono essere prodotte senza riduzione dell’attuale superficie forestale e agricola, vietandone, nel contempo, l’importazione da aree sottoposte a deforestazione.
La produzione di energia da fonti rinnovabili sostenibili, in grado, nella sua essenza, di contribuire alla riduzione delle emissioni inquinanti e di gas clima alteranti, deve essere riconosciuta di pubblica utilità ai fini della premialità: l’intero processo deve avvenire nel rispetto dei vincoli ambientali e paesaggistici esistenti. Tutti gli impianti che utilizzano fonti rinnovabili sostenibili devono godere della priorità di allacciamento ai circuiti energetici: da parte sua il Gestore della rete è tenuto al ritiro e alla remunerazione dell’energia prodotta da fonti rinnovabili.
Il Piano prevede inoltre: il miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici; l’applicazione di misure di efficienza energetica da parte delle amministrazioni pubbliche; il riutilizzo delle aree di precedenti siti industriali dismessi per la produzione di energia da fonti rinnovabili in quanto non destinate a verde pubblico; la riduzione della domanda di mobilità automobilistica attraverso una pianificazione urbana integrata e moderna; la sostituzione delle auto e dei mezzi di trasporto con mezzi meno inquinanti, con minori consumi e minori emissioni di CO2; l’incentivazione dei mezzi di trasporto ibridi ed ad emissioni zero quali i mezzi elettrici e ad idrogeno; i programmi di incentivazione per lo sviluppo dell’uso delle biciclette, per la realizzazione di reti capillari di piste ciclabili adatti a garantire la sicurezza degli utenti ciclisti (compreso i minori); lo sviluppo delle autostrade del mare e del cabotaggio lungo costa, onde offrire un’alternativa credibile e conveniente alla viabilità ordinaria su strada delle merci: tale intervento ridurrebbe l’inquinamento e favorirebbe i collegamenti tra il Nord e il Sud Italia e con gli altri Stati europei che si affacciano sul mar Mediterraneo.
L’insieme di questi, e di altri provvedimenti racchiusi nella proposta di legge, rappresentano uno strumento volto ad abbattere le emissioni inquinanti ed a salvaguardare la vita del pianeta. Risulta d’altra parte irrazionale pensare di adottare una tecnologia vecchia e costosa come il nucleare: la costruzione di 4-5 nuove centrali entro il 2020, non offre infatti risposte adeguate ai problemi della sicurezza ed impone costi esorbitanti (30-40 miliardi), senza, tra l’altro, risolvere l’annoso problema delle scorie radioattive. Da qui la necessità di sostenere una progetto di legge in grado di tutelare la salute dei cittadini e di creare nuove opportunità occupazionali nell’ambito della green economy. ☺
a.miccoli@cgilmolise.it
La Cgil sostiene la raccolta di firme volta a sostenere il Progetto di Legge di Iniziativa Popolare: “Sviluppo dell’Efficienza Energetica e delle Fonti Rinnovabili per la Salvaguardia del Clima”. Il documento sottolinea la necessità di proteggere la dinamica planetaria relativa ai processi climatici e all’insieme dei cicli bio-geo-chimici ad esso connessi: tale esigenza richiede un impegno urgente per recuperare il ritardo nell’adem- pimento degli obblighi già previsti dall’ accordo di Kyoto. Si pone, in tale ottica, la necessità di dare piena attuazione alla direttiva comunitaria 2009/28 e ai regolamenti collegati al pacchetto clima: da qui, dunque, l’urgenza di realizzare come soglia minima gli obbiettivi “20-20-20” stabiliti dall’Unione Europea e sottoscritti dall’Italia.
Tali accordi internazionali prevedono il raggiungimento entro l’anno 2020 dei seguenti traguardi nazionali: risparmio dei consumi di energia primaria del 20% rispetto alle proiezioni riferite al 2020; riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 13%; raggiungimento della quota del 17% di energia da fonti rinnovabili sul consumo complessivo di energia; utilizzazione nei trasporti – individuali e collettivi – di una quota del 10% di energia da fonti rinnovabili.
Il Piano deve inoltre dare priorità alla ricerca su tutte le tecnologie energetiche ed escludere l’uso del nucleare; diviene, nel contempo, di fondamentale importanza prevedere la transizione verso un approvvigionamento energetico che contempli il superamento dell’uso del carbone: da qui l’obiettivo di costruire un percorso in grado di garantire una produzione di energia riconducibile al 100% a fonti rinnovabili. Quest’ultime, vengono considerate sostenibili, quando il loro utilizzo non altera in modo significativo le dinamiche ambientali del territorio ponendo particolare attenzione alla biodiversità. Più specificatamente è da considerarsi sostenibile lo sfruttamento delle seguenti fonti: il solare fotovoltaico, il solare termodinamico, il solare termico, l’eolico, il biogas, le maree, il moto ondoso. Le stesse biomasse debbono essere prodotte senza riduzione dell’attuale superficie forestale e agricola, vietandone, nel contempo, l’importazione da aree sottoposte a deforestazione.
La produzione di energia da fonti rinnovabili sostenibili, in grado, nella sua essenza, di contribuire alla riduzione delle emissioni inquinanti e di gas clima alteranti, deve essere riconosciuta di pubblica utilità ai fini della premialità: l’intero processo deve avvenire nel rispetto dei vincoli ambientali e paesaggistici esistenti. Tutti gli impianti che utilizzano fonti rinnovabili sostenibili devono godere della priorità di allacciamento ai circuiti energetici: da parte sua il Gestore della rete è tenuto al ritiro e alla remunerazione dell’energia prodotta da fonti rinnovabili.
Il Piano prevede inoltre: il miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici; l’applicazione di misure di efficienza energetica da parte delle amministrazioni pubbliche; il riutilizzo delle aree di precedenti siti industriali dismessi per la produzione di energia da fonti rinnovabili in quanto non destinate a verde pubblico; la riduzione della domanda di mobilità automobilistica attraverso una pianificazione urbana integrata e moderna; la sostituzione delle auto e dei mezzi di trasporto con mezzi meno inquinanti, con minori consumi e minori emissioni di CO2; l’incentivazione dei mezzi di trasporto ibridi ed ad emissioni zero quali i mezzi elettrici e ad idrogeno; i programmi di incentivazione per lo sviluppo dell’uso delle biciclette, per la realizzazione di reti capillari di piste ciclabili adatti a garantire la sicurezza degli utenti ciclisti (compreso i minori); lo sviluppo delle autostrade del mare e del cabotaggio lungo costa, onde offrire un’alternativa credibile e conveniente alla viabilità ordinaria su strada delle merci: tale intervento ridurrebbe l’inquinamento e favorirebbe i collegamenti tra il Nord e il Sud Italia e con gli altri Stati europei che si affacciano sul mar Mediterraneo.
L’insieme di questi, e di altri provvedimenti racchiusi nella proposta di legge, rappresentano uno strumento volto ad abbattere le emissioni inquinanti ed a salvaguardare la vita del pianeta. Risulta d’altra parte irrazionale pensare di adottare una tecnologia vecchia e costosa come il nucleare: la costruzione di 4-5 nuove centrali entro il 2020, non offre infatti risposte adeguate ai problemi della sicurezza ed impone costi esorbitanti (30-40 miliardi), senza, tra l’altro, risolvere l’annoso problema delle scorie radioattive. Da qui la necessità di sostenere una progetto di legge in grado di tutelare la salute dei cittadini e di creare nuove opportunità occupazionali nell’ambito della green economy. ☺
La Cgil sostiene la raccolta di firme volta a sostenere il Progetto di Legge di Iniziativa Popolare: “Sviluppo dell’Efficienza Energetica e delle Fonti Rinnovabili per la Salvaguardia del Clima”. Il documento sottolinea la necessità di proteggere la dinamica planetaria relativa ai processi climatici e all’insieme dei cicli bio-geo-chimici ad esso connessi: tale esigenza richiede un impegno urgente per recuperare il ritardo nell’adem- pimento degli obblighi già previsti dall’ accordo di Kyoto. Si pone, in tale ottica, la necessità di dare piena attuazione alla direttiva comunitaria 2009/28 e ai regolamenti collegati al pacchetto clima: da qui, dunque, l’urgenza di realizzare come soglia minima gli obbiettivi “20-20-20” stabiliti dall’Unione Europea e sottoscritti dall’Italia.
Tali accordi internazionali prevedono il raggiungimento entro l’anno 2020 dei seguenti traguardi nazionali: risparmio dei consumi di energia primaria del 20% rispetto alle proiezioni riferite al 2020; riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 13%; raggiungimento della quota del 17% di energia da fonti rinnovabili sul consumo complessivo di energia; utilizzazione nei trasporti – individuali e collettivi – di una quota del 10% di energia da fonti rinnovabili.
Il Piano deve inoltre dare priorità alla ricerca su tutte le tecnologie energetiche ed escludere l’uso del nucleare; diviene, nel contempo, di fondamentale importanza prevedere la transizione verso un approvvigionamento energetico che contempli il superamento dell’uso del carbone: da qui l’obiettivo di costruire un percorso in grado di garantire una produzione di energia riconducibile al 100% a fonti rinnovabili. Quest’ultime, vengono considerate sostenibili, quando il loro utilizzo non altera in modo significativo le dinamiche ambientali del territorio ponendo particolare attenzione alla biodiversità. Più specificatamente è da considerarsi sostenibile lo sfruttamento delle seguenti fonti: il solare fotovoltaico, il solare termodinamico, il solare termico, l’eolico, il biogas, le maree, il moto ondoso. Le stesse biomasse debbono essere prodotte senza riduzione dell’attuale superficie forestale e agricola, vietandone, nel contempo, l’importazione da aree sottoposte a deforestazione.
La produzione di energia da fonti rinnovabili sostenibili, in grado, nella sua essenza, di contribuire alla riduzione delle emissioni inquinanti e di gas clima alteranti, deve essere riconosciuta di pubblica utilità ai fini della premialità: l’intero processo deve avvenire nel rispetto dei vincoli ambientali e paesaggistici esistenti. Tutti gli impianti che utilizzano fonti rinnovabili sostenibili devono godere della priorità di allacciamento ai circuiti energetici: da parte sua il Gestore della rete è tenuto al ritiro e alla remunerazione dell’energia prodotta da fonti rinnovabili.
Il Piano prevede inoltre: il miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici; l’applicazione di misure di efficienza energetica da parte delle amministrazioni pubbliche; il riutilizzo delle aree di precedenti siti industriali dismessi per la produzione di energia da fonti rinnovabili in quanto non destinate a verde pubblico; la riduzione della domanda di mobilità automobilistica attraverso una pianificazione urbana integrata e moderna; la sostituzione delle auto e dei mezzi di trasporto con mezzi meno inquinanti, con minori consumi e minori emissioni di CO2; l’incentivazione dei mezzi di trasporto ibridi ed ad emissioni zero quali i mezzi elettrici e ad idrogeno; i programmi di incentivazione per lo sviluppo dell’uso delle biciclette, per la realizzazione di reti capillari di piste ciclabili adatti a garantire la sicurezza degli utenti ciclisti (compreso i minori); lo sviluppo delle autostrade del mare e del cabotaggio lungo costa, onde offrire un’alternativa credibile e conveniente alla viabilità ordinaria su strada delle merci: tale intervento ridurrebbe l’inquinamento e favorirebbe i collegamenti tra il Nord e il Sud Italia e con gli altri Stati europei che si affacciano sul mar Mediterraneo.
L’insieme di questi, e di altri provvedimenti racchiusi nella proposta di legge, rappresentano uno strumento volto ad abbattere le emissioni inquinanti ed a salvaguardare la vita del pianeta. Risulta d’altra parte irrazionale pensare di adottare una tecnologia vecchia e costosa come il nucleare: la costruzione di 4-5 nuove centrali entro il 2020, non offre infatti risposte adeguate ai problemi della sicurezza ed impone costi esorbitanti (30-40 miliardi), senza, tra l’altro, risolvere l’annoso problema delle scorie radioattive. Da qui la necessità di sostenere una progetto di legge in grado di tutelare la salute dei cittadini e di creare nuove opportunità occupazionali nell’ambito della green economy. ☺
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