Giambattista Pizzetti
4 Settembre 2014 Share

Giambattista Pizzetti

Figlio di Giacomo, scultore e intagliatore in legno, Giovan Battista Piazzetta nasce a Venezia il 13 febbraio 1683. Dopo una prima educazione artistica nella bottega del padre, passa verso il 1697 in quella del pittore Antonio Molinari. Tuttavia va detto che l’artista, in una lettera del 10 agosto 1744 ad Angelo Nicolosi, indica come suo primo maestro il friulano Silvestro Manaigo. All’ età di vent’anni si reca a Bologna dove conosce l’opera di Giuseppe Maria Crespi, che sicuramente esercita su di lui una profonda impressione. L’influenza che sul Crespi ha esercitato Carlo Cignani può poi spiegare le analogie tra alcune opere del Piazzetta, come la Gloria di San Domenico, ed il capolavoro dello stesso Cignani, l’affresco della cupola della cappella della Madonna del Fuoco nel Duomo di Forlì.

Pittura sensuale

Tornato a Venezia, nel 1711 Piazzetta figura iscritto alla “Fraglia dei Pittori”. Qui ottenne le prime importanti commissioni come la pala con la Madonna e l’Angelo Custode, eseguita tra il 1717 e il 1718 per la Scuola omonima, della quale sopravvivono un frammento conservato al Detroit Institute of Art e il fine bozzetto del Los Angeles County Museum of Art. Degli stessi anni è probabilmente il ritratto della pittrice Giulia Lama che, secondo la tradizione romantica per il suo timbro sensuale ed appassionato, evidenzierebbe l’esistenza di un legame tra i due artisti più intimo di quanto non emerga dai documenti. L’Arresto di San Giacomo segna l’inizio di un momento della carriera del Piazzetta ricco di importanti commissioni religiose. La tela è considerata, al pari del Martirio di S. Bartolomeo dipinto negli stessi anni da Giambattista Tiepolo (1696 – 1770) e anch’esso destinato alla chiesa di San Stae, uno dei capolavori chiave della pittura della prima metà del XVII secolo e testimonia quanto l’artista prediligesse il contenuto drammatico e il chiaroscuro violento. Il 22 novembre 1724, Giovan Battista sposa Rosa Muzioli nella chiesa dei Padri Cappuccini alla Giudecca, e nello stesso anno comincia la collaborazione con l’editore veneziano Giambattista Albrizzi, che culminerà tra il 1736 ed il 1757 (dopo la morte dell’artista) con la pubblicazione in dieci volumi delle Oeuvres di Jacques-Bénigne Bousset, corredate da incisioni disegnate dal Piazzetta stesso.

Gli sfinimenti dell’estasi

In questo periodo realizzò la sua prima opera monumentale, la Gloria di San Domenico per la Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo. Cosciente dei pericoli insiti in quel suo deciso chiaroscuro, esegue una composizione con un cielo aperto senza barocchismi architettonici, smorzando i bruni con i toni freddi giungendo così a una luminosità più pacata. La sua notorietà, che aveva ormai varcato i confini veneziani, raggiunse l’apice nel 1727 quando venne eletto membro dell’Accademia Clementina di Bologna.

Con l’Estasi di San Francesco, dipinta per la chiesa francescana dell’ Aracoeli di Vicenza, Piazzetta introduce alcuni elementi inusuali soprattutto sul piano iconografico. All’interno di un consolidato schema compositivo – ripreso dalla pala con la Visione di San Filippo Neri di Santa Maria della Fava – l’artista decide di rappresentare non il momento dell’estasi vera e propria, bensì quello immediatamente successivo nel quale il santo riposa sfinito, col volto tirato tra le braccia di un angelo.

Nel 1738 porta a termine la pala con i Santi Vincenzo Ferreri, Giacinto e Lodovico Bertrando iniziata tre anni prima per la chiesa dei Gesuiti, mentre l’anno successivo viene menzionato nell’elenco degli Accademici d’onore dell’Accademia Clementina di Bologna, quale “egregio, ed aggiustato pittor viniziano”. Nell’ultimo periodo della sua produzione Piazzetta alterna a convenzionali composizioni “storiche” come La Morte di Dario, soggetti religiosi di minor importanza e soprattutto scene pastorali come l’Indovina delle Gallerie dell’Accademia, o l’Idillio sulla spiaggia del Wallraf-Richartz Museum di Colonia.

In riconoscimento dei suoi meriti e delle sue note qualità didattiche, venne nominato nel 1750 direttore della Scuola di nudo dell’Accademia veneziana, istituita dal Senato in quello stesso anno. Nonostante tali gratificazioni il Piazzetta trascorse gli ultimi anni della sua vita in uno stato di indigenza, fino alla morte sopraggiunta il 29 aprile 1754 nella sua casa al ponte dei Saloni a San Gregorio.☺

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