Il mio sindaco
3 Maggio 2014 Share

Il mio sindaco

“Al Fiorentin la memoria e la Pasqua, agli audaci il bisturi pasquale! Coraggio Italia impavida, dalle parole ai fatti andiamo; siate fieri dei vostri avi e della nostra Italia, affondate con vigore quel bisturi che il Fiorentin declama ed altri prima altrettanto han fatto. Nel declamar non c’è vittoria! Mettete all’angolo il Fiorentin audace e votate, votate la speranza di veder finalmente il popolo sorridere in allegria,ma, attenti a voi, non è Carnevale, è Pasqua!”

Pasqua non è solo un “passaggio”, è un popolo in cammino verso la propria “terra promessa”. Un Popolo che ha deciso la propria liberazione e si è messo in cammino. Il Mosè di allora ha ridato linfa ad un bisogno di riprendersi la propria vita ed il proprio destino. In questo periodo, che coincide con le festività Pasquali, molti sono i proclami dei vari Mosè di turno. Politici che fino a ieri hanno amministrato il bene comune e ne hanno fatto un bene proprio, funzionale a quello strano bisogno di potere, che, dicevamo ieri, ma vale anche oggi, era di natura clientelare; ovvero, “io ti prometto che tu avrai un posto nella terra dove io ti condurrò e non fa niente se per fare questo qualcun altro verrà messo da parte”. Basta dare uno scorcio alle liste. Non è una liberazione affidarsi a chi nei fatti ha dimostrato che il potere di decidere le sorti di un popolo in cammino, è esclusivamente funzionale al proprio Narciso. Il Fiorentin nazionale, forse è meno Narciso dei “local termolesi”, ma è bello e pasquale constatare che nei papali sindaci, nonché aspiranti consiglieri, qualcuno è fuori dalle logiche parentali e partitiche. Quando si spera e si hanno occasioni per concretizzare la speranza di una terra nuova, la responsabilità è unicamente affidata, in particolare nelle Democrazie, al popolo sovrano che decide a chi affidarsi. Non è mai tempo di colpe, ma di responsabilità sì! Come sempre, ormai, in quel di Termoli, le liste dei candidati supereranno in percentuale quella degli elettori. Un caso? Ma assolutamente no. È la logica del potere e per Termoli, sicuramente una logica clientelare di promesse che il “Sovrano”, forse, sdebiterà a cose fatte. Ecco, una buona occasione per tagliare le ali agli aspiranti Sovrani di ieri e di oggi. Ecco, una buona occasione per non costruirsi dei “vitelli d’oro”. La propria dignità non può essere ancora svenduta a chi continua a mietere speranze irrealizzabili se non nel sacrificio di altri che sperano nella possibilità di una vita dignitosa senza dover piangere al tavolo del ricco epulone aspirante Sovrano. Seguire profeti di dubbia fama, costruirsi vitelli d’oro, abbandonarsi al “non cambierà niente”…, è una scelta che appartiene alla libertà individuale di decidere se vivere da protagonisti o da gregari funzionali. Dopo, dopo non ci sono colpe, ma solo ed unicamente responsabilità individuali, che, sommate, fanno una responsabilità di popolo e di persone. Il pentimento diventerà una inutile e farisaica ammissione di colpa che neanche le Religioni accettano, negando l’assoluzione.

“Il mio Sindaco”, “il mio politico”, è una persona che ascolta e butta la spazzatura, distinta diligentemente, nei vari cassonetti; riconosce le professionalità presenti nella struttura comunale e fa lavorare serenamente i dipendenti, faciltandone l’acquisizione di competenze; si circonda di “onesti cittadini e buoni cristiani”, qui intesi in senso religioso esteso, ovvero potrebbero esserci “buoni musulmani, maomettani e quello che vi pare”; “il mio Sindaco” si guarda intorno e scopre possibilità di lavoro e di lavori da affidare ai propri concittadini, magari sgravandone il carico fiscale: per esempio, invece di affidare orti, affida terre da mantenere pulite ed anche coltivate, sgravando, chi se ne fa carico, dei tributi dovuti; “il mio Sindaco” non guarda la TV, ma guarda i propri concittadini; non sta chiuso nelle stanze del Sindaco, ma gira allegro per la città, lasciando agli Assessori, ai Dirigenti, alle Commissioni, al Consiglio comunale, le linee programmatiche da realizzare, scritte in un meticoloso e non copiato programma che, settimanalmente, sottoporrà a  verifica. “Il mio Sindaco” viene a farsi un bicchiere di vino nella mia casa e non ha timore nell’accarezzare il mio cane ed il mio gatto; ascolta i ragazzi e facilita la realizzazione dei loro sogni, lasciando loro spazi da gestire …. “il mio Sindaco” non lascia i suoi figli senza di lui: trova sempre il tempo per condividere con loro il tempo! … “il mio Sindaco” non aspetta la morte di qualcuno per disporre il controllo delle norme che disciplinano il codice della strada e degli altri spazi del vivere civile; “il mio Sindaco” è una rondine che annuncia e fa Primavera, non aspetta Carabinieri e Finanzieri per controllare l’operato amministrativo della città… non aspetta la ribellione di chi si vede in pericolo, per disporre le adeguate misure di prevenzione e controllo.

“Il mio Sindaco”, “il mio Sindaco ed il mio Politico” è un sogno incantato, forse, da realizzare nel tempo di un contratto a “tempo determinato” con i propri concittadini.

“Coraggio Popolo Sovrano, il bisturi non temere ed alza lo sguardo: in croce c’è un Popolo, non i governanti e quell’Altro adorato è risorto! Coraggio Popolo sovrano, nel raccogliere briciole non c’è dignità! Prendiamo posto al tavolo del potere, ma non per distribuire noi le briciole. Mettiamo fuori stanza e fuori tavola, gli aspiranti Sovrani che ieri abbiam conosciuto!”.☺

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