Il sistema finanziario
11 Novembre 2021
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Il sistema finanziario

Il 9 ottobre scorso, al mattino, mi trovavo a Roma per una manifestazione dinanzi al Ministero per la transizione ecologica.  Poco dopo si sarebbe scatenato il putiferio, nel corso delle iniziative di matrice fascista, culminate nella devastazione della sede della CGIL. Ma di tutto quello che dirò non avete sentito nulla nel corso delle varie edizioni dei telegiornali, presi d’assalto dalle notizie provenienti da Roma e da Milano, ufficialmente contro il Green Pass. È stata una giornata per noi bella con una importante risposta alla chiamata: Fermiamolo, finché siamo ancora in tempo! Il governo “tecnico” di Mario Draghi è ormai palesemente al servizio del potere ­finanziario delle multinazionali. Cingolani, a capo del Ministero della “­finzione ecologica” ne è l’espressione più emblematica. L’uomo che sarebbe incaricato di portarci fuori dalla crisi climatica si scaglia contro gli ambientalisti e porta avanti politiche in contrasto con le indicazioni drammaticamente stringenti dell’IPCC. Il Greenwashing è ormai la pratica istituzionale per coprire i regali fatti al fossile (20 miliardi all’anno) a salvataggio del capitalismo dalla sua crisi sistemica. La centralità di metano, idrogeno blu, CCS, nuove trivellazioni, nuovi gasdotti e centrali a gas nella narrativa della cosiddetta transizione energetica e la simpatia verso il nucleare, fanno di questo ministro, in questo momento, il nemico politico numero uno di ambiente e clima per l’Italia. Vengono ignorate le spinte dal basso che realizzano progetti alternativi e ad emissione zero e le rivendicazioni di quei lavoratori che, come nel caso di Civitavecchia, hanno capito quanto le nuove turbogas oltre ad inquinare determinino anche gravi problemi occupazionali. Di fronte a queste provocazioni e a questi piani scellerati, la Campagna nazionale “Per il Clima Fuori dal Fossile”, nata a partire da territori resistenti contro la devastazione ambientale e sociale, fa appello a tutte le realtà di lotta af­finché, a partire dal 9 ottobre, ci sia una attività incessante di contrasto al fossile. Un’iniziativa importante nel percorso di mobilitazioni che, dal NO G20 di Venezia e di Napoli, passando dalle azioni di contestazione della pre-Cop di Milano, e dallo sciopero generale dei sindacati di base, che si sarebbe svolto 3 giorni dopo, ci porterà alle manifestazioni contro la COP 26 a Glasgow.

La nostra battaglia ed il nostro sit-in, con tutto il rispetto per i “no green pass” autentici, era sicuramente molto più seria, di ampio respiro e su una questione planetaria e globale. Ma nella lotta tra le notizie è stata messa nel dimenticatoio schiacciati come siamo da chi fa più casino. Il sistema finanziario determina e governa i più devastanti processi globali di questi ultimi anni: i cambiamenti climatici, le guerre provocate e minacciate. Dalla firma dell’ accordo di Parigi sul clima, nel 2015, 33 grandi banche hanno investito, fino ad oggi 3.800 miliardi di dollari nello sfruttamento delle fonti di energia fossile. I rapporti ritengono che il finanziamento bancario complessivo continui a essere in linea con il disastro climatico. I risultati del rapporto non lasciano margini a valutazioni diverse: le banche canadesi, cinesi, europee, giapponesi e degli Stati Uniti hanno finanziato combustibili fossili con aumenti ogni anno. Tra i gruppi bancari pubblici e privati nostrani che avrebbero finanziato aziende produttrici di ordigni bellici atomici vengono elencati il Banco di Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Gruppo Carige, Gruppo BPM, Banco di Sardegna, Banco Popolare di Sondrio, UBI Banca, Banco Popolare e Anima. Ma soprattutto Intesa San Paolo e Unicredit, con finanziamenti di circa un miliardo di euro in più rispetto alla media degli istituti bancari citati in precedenza. E poi c’è il filo conduttore che tiene unite tutte le 11 banche citate dal rapporto, ovvero l’azienda italiana leader nel settore della difesa, di cui il Ministero Italiano dell’Economia e delle Finanze è detentore al 30,2 per cento: Finmeccanica.

Su scala globale, da gennaio 2012 a oggi almeno 382 fra istituti bancari, fondi di pensione o di investimento hanno messo a disposizione enormi finanziamenti destinati ad aziende produttrici di armi nucleari. Allora possiamo affermare che il sistema finanziario determina e governa i più devastanti processi globali di questi ultimi anni: i cambiamenti climatici, le guerre provocate e minacciate. Ma se il sistema finanziario è determinante nella devastazione ambientale e sociale dell’ intero pianeta, allora perché continuiamo ad affrontare le questioni globali separatamente? Esse hanno molteplici cause, ma trovano tutte un terreno fertile nelle ingenti somme messe a disposizione dal sistema finanziario. Chi non ferma la finanza distruttiva, deregolamentata e speculativa non affronterà le questioni epocali come il clima, le guerre e le migrazioni, strettamente correlate fra loro. Come è possibile che nelle conferenze internazionali sul clima e sulle migrazioni non sia affrontato il tema preordinato e congiunto della finanza? Perché la finanza ha un’arma micidiale e potentissima: il debito. Da necessità e bisogno è stato trasformato in strumento di controllo dell’umanità e del pianeta. Comprendere queste interconnessioni è la premessa perché i movimenti sociali dal basso costruiscano percorsi di vita per tutti. Il fascismo è già tra noi, ma in forme molto più sofisticate!☺

 

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