Santificare le feste
3 Maggio 2014 Share

Santificare le feste

Ricordate la lunga battaglia di CommercioAttivo contro le aperture selvagge della grande distribuzione? Abbiamo condotto una raccolta firme insieme alla CEI con il contributo del nostro arcivescovo, insieme ad un’altra associazione romana denominata Federstrade con la quale abbiamo stretto un accordo con Confesercenti Nazionale (specifico ed escluse le confederazioni regionali) per presentare una proposta di legge di iniziativa popolare mirata proprio a ristabilire un fronte di equità tra piccola e grande distribuzione. Il Salva Italia di Monti ha abbattuto qualsiasi vincolo e da allora siamo al far west totale: i piccoli muoiono come mosche, le città sono sempre più vuote, la ricchezza è nelle mani di pochi e la vita di chi lavora nella GDO non ha più nulla di umano. La gioia di vivere con i propri affetti e in piena libertà la domenica una vera utopia. Ora la nostra proposta di legge è in discussione in Parlamento e fra qualche mese ne sapremo l’esito.

Nel frattempo mi sono imbattuta in una storia meravigliosa e pacifica di un giovane lavoratore della Grande Distribuzione che decide di partire a piedi da Roncegno (Trento) per giungere a Roma e dare la sua pacifica testimonianza a Papa Francesco affinché divenisse testimone ed aiuto morale alla soluzione di un problema che investe la vita di migliaia di persone e sfalda le famiglie e trasforma la vita dei cittadini convogliandoli nella esaltazione dei consumi piuttosto che dedicarsi a rinfrancarsi rispetto alla vita libera e solidale fatta di nuove scoperte, di aria aperta, di incontri, di cultura… Questo ragazzo di 28 anni si chiama Francesco e non per caso. Arriva il 19 Marzo a Roma all’udienza generale del Papa dove ci siamo incontrati. Vi trasmetto il suo dire, il suo “dolce sentire”, il suo lungo cammino, la sua speranza: “3 settimane, 3 Domeniche, 21 giorni, 3 fasi diverse del cammino, 3 tipi diversi di percorso, 3 linee guida unite da un unico filo conduttore, unico e fondamentale: la dolcezza. Siamo partiti da Roncegno con un Dolce Sentire, una sensazione, un presentimento, una intuizione, un’Epifania. Abbiamo lasciato Faenza al suono del Dolce Capire. Iniziamo a riconoscere, prestare attenzione, lasciarci pervadere. Dopo aver sentito e capito, da Assisi in poi, è stato inevitabile agire. E così ci siamo lasciati guidare, trasportare, dai nostri sentimenti, dalle nostre emozioni, dal nostro umile capire la semplicità delle cose, abbiamo mosso i primi passi nel Dolce Agire. L’inevitabile dopo il sentire e il capire. Questo agire ci ha visto affrontare un mondo aspro, corrotto, disumano. Eppure ha resistito nella dolcezza. La roccia si leviga con le gocce di acqua e la neve. Roma, l’essenza di Roma, si forgia con le onde del mare. Sin dai tempi delle prime saline.

Da Roncegno siamo partiti con l’intuizione che ci ha insegnato Gesù, vi hanno sempre detto che, ma ora io vi dico che, l’intuizione che ci libera dagli schemi preconcetti, che ci libera da tutto quello che ci è sempre stato inculcato, la base per iniziare il nostro cammino: la percezione che un altro mondo è possibile. Come affrontare il cammino ce lo ha spiegato ancora Gesù attraverso il Vangelo di Matteo, capitolo 6: la divina Provvidenza. Abbiamo così dato fondamento forte al nostro cammino. Da Faenza ad Assisi abbiamo incontrato San Francesco e lì abbiamo capito. Abbiamo capito che il nuovo mondo è un mondo di uguaglianza, tra tutte le creature, che non si può solo consumare, 7 giorni su 7, 24 ore su 24, ma bisogna soprattutto convivere e condividere con le risorse che la terra ci dona e che dona per tutti, al contrario sempre di quello che vogliono farci credere.

Capito questo è stato inevitabile andare alla ricerca dei nostri errori, di chi ce lo fa fare, perché, con quali interessi, per tutti o per pochi. Siamo entrati nella fase a stile libero, fuori da guide turistiche, sentieri, ciclabili, percorsi precostituiti, una fase che ci ha portato a Roma per la via di San Gemini, la via dell’acqua. Una via dell’acqua che viene privatizzata, svenduta alle multinazionali, una via di colline, di orti, di prodotti della terra anch’essi sempre più minacciati da organismi geneticamente modificati, dalla monocoltura, dai brevetti sulle sementi. In questa fase ci siamo imbattuti in San Bernardino da Feltre con la sua critica all’usura, le sue battaglie contro i poteri forti, contro il sistema bancario della moneta e del Signoraggio aggiungo io che tiene i popoli schiavi del denaro. Così abbiamo mosso i primi passi contro un sistema che ha paura di noi ma che non ha ancora capito che il nostro agire è dolce, dolce dell’uguaglianza in cui viviamo tutti contro la sopraffazione in cui vive nessuno, dolce di una dolcezza che è la conseguenza prima di un cammino di umiltà e di Amore. Alla dolcezza non si può sfuggire! Vinciamo noi! Vinciamo tutti!”.☺

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