ho un sogno, oggi
17 Aprile 2010 Share

ho un sogno, oggi

 

 Possibile ancora usare questa frase icona… una frase ponte che non muore con colpi di pistola né colpi o colpe di governo che non vuole neppure battute populiste sul palco dei vaffa che richiede la dignità dell’orazione con la cerebralità della passione che vuole la semplicità del cuore e della mente?

Scrivevo in tempi non sospetti

C'è una parola, riferimento e  focus, c'è sicuramente una parola che deve e può accomunare tutti – donne e uomini in questi giorni, in questo periodo, abbassati gli steccati, levate le pastoie, imbrigliate le diffidenze e le incompatibilità che hanno diminuito serenità, sorriso e forse anche desiderio di fare politica: questa parola è PASSIONE. E’ proprio su di essa che io punto associandola subito ad un suo nuovo significante rivoluzionario. Non intendo, infatti, passione come modo smodato e incoerente di affrontare il limite del desiderio, di ciò che vogliamo per noi e per chi rappresentiamo, ma voglio indicare quella difficile arte della mente e del cuore che, sempre attenta e vigile, si muove e si adopera con costante  tensione verso  bisogni ed  esigenze di donne e uomini come noi: che siano con noi, o anche fuori di noi.

Il punto più importante è questo: che ci sentano e che sentano come appartenenza questo diverso, nuovo o rinnovato metodo del fare politica. Solo così, credo, possiamo superare il gap della minore partecipazione delle persone al mondo della politica e di conseguenza anche il calo di partecipazione alle urne elettorali. 

Perché il punto nodale da affrontare, oggi, non è solo quanto e come il nostro partito, la nostra diversità di essere al governo, si ponga in progetti e programmi di fronte ad un elettorato o ad una "gente" di sinistra, ma è coniugare la modalità del nostro essere politiche/i, con la passione.

La passione comporta, prima di tutto, una attenzione estrema verso gli altri; quindi la funzione primaria della passione è tendere ad un impegno assoluto ed indiscriminato verso la società civile.

 C‘è un mondo fuori che esige che la debolezza, l'essere minoranza, l'essere indifeso, l'essere straniero, l'essere vecchio, l'essere giovane, l' avere dei diritti da spendere o da acquisire, la libertà, la qualità di vita, debbano essere tutelati, amministrati, difesi, (discorso per le ammministrative – Bologna 98).

Io ho un sogno,oggi: che subito non domani i giovani e i vecchi possano avere una vita dignitosa e decorosa senza avere paura della precarietà, senza aspettare che la sacra volontà del potere allarghi il portagfoglio per dare una tregua… instabile ma solo di giornata o facciata!

Avete osservato nei supermercati, i vecchi, qualche vecchio (dico vecchio non anziano… per non fare passare l’idea del tuttipatinati e contenti). L’avete visto… come furtivmente guarda i prezzi, soppesa, sospira e poi poggia di nuovo sul banco? Avete visto le giovani donne, i giovani studenti, i giovani lavoratori che comprano solo il panino di giornata e il latte o la birra e le uova? Questo ovunque nelle città e non riusciamo sempre a vedere il popolo che si muove furtivo, a notte tarda, prima di andare a dormire nel sacco di cartone pressato: si aggira fra i bidoni della spazzatura cercando quello che gli altri hanno gettato a volte intatto, a volte neppure strappato. La teoria della sopravvivenza di un video americano di anni fa è divenuta quotidianetà (a quelle ore tutti gli sceriffi dormono, non vedono, non multano, non urlano … dagli al provocatore!).

Io ho un sogno, oggi: che subito non domani i ragazzi di oggi non abbiano gli occhi tristi, forse hanno tutto… ma non hanno un futuro e non hanno soprattutto il valore di un lavoro. Abbiamo una democrazia che si basa sul lavoro e non abbiamo lavoro per loro e i loro sogni sono spenti come crateri bui.

Io ho un sogno, oggi: che subito non domani cambino le leggi e non si lavori più a progetto ma si dia una possibilità, non il dado gettato, la cabala inaugurata.

Io ho un  sogno, oggi: che subito non domani si possa parlare di sicurezza unendo la parola a prevenzione quindi a cultura, dignità del singolo e delle varie etnie, senza pensare o augurarci il ritorno del porco.

Io ho un sogno,oggi: che subito non domani qualcuno pensi finalmente che il gender sia la differenza di base per fare una nuova politica e che una politica fatta dalle donne sia un segno di rivoluzione copernicana. Non avremo scelgorosy come grido nel deserto, non vedremo il faccione di Veltroni che promette, se lui vince (ancora… ancora dobbiamo sentirlo da qualcuno?), che le donne avranno più posti in politica.

Forse gestirebbero meglio, sveltirebbero, non sprecherebbero, forse avrebbero illusioni e sogni da mettere sulla bilancia della passione e non andrebbero con l’aereo di stato a bene-dire un uomo che corre alla ventura… millionaire o billionaire!

Io ho un sogno, oggi: che subito non domani non vorrei più sognare ma vivere. ☺

ninive@aliceposta.it

 

eoc

eoc