Nel bailamme elettorale appena terminato, che ha visto il nullista Fini spostarsi al centro in attesa di scettro, il nuovo rappresentante della sinistra annacquata diventare più di centro dei centristi medesimi, il centrista Casini scendere dal carrozzone Berlusconiano perché diseredato e pellegrini in cerca di cadreghino che da sinistra hanno fatto rotta verso destra e viceversa, ci è stato propinato illusionismo a valanga.
Pensioni a mille euro, riduzione delle tasse, abolizione di ICI e bollo auto, riapertura dei cantieri per le grandi opere, oltre che energia elettrica quasi gratis con il ritorno al nucleare (è tanto difficile puntare al solare? Sarà perché al sole non si paga la bolletta?), dal sempreverde omino-che-ride.
Non da meno è il nuovo rappresentante della sinistra rosè che, buon per noi, ci avrebbe aggiunto centomila nuove case (gratis?), aumenti di pensioni e salari, bonus spesa per le famiglie povere e assicurazione gratis per tutte le casalinghe.
Tutto bene, ma su come e dove reperire le risorse per regalarci il nuovo Bengodi il mutismo è assoluto. Nessuno di lor signori ha osato indicare da quali fonti trarre le risorse per regalarci la ormai prossima felicità. Tanto più che la parte del Paese che produce maggiore ricchezza, tramite le bossiane Camicie Verdi, urla ultimatum alla realizzazione del Federalismo Fiscale, che tradotto in soldoni vuol dire, qualora venisse realizzato, che ogni Regione gestirà la ricchezza (tasse) che produce. E c’è da prevedere che presto passino all’incasso, visto il successo elettorale ottenuto.
La Lega non è più solo il partito dei “bovari” delle valli Bergamasche e del “Cumenda con fabrichétta” nel varesotto, bensì anche dei suoi operai. E che la Lega rappresenti in parlamento l’operaio nordista è tutto un mondo che se n’è andato, un mondo che non c’è più. Di quali risorse si cianciano in tal proposito i leghisti-sudisti (Movimento per le Autonomie) ancora non ci è dato sapere, visto che tutto il sud brucia in spesa pubblica molto più di quel che paga in tasse. Trattasi di Autonomia con assegno di mantenimento? Elargito da chi?
Il portavoce del grande Capitale, Luca Cordero, predica l’esatto contrario: meno spesa pubblica, meno tasse (per loro), moderazione salariale, più produttività e più flessibilità. Se a ciò aggiungiamo la recessione, ampiamente pronosticata e già attuale per molti analisti finanziari, il cerchio è chiuso.
Nessuno ha parlato più di tassare le rendite, ovvero spostare il prelievo fiscale da chi poco ha, verso chi più ha. Persino la riduzione del cuneo fiscale, fatta da un governo di sinistra (?), ha favorito per l’80% il Capitale e solo per il 20% il salario. Se la storia recente della nostra “piccola Italietta” ci insegna qualcosa e una basilare regola matematica dice che cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia, abbiamo tutti la netta sensazione di rivedere un film già visto.
A questo punto potrebbe innescarsi un fatto allarmante: e se i Cipputi, pur se sotto anestetico televisivo, sentissero l’odore dell’ennesima fregatura, visto che si chiederà loro nuovamente di mantenere l’altrui felicità? Avrebbero un bel da fare i predicatori della compatibilità tra capitale e lavoro e tutti i Luigi Bonaparte del nuovo Governo!
Se nuove risorse si dovessero reperire, sarebbero ancora una volta dilapidate in inutili opere pubbliche con strascici di tangenti a capibastone partitici e burocrati pubblici e a tutti i loro codazzi ben sistemati e con le mani nella marmellata prodotta dall’altrui lavoro, in altrettanto inutili Enti Pubblici.
Si prepari dunque il povero Cipputi, prono e con la faccia beata. L’ombrello, di cui lo omaggerà l’ometto di Arcore, è già pronto. ☺
Nel bailamme elettorale appena terminato, che ha visto il nullista Fini spostarsi al centro in attesa di scettro, il nuovo rappresentante della sinistra annacquata diventare più di centro dei centristi medesimi, il centrista Casini scendere dal carrozzone Berlusconiano perché diseredato e pellegrini in cerca di cadreghino che da sinistra hanno fatto rotta verso destra e viceversa, ci è stato propinato illusionismo a valanga.
Pensioni a mille euro, riduzione delle tasse, abolizione di ICI e bollo auto, riapertura dei cantieri per le grandi opere, oltre che energia elettrica quasi gratis con il ritorno al nucleare (è tanto difficile puntare al solare? Sarà perché al sole non si paga la bolletta?), dal sempreverde omino-che-ride.
Non da meno è il nuovo rappresentante della sinistra rosè che, buon per noi, ci avrebbe aggiunto centomila nuove case (gratis?), aumenti di pensioni e salari, bonus spesa per le famiglie povere e assicurazione gratis per tutte le casalinghe.
Tutto bene, ma su come e dove reperire le risorse per regalarci il nuovo Bengodi il mutismo è assoluto. Nessuno di lor signori ha osato indicare da quali fonti trarre le risorse per regalarci la ormai prossima felicità. Tanto più che la parte del Paese che produce maggiore ricchezza, tramite le bossiane Camicie Verdi, urla ultimatum alla realizzazione del Federalismo Fiscale, che tradotto in soldoni vuol dire, qualora venisse realizzato, che ogni Regione gestirà la ricchezza (tasse) che produce. E c’è da prevedere che presto passino all’incasso, visto il successo elettorale ottenuto.
La Lega non è più solo il partito dei “bovari” delle valli Bergamasche e del “Cumenda con fabrichétta” nel varesotto, bensì anche dei suoi operai. E che la Lega rappresenti in parlamento l’operaio nordista è tutto un mondo che se n’è andato, un mondo che non c’è più. Di quali risorse si cianciano in tal proposito i leghisti-sudisti (Movimento per le Autonomie) ancora non ci è dato sapere, visto che tutto il sud brucia in spesa pubblica molto più di quel che paga in tasse. Trattasi di Autonomia con assegno di mantenimento? Elargito da chi?
Il portavoce del grande Capitale, Luca Cordero, predica l’esatto contrario: meno spesa pubblica, meno tasse (per loro), moderazione salariale, più produttività e più flessibilità. Se a ciò aggiungiamo la recessione, ampiamente pronosticata e già attuale per molti analisti finanziari, il cerchio è chiuso.
Nessuno ha parlato più di tassare le rendite, ovvero spostare il prelievo fiscale da chi poco ha, verso chi più ha. Persino la riduzione del cuneo fiscale, fatta da un governo di sinistra (?), ha favorito per l’80% il Capitale e solo per il 20% il salario. Se la storia recente della nostra “piccola Italietta” ci insegna qualcosa e una basilare regola matematica dice che cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia, abbiamo tutti la netta sensazione di rivedere un film già visto.
A questo punto potrebbe innescarsi un fatto allarmante: e se i Cipputi, pur se sotto anestetico televisivo, sentissero l’odore dell’ennesima fregatura, visto che si chiederà loro nuovamente di mantenere l’altrui felicità? Avrebbero un bel da fare i predicatori della compatibilità tra capitale e lavoro e tutti i Luigi Bonaparte del nuovo Governo!
Se nuove risorse si dovessero reperire, sarebbero ancora una volta dilapidate in inutili opere pubbliche con strascici di tangenti a capibastone partitici e burocrati pubblici e a tutti i loro codazzi ben sistemati e con le mani nella marmellata prodotta dall’altrui lavoro, in altrettanto inutili Enti Pubblici.
Si prepari dunque il povero Cipputi, prono e con la faccia beata. L’ombrello, di cui lo omaggerà l’ometto di Arcore, è già pronto. ☺
Nel bailamme elettorale appena terminato, che ha visto il nullista Fini spostarsi al centro in attesa di scettro, il nuovo rappresentante della sinistra annacquata diventare più di centro dei centristi medesimi, il centrista Casini scendere dal carrozzone Berlusconiano perché diseredato e pellegrini in cerca di cadreghino che da sinistra hanno fatto rotta verso destra e viceversa, ci è stato propinato illusionismo a valanga.
Pensioni a mille euro, riduzione delle tasse, abolizione di ICI e bollo auto, riapertura dei cantieri per le grandi opere, oltre che energia elettrica quasi gratis con il ritorno al nucleare (è tanto difficile puntare al solare? Sarà perché al sole non si paga la bolletta?), dal sempreverde omino-che-ride.
Non da meno è il nuovo rappresentante della sinistra rosè che, buon per noi, ci avrebbe aggiunto centomila nuove case (gratis?), aumenti di pensioni e salari, bonus spesa per le famiglie povere e assicurazione gratis per tutte le casalinghe.
Tutto bene, ma su come e dove reperire le risorse per regalarci il nuovo Bengodi il mutismo è assoluto. Nessuno di lor signori ha osato indicare da quali fonti trarre le risorse per regalarci la ormai prossima felicità. Tanto più che la parte del Paese che produce maggiore ricchezza, tramite le bossiane Camicie Verdi, urla ultimatum alla realizzazione del Federalismo Fiscale, che tradotto in soldoni vuol dire, qualora venisse realizzato, che ogni Regione gestirà la ricchezza (tasse) che produce. E c’è da prevedere che presto passino all’incasso, visto il successo elettorale ottenuto.
La Lega non è più solo il partito dei “bovari” delle valli Bergamasche e del “Cumenda con fabrichétta” nel varesotto, bensì anche dei suoi operai. E che la Lega rappresenti in parlamento l’operaio nordista è tutto un mondo che se n’è andato, un mondo che non c’è più. Di quali risorse si cianciano in tal proposito i leghisti-sudisti (Movimento per le Autonomie) ancora non ci è dato sapere, visto che tutto il sud brucia in spesa pubblica molto più di quel che paga in tasse. Trattasi di Autonomia con assegno di mantenimento? Elargito da chi?
Il portavoce del grande Capitale, Luca Cordero, predica l’esatto contrario: meno spesa pubblica, meno tasse (per loro), moderazione salariale, più produttività e più flessibilità. Se a ciò aggiungiamo la recessione, ampiamente pronosticata e già attuale per molti analisti finanziari, il cerchio è chiuso.
Nessuno ha parlato più di tassare le rendite, ovvero spostare il prelievo fiscale da chi poco ha, verso chi più ha. Persino la riduzione del cuneo fiscale, fatta da un governo di sinistra (?), ha favorito per l’80% il Capitale e solo per il 20% il salario. Se la storia recente della nostra “piccola Italietta” ci insegna qualcosa e una basilare regola matematica dice che cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia, abbiamo tutti la netta sensazione di rivedere un film già visto.
A questo punto potrebbe innescarsi un fatto allarmante: e se i Cipputi, pur se sotto anestetico televisivo, sentissero l’odore dell’ennesima fregatura, visto che si chiederà loro nuovamente di mantenere l’altrui felicità? Avrebbero un bel da fare i predicatori della compatibilità tra capitale e lavoro e tutti i Luigi Bonaparte del nuovo Governo!
Se nuove risorse si dovessero reperire, sarebbero ancora una volta dilapidate in inutili opere pubbliche con strascici di tangenti a capibastone partitici e burocrati pubblici e a tutti i loro codazzi ben sistemati e con le mani nella marmellata prodotta dall’altrui lavoro, in altrettanto inutili Enti Pubblici.
Si prepari dunque il povero Cipputi, prono e con la faccia beata. L’ombrello, di cui lo omaggerà l’ometto di Arcore, è già pronto. ☺
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