I fatti di cronaca pongono frequentemente alle coscienze laiche e religiose una riflessione urgente: Come mai i nostri ragazzi e ragazze esprimono comportamenti e fatti, talvolta provocatori, altre volte tragici ed estremi? La rincorsa dei nostri mezzi di comunicazione alla notizia che faccia audience, deve far riflettere sulla mancanza d’attenzione alle solitudini dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze, come del silenzio sui metodi e sistemi educativi concreti, quelli, cioè, che i nostri ragazzi e ragazze sperimentano nei loro fatti educativi d’ogni giorno all’interno delle agenzie o luoghi educativi: famiglia, scuola, parrocchie, strade, piazze e, non ultime, le trasmissioni televisive.
Io ritengo che l’emergenza educativa continui ad essere la sfida anche del nuovo secolo. In verità l’educativo ha da sempre appassionato ed impegnato le intelligenze religiose, laiche e popolari del nostro paese. Fiumi di ricerche e di testi ci raccontano come dovrebbero strutturarsi i sistemi educativi. Il milleottocento, nella storia europea, è stato chiamato “il secolo pedagogico”, ma dopo due secoli, due guerre mondiali, capovolgimenti epocali e sviluppi tecnologici da capogiro, continuiamo a raccontarci metodi educativi e a disquisire sui sistemi pedagogici, mentre il cuore e l’intelligenza dei nostri ragazzi e ragazze, anche quello dei nostri figli, talvolta anche il nostro, vengono catturati da “altre” emozioni. E noi disattenti protagonisti dell’educazione… bla, bla, blateriamo, facendo il contrario di quello che declamiamo verbalmente: cioè, siamo ormai al gioco verbale della peggiore specie perché privo di contraddittorio e di verifiche scientifiche.
Conservatori ed innovatori, reazionari e rivoluzionari, compagni e socialcamerati, liberisti e liberali, preti e laici, spesso contrapposti all’interno dei medesimi schieramenti ideologici o “parrocchie”, si dividono la palma delle riforme “giuste” e della via “retta”. Intanto la tragedia familiare di alcune persone, diventa audience e notizia; il dramma e la tragedia quotidiana di migliaia di persone, talvolta popoli interi, passano inosservate dal grande “audience” e dalle quiete coscienze rassegnate!
Disattenti spettatori del nostro quotidiano, ci meravigliamo quando la televisione ci annuncia che il nostro vicino, si è sparato… ha sparato alla moglie… la moglie ha ucciso il marito… il parroco è fuggito con la perpetua… la figlia ha ucciso la madre… il campo rom è stato ripulito…! Sepolcri imbiancati dal fariseismo dilagante, imperversante ed ossequiante, così come dall’opportunismo di comodo, sponsorizziamo le agenzie educative e le scuole supermercato, agenzie e scuole dell’autonomia da tutto, talvolta “anche” dai processi educativi scientifici e rigorosi. Chi vede “oltre” le righe dei gesti quotidiani, ha il dovere di prevenire le tragedie o quantomeno di provarci, altrimenti è corresponsabile.
La storia, la vita, la cronaca e le esperienze impongono riflessioni rigorose fatte di critica ed autocritica interne ai nostri vissuti quotidiani. Laddove mancano riflessione e proposte concrete, si fa solo ideologia ed ideologia funzionale al potente di turno. Magari tale potente è solo il “nulla”, così funzionale al liberismo economico e al potere di qualsiasi ideologia. Quel nulla, che sempre, nella storia dell’umanità, ha caratterizzato la crisi del potere, dando spazio unicamente a soluzioni autoritarie.
La scommessa è grande: diventare rigorosi ed evidenti testimoni di legalità, trasparenza e coerenza applicando metodi educativi preventivi. In altre parole, ancora una volta, “andiamo da don Bosco”, ma non ci affidiamo ai santi: confrontiamo con rigore i nostri saperi ed i nostri progetti; togliamo i lucchetti ai nostri cuori, ai cortili, alle scuole ed ai saperi; nelle case, nelle famiglie, nelle scuole, nelle agenzie educative, facciamo percepire amore, rispetto e fiducia ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze. Facciamo una grande scelta politica: i giovani e l’amore per tutto quello che loro amano, senza umiliarli mai… Ecco le grandi leve di quel pretaccio massone e di tutte le pedagogie popolari: dare ai giovani il rispetto di sé, convincerli che c’è una grandezza esistenziale alla loro portata. Far percepire loro che “si può” e che la vita è un grande gioco, dove ciascuno può giocare la sua partita, nel ruolo a lui più congeniale e nonostante le contraddizioni di cui ciascuno è portatore. Realizziamo scuole progettate e programmate nelle loro proposte culturali e scientifiche, superando le logiche contabili di chi mentre ne afferma l’urgenza, non riesce a trovare i soldi se non per garantirsi l’aumento di stipendio. Apriamo centri giovanili, oratori laici, aconfessionali e multietnici. Tutte le Regioni italiane hanno strumenti e risorse necessarie per passare dalle parole ai fatti e non serve altra “devolution”! La scuola dell’autonomia può essere l’una e l’altra cosa insieme; può essere, tra le agenzie educative, una sintesi ed una risposta significativa ed autorevole, al dilagante vuoto educativo e d’amore, non certo l’unica.
“…ma con questo discorso non acquistò Solone il favore di Creso….” (Erodoto, Creso e Solone), perché gli uomini e le donne, in particolare quelli di potere, vogliono essere adulati. Non amano l’educazione, preferiscono gli allevamenti; non amano, cioè, chi li costringe a cercare la verità e si vendicano sempre su chi lo fa con schiettezza leale, legale, trasparente e coerente”.
“I ragazzi di D. Bosco” lo sanno, ma non hanno rinunciato a volare con le aquile lungo i sentieri e le asperità della vita e dei processi educativi… e talvolta si cibano dei serpenti, di quelli velenosi in particolare perché questi preferiscono i sentieri dell’educativo, consapevoli che per conquistare spazi di vita è necessario “segnare i sentieri” per consentire a tutti di raggiungere la vetta. ☺
polsmile@tin.it
I fatti di cronaca pongono frequentemente alle coscienze laiche e religiose una riflessione urgente: Come mai i nostri ragazzi e ragazze esprimono comportamenti e fatti, talvolta provocatori, altre volte tragici ed estremi? La rincorsa dei nostri mezzi di comunicazione alla notizia che faccia audience, deve far riflettere sulla mancanza d’attenzione alle solitudini dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze, come del silenzio sui metodi e sistemi educativi concreti, quelli, cioè, che i nostri ragazzi e ragazze sperimentano nei loro fatti educativi d’ogni giorno all’interno delle agenzie o luoghi educativi: famiglia, scuola, parrocchie, strade, piazze e, non ultime, le trasmissioni televisive.
Io ritengo che l’emergenza educativa continui ad essere la sfida anche del nuovo secolo. In verità l’educativo ha da sempre appassionato ed impegnato le intelligenze religiose, laiche e popolari del nostro paese. Fiumi di ricerche e di testi ci raccontano come dovrebbero strutturarsi i sistemi educativi. Il milleottocento, nella storia europea, è stato chiamato “il secolo pedagogico”, ma dopo due secoli, due guerre mondiali, capovolgimenti epocali e sviluppi tecnologici da capogiro, continuiamo a raccontarci metodi educativi e a disquisire sui sistemi pedagogici, mentre il cuore e l’intelligenza dei nostri ragazzi e ragazze, anche quello dei nostri figli, talvolta anche il nostro, vengono catturati da “altre” emozioni. E noi disattenti protagonisti dell’educazione… bla, bla, blateriamo, facendo il contrario di quello che declamiamo verbalmente: cioè, siamo ormai al gioco verbale della peggiore specie perché privo di contraddittorio e di verifiche scientifiche.
Conservatori ed innovatori, reazionari e rivoluzionari, compagni e socialcamerati, liberisti e liberali, preti e laici, spesso contrapposti all’interno dei medesimi schieramenti ideologici o “parrocchie”, si dividono la palma delle riforme “giuste” e della via “retta”. Intanto la tragedia familiare di alcune persone, diventa audience e notizia; il dramma e la tragedia quotidiana di migliaia di persone, talvolta popoli interi, passano inosservate dal grande “audience” e dalle quiete coscienze rassegnate!
Disattenti spettatori del nostro quotidiano, ci meravigliamo quando la televisione ci annuncia che il nostro vicino, si è sparato… ha sparato alla moglie… la moglie ha ucciso il marito… il parroco è fuggito con la perpetua… la figlia ha ucciso la madre… il campo rom è stato ripulito…! Sepolcri imbiancati dal fariseismo dilagante, imperversante ed ossequiante, così come dall’opportunismo di comodo, sponsorizziamo le agenzie educative e le scuole supermercato, agenzie e scuole dell’autonomia da tutto, talvolta “anche” dai processi educativi scientifici e rigorosi. Chi vede “oltre” le righe dei gesti quotidiani, ha il dovere di prevenire le tragedie o quantomeno di provarci, altrimenti è corresponsabile.
La storia, la vita, la cronaca e le esperienze impongono riflessioni rigorose fatte di critica ed autocritica interne ai nostri vissuti quotidiani. Laddove mancano riflessione e proposte concrete, si fa solo ideologia ed ideologia funzionale al potente di turno. Magari tale potente è solo il “nulla”, così funzionale al liberismo economico e al potere di qualsiasi ideologia. Quel nulla, che sempre, nella storia dell’umanità, ha caratterizzato la crisi del potere, dando spazio unicamente a soluzioni autoritarie.
La scommessa è grande: diventare rigorosi ed evidenti testimoni di legalità, trasparenza e coerenza applicando metodi educativi preventivi. In altre parole, ancora una volta, “andiamo da don Bosco”, ma non ci affidiamo ai santi: confrontiamo con rigore i nostri saperi ed i nostri progetti; togliamo i lucchetti ai nostri cuori, ai cortili, alle scuole ed ai saperi; nelle case, nelle famiglie, nelle scuole, nelle agenzie educative, facciamo percepire amore, rispetto e fiducia ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze. Facciamo una grande scelta politica: i giovani e l’amore per tutto quello che loro amano, senza umiliarli mai… Ecco le grandi leve di quel pretaccio massone e di tutte le pedagogie popolari: dare ai giovani il rispetto di sé, convincerli che c’è una grandezza esistenziale alla loro portata. Far percepire loro che “si può” e che la vita è un grande gioco, dove ciascuno può giocare la sua partita, nel ruolo a lui più congeniale e nonostante le contraddizioni di cui ciascuno è portatore. Realizziamo scuole progettate e programmate nelle loro proposte culturali e scientifiche, superando le logiche contabili di chi mentre ne afferma l’urgenza, non riesce a trovare i soldi se non per garantirsi l’aumento di stipendio. Apriamo centri giovanili, oratori laici, aconfessionali e multietnici. Tutte le Regioni italiane hanno strumenti e risorse necessarie per passare dalle parole ai fatti e non serve altra “devolution”! La scuola dell’autonomia può essere l’una e l’altra cosa insieme; può essere, tra le agenzie educative, una sintesi ed una risposta significativa ed autorevole, al dilagante vuoto educativo e d’amore, non certo l’unica.
“…ma con questo discorso non acquistò Solone il favore di Creso….” (Erodoto, Creso e Solone), perché gli uomini e le donne, in particolare quelli di potere, vogliono essere adulati. Non amano l’educazione, preferiscono gli allevamenti; non amano, cioè, chi li costringe a cercare la verità e si vendicano sempre su chi lo fa con schiettezza leale, legale, trasparente e coerente”.
“I ragazzi di D. Bosco” lo sanno, ma non hanno rinunciato a volare con le aquile lungo i sentieri e le asperità della vita e dei processi educativi… e talvolta si cibano dei serpenti, di quelli velenosi in particolare perché questi preferiscono i sentieri dell’educativo, consapevoli che per conquistare spazi di vita è necessario “segnare i sentieri” per consentire a tutti di raggiungere la vetta. ☺
I fatti di cronaca pongono frequentemente alle coscienze laiche e religiose una riflessione urgente: Come mai i nostri ragazzi e ragazze esprimono comportamenti e fatti, talvolta provocatori, altre volte tragici ed estremi? La rincorsa dei nostri mezzi di comunicazione alla notizia che faccia audience, deve far riflettere sulla mancanza d’attenzione alle solitudini dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze, come del silenzio sui metodi e sistemi educativi concreti, quelli, cioè, che i nostri ragazzi e ragazze sperimentano nei loro fatti educativi d’ogni giorno all’interno delle agenzie o luoghi educativi: famiglia, scuola, parrocchie, strade, piazze e, non ultime, le trasmissioni televisive.
Io ritengo che l’emergenza educativa continui ad essere la sfida anche del nuovo secolo. In verità l’educativo ha da sempre appassionato ed impegnato le intelligenze religiose, laiche e popolari del nostro paese. Fiumi di ricerche e di testi ci raccontano come dovrebbero strutturarsi i sistemi educativi. Il milleottocento, nella storia europea, è stato chiamato “il secolo pedagogico”, ma dopo due secoli, due guerre mondiali, capovolgimenti epocali e sviluppi tecnologici da capogiro, continuiamo a raccontarci metodi educativi e a disquisire sui sistemi pedagogici, mentre il cuore e l’intelligenza dei nostri ragazzi e ragazze, anche quello dei nostri figli, talvolta anche il nostro, vengono catturati da “altre” emozioni. E noi disattenti protagonisti dell’educazione… bla, bla, blateriamo, facendo il contrario di quello che declamiamo verbalmente: cioè, siamo ormai al gioco verbale della peggiore specie perché privo di contraddittorio e di verifiche scientifiche.
Conservatori ed innovatori, reazionari e rivoluzionari, compagni e socialcamerati, liberisti e liberali, preti e laici, spesso contrapposti all’interno dei medesimi schieramenti ideologici o “parrocchie”, si dividono la palma delle riforme “giuste” e della via “retta”. Intanto la tragedia familiare di alcune persone, diventa audience e notizia; il dramma e la tragedia quotidiana di migliaia di persone, talvolta popoli interi, passano inosservate dal grande “audience” e dalle quiete coscienze rassegnate!
Disattenti spettatori del nostro quotidiano, ci meravigliamo quando la televisione ci annuncia che il nostro vicino, si è sparato… ha sparato alla moglie… la moglie ha ucciso il marito… il parroco è fuggito con la perpetua… la figlia ha ucciso la madre… il campo rom è stato ripulito…! Sepolcri imbiancati dal fariseismo dilagante, imperversante ed ossequiante, così come dall’opportunismo di comodo, sponsorizziamo le agenzie educative e le scuole supermercato, agenzie e scuole dell’autonomia da tutto, talvolta “anche” dai processi educativi scientifici e rigorosi. Chi vede “oltre” le righe dei gesti quotidiani, ha il dovere di prevenire le tragedie o quantomeno di provarci, altrimenti è corresponsabile.
La storia, la vita, la cronaca e le esperienze impongono riflessioni rigorose fatte di critica ed autocritica interne ai nostri vissuti quotidiani. Laddove mancano riflessione e proposte concrete, si fa solo ideologia ed ideologia funzionale al potente di turno. Magari tale potente è solo il “nulla”, così funzionale al liberismo economico e al potere di qualsiasi ideologia. Quel nulla, che sempre, nella storia dell’umanità, ha caratterizzato la crisi del potere, dando spazio unicamente a soluzioni autoritarie.
La scommessa è grande: diventare rigorosi ed evidenti testimoni di legalità, trasparenza e coerenza applicando metodi educativi preventivi. In altre parole, ancora una volta, “andiamo da don Bosco”, ma non ci affidiamo ai santi: confrontiamo con rigore i nostri saperi ed i nostri progetti; togliamo i lucchetti ai nostri cuori, ai cortili, alle scuole ed ai saperi; nelle case, nelle famiglie, nelle scuole, nelle agenzie educative, facciamo percepire amore, rispetto e fiducia ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze. Facciamo una grande scelta politica: i giovani e l’amore per tutto quello che loro amano, senza umiliarli mai… Ecco le grandi leve di quel pretaccio massone e di tutte le pedagogie popolari: dare ai giovani il rispetto di sé, convincerli che c’è una grandezza esistenziale alla loro portata. Far percepire loro che “si può” e che la vita è un grande gioco, dove ciascuno può giocare la sua partita, nel ruolo a lui più congeniale e nonostante le contraddizioni di cui ciascuno è portatore. Realizziamo scuole progettate e programmate nelle loro proposte culturali e scientifiche, superando le logiche contabili di chi mentre ne afferma l’urgenza, non riesce a trovare i soldi se non per garantirsi l’aumento di stipendio. Apriamo centri giovanili, oratori laici, aconfessionali e multietnici. Tutte le Regioni italiane hanno strumenti e risorse necessarie per passare dalle parole ai fatti e non serve altra “devolution”! La scuola dell’autonomia può essere l’una e l’altra cosa insieme; può essere, tra le agenzie educative, una sintesi ed una risposta significativa ed autorevole, al dilagante vuoto educativo e d’amore, non certo l’unica.
“…ma con questo discorso non acquistò Solone il favore di Creso….” (Erodoto, Creso e Solone), perché gli uomini e le donne, in particolare quelli di potere, vogliono essere adulati. Non amano l’educazione, preferiscono gli allevamenti; non amano, cioè, chi li costringe a cercare la verità e si vendicano sempre su chi lo fa con schiettezza leale, legale, trasparente e coerente”.
“I ragazzi di D. Bosco” lo sanno, ma non hanno rinunciato a volare con le aquile lungo i sentieri e le asperità della vita e dei processi educativi… e talvolta si cibano dei serpenti, di quelli velenosi in particolare perché questi preferiscono i sentieri dell’educativo, consapevoli che per conquistare spazi di vita è necessario “segnare i sentieri” per consentire a tutti di raggiungere la vetta. ☺
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale
Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici.L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.