contributi per l’editoria
14 Aprile 2010 Share

contributi per l’editoria

 

In consiglio regionale sono state presentate due proposte di legge sull’editoria. Una dalla giunta regionale intenta a promuovere la grande editoria e l’altra dall’opposi- zione per sostenere le piccole imprese editoriali. Entrambe muovono da presupposti culturali identici: finanziare gli editori anziché curare e promuovere l’informazione di qualità.

Ancora una volta si parte col piede sbagliato.

La proposta di legge regionale approvata dalla Giunta Iorio a dicembre del 2007 sembra essere stata messa in cantiere dalla competente commissione consiliare per la successiva approvazione in aula.

Dalla lettura dell’elaborato é facile comprendere che il bisogno di informazione libera e plurale rilevato dalla classe politica molisana, oltre che dal titolo V della Costituzione, non viene neanche sfiorato dalla legge che titola “Misure urgenti a sostegno degli editori molisani operanti nel settore della Carta Stampata”. Non una misura a favore dei cittadini molisani che avrebbero diritto a un’informazione di qualità, trattandosi di danaro pubblico, ma solo provvidenze a favore degli imprenditori dell’informazione. Non si tratta di un lapsus, gli autori della proposta intendono proprio ciò che hanno scritto, vale a dire finanziare qualche amico senza chiedere nulla in cambio, tranne il solito consenso, oltre al sostegno, questa volta di chi fornisce informazione. I fortunati, solo cinque per chi edita quotidiani e otto per gli altri periodici, hanno l’obbligo di dedicare tutte le pagine dei loro giornali a notizie che riguardano fatti regionali per ricevere in cambio circa 2,2 milioni di Euro. Se si legge più attentamente la proposta di legge, viene quasi il sospetto (solo questa volta?) che la Giunta Regionale voglia promuovere un provvedimento ad personam. Basta guardare al panorama imprenditoriale molisano per rendersi conto che i requisiti richiesti dalla futura legge sono posseduti da un solo editore.

Gli obiettivi che la legge si prefigge di realizzare, il pluralismo, la libertà di informazione, la diffusa e capillare conoscenza della realtà sociale e culturale del territorio, elencati nell’art. 1 del provvedimento, vengono disattesi, anzi ignorati nel resto della proposta di legge, protesa unicamente a distribuire fondi; nessun centro di verifica, nessun osservatorio che valuti i risultati prodotti dall’inve- stimento: della serie prendi i soldi e fai quello che vuoi. Sarebbe stato il caso di legare l’erogazione dei fondi, previsti dalla legge, alla realizzazione di un piano di sviluppo e qualificazione del sistema della comunicazione approvato dal Consiglio Regionale al quale compete il ruolo di indirizzo e controllo anche in questa delicata materia. Niente di tutto ciò. Ai soggetti istituzionalmente preposti al sistema informativo quale il CO.RE.COM si sarebbe dovuto assegnare il ruolo di consulente del Consiglio e della Giunta per la predisposizione del piano di sviluppo di cui innanzi senza duplicare organismi per sperperare altre risorse, così come si sarebbe dovuto prevedere la realizzazione di un osservatorio sull’evoluzione tecnologica dei sistemi dei media utilizzando gli strumenti di conoscenza esistenti nelle Università e la costituzione di sistemi aperti di archiviazione per garantire accessibilità ai prodotti informatici; non ultimo si sarebbe dovuto prevedere un contratto di servizio con la concessionaria del servizio pubblico (RAI) affinché venissero valorizzate le capacità produttive delle imprese locali. Purtroppo la proposta di legge, pur occupandosi della carta stampata, dimentica in toto altri sistemi di informazione quali le televisioni – forse perché se ne occupa per altre vie – e l’informazione cinematografica, pu- re presente nella nostra regione – forse perché troppo indipendente – basti pensare alle iniziative di Molise Cinema.

La proposta dell’opposizio- ne, partendo dagli stessi presupposti culturali, si impegna ad estendere il numero dei soggetti beneficiari, ma non risolve il problema della qualità dell’informazione.

 Spero che il Convegno organizzato dalla arcidiocesi di Campobasso aiuti a fare chiarezza sul problema, estremamente serio, e che se ne possa riparlare in modo da non favorire come al solito i pochi ma i cittadini molisani. ☺

 

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