sentire col cuore
31 Maggio 2010 Share

sentire col cuore

 

Il 2 maggio siamo partite per Palermo al seguito dell'Istituto Comprensivo “L. Girardi” di Petrella Tifernina per un viaggio organizzato dal Consorzio Libera Terra Mediterraneo. L'itinerario prevedeva un duplice sviluppo, il primo sulla strada della memoria e dell'educazione alla legalità, il secondo, consueto, della conoscenza del patrimonio artistico. Sorvoliamo sullo stupore provato davanti al Cristo benedicente del Duomo di Monreale e sulla stessa meraviglia con cui abbiamo apprezzato l'architettura arabo-normanna della Cattedrale di Palermo e l'ingegno progettuale profuso dagli arabi nella costruzione della Zisa (la splendente), antica residenza reale.

Di grande impatto sono stati “i luoghi della memoria e del fare”. Dobbiamo confessare di esserci avvicinate con un po' di sufficienza all'Albero di Falcone, credendolo un mero esempio di retorica, ma, ai piedi dell'enorme ficus, sbirciando in quella toccante marea di ricordi, foto, appelli, disegni ed esortazioni alla lotta e alla resistenza, la commozione ci ha chiuso la gola. Allo stesso modo emozioni forti ci hanno toccato a Cinisi nella casa di Peppino Impastato, a Corleone visitando il CIDMA (Centro Internazionale di Documentazione sulle Mafie e del movimento Antimafia), piccolo e significativo museo storico e fotografico sulle mafie.

Ma se i luoghi sono di tanta suggestione, le persone incontrate sono figure di grande spessore umano, appassionate, motivate. Sono state loro la vera scoperta, il disvelarsi di qualcosa che cerchiamo in ogni viaggio. Sono rimaste fissate dentro di noi come una sorta di lievito madre che rigenera, potente, ricordi, impressioni, vicinanza solidale. È così che pensiamo a Caterina Pellingra, la guida generosa e sapiente, a Serena che ci ha accolti nella Bottega dei sapori e dei saperi di Libera spiegando le attività svolte sui terreni confiscati alla mafia, alla signora della Fondazione Progetto Legalità (voluta dai magistrati di Palermo dopo le stragi del '92) la quale, prendendo un permesso di un'ora dal suo lavoro, ha intrattenuto quaranta ragazzi nella piccola Piazza della Memoria. Così pensiamo alla dolcissima e determinata Felicia Impastato che ci ha commosso, incantati; con parole lievi ha raccontato il dramma di un lutto terribile, la solitudine di un percorso alla ricerca di una verità nascosta per ventidue anni, la paura.

Tutte queste persone sono accomunate dalla medesima caratteristica: una dignità che le riscatta dal dolore, dalla rabbia, dal senso penoso dell'ineluttabilità storica e che le proietta, e noi con loro, verso un futuro diverso, possibile. AMMATESMA ME KALBI (quando sento il mio cuore). ☺

 

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