C’è un argomento che si è infilato, da molti anni, nei nostri discorsi, pubblici e spesso privati, una specie di ossessione che ha invaso, con la sua violenza comunicativa, i nostri ragionamenti: Silvio Berlusconi. Questo magnate milanese, col suo sorriso plastico, ha letteralmente invaso l’Italia. Berlusconi e la sua linea politico-culturale, il Berlusconismo, ha inacidito e corroso il linguaggio sia politico sia culturale del nostro Paese.
Ma noi italiani siamo buoni; diamo tre possibilità, così questo individuo è stato capace di andare al governo per tre volte. Ed è qui che dobbiamo dimostrare di non essere sciocchi, e lo stiamo facendo: Pisapia e De Magistris sono dei segnali potenti della sfiducia del popolo italiano verso il proprio Presidente del Consiglio. Ma la sfiducia è partita già dallo scandalo che lo ha visto protagonista (che novità!) per mesi e mesi, la faccenda dei festini ecc., che dimostra quello che troviamo scritto nell’antico e meraviglioso Cantico dei Cantici: chi compra l’Amore (anche se la visione dell’Amore di Arcore è piuttosto squallida) coi suoi tesori ne ha disonore.
E la rivolta, nauseata, è partita dalle donne che hanno espresso, a piena voce, di non volere un premier di questo genere. E piano piano molti hanno cominciato ad aprire gli occhi: il tasso di disoccupazione è altissimo, il deficit lo è altrettanto, non c’è lavoro, chiudono le fabbriche, perfino Confindustria gli volta le spalle. Ma qual è stata la politica del Berlusconismo? Non è stata liberale, niente affatto sociale, è stato un liberismo ad personam, una politica adattata anziché al corpo di uno Stato, al corpo di un singolo uomo, come un doppiopetto.
Abbiamo visto una brutalizzazione della politica, quasi pari al Fascismo, che non si occupa più delle persone, anzi, mette sotto i piedi la dignità dei lavoratori, degli studenti, delle donne, dei pensionati e dei disabili. Il Presidente è diventato un prestigiatore che fa scomparire la dignità degli italiani: adesso basta!
Spegniamo la televisione, piena di questa ossessione e usciamo fuori per dedicarci all’Amore in tutte le sue forme, l’Amore decantato in tutti gli Scritti Sacri, l’Amore che nessuno può comprare. ☺
Le Grandi Acque non spengono l’Amore
i fiumi non lo travolgono
chi lo compra coi suoi tesori
ne ha disonore.
Cantico Dei Cantici, VIII, 7-10
C’è un argomento che si è infilato, da molti anni, nei nostri discorsi, pubblici e spesso privati, una specie di ossessione che ha invaso, con la sua violenza comunicativa, i nostri ragionamenti: Silvio Berlusconi. Questo magnate milanese, col suo sorriso plastico, ha letteralmente invaso l’Italia. Berlusconi e la sua linea politico-culturale, il Berlusconismo, ha inacidito e corroso il linguaggio sia politico sia culturale del nostro Paese.
Ma noi italiani siamo buoni; diamo tre possibilità, così questo individuo è stato capace di andare al governo per tre volte. Ed è qui che dobbiamo dimostrare di non essere sciocchi, e lo stiamo facendo: Pisapia e De Magistris sono dei segnali potenti della sfiducia del popolo italiano verso il proprio Presidente del Consiglio. Ma la sfiducia è partita già dallo scandalo che lo ha visto protagonista (che novità!) per mesi e mesi, la faccenda dei festini ecc., che dimostra quello che troviamo scritto nell’antico e meraviglioso Cantico dei Cantici: chi compra l’Amore (anche se la visione dell’Amore di Arcore è piuttosto squallida) coi suoi tesori ne ha disonore.
E la rivolta, nauseata, è partita dalle donne che hanno espresso, a piena voce, di non volere un premier di questo genere. E piano piano molti hanno cominciato ad aprire gli occhi: il tasso di disoccupazione è altissimo, il deficit lo è altrettanto, non c’è lavoro, chiudono le fabbriche, perfino Confindustria gli volta le spalle. Ma qual è stata la politica del Berlusconismo? Non è stata liberale, niente affatto sociale, è stato un liberismo ad personam, una politica adattata anziché al corpo di uno Stato, al corpo di un singolo uomo, come un doppiopetto.
Abbiamo visto una brutalizzazione della politica, quasi pari al Fascismo, che non si occupa più delle persone, anzi, mette sotto i piedi la dignità dei lavoratori, degli studenti, delle donne, dei pensionati e dei disabili. Il Presidente è diventato un prestigiatore che fa scomparire la dignità degli italiani: adesso basta!
Spegniamo la televisione, piena di questa ossessione e usciamo fuori per dedicarci all’Amore in tutte le sue forme, l’Amore decantato in tutti gli Scritti Sacri, l’Amore che nessuno può comprare. ☺
C’è un argomento che si è infilato, da molti anni, nei nostri discorsi, pubblici e spesso privati, una specie di ossessione che ha invaso, con la sua violenza comunicativa, i nostri ragionamenti: Silvio Berlusconi. Questo magnate milanese, col suo sorriso plastico, ha letteralmente invaso l’Italia. Berlusconi e la sua linea politico-culturale, il Berlusconismo, ha inacidito e corroso il linguaggio sia politico sia culturale del nostro Paese.
Ma noi italiani siamo buoni; diamo tre possibilità, così questo individuo è stato capace di andare al governo per tre volte. Ed è qui che dobbiamo dimostrare di non essere sciocchi, e lo stiamo facendo: Pisapia e De Magistris sono dei segnali potenti della sfiducia del popolo italiano verso il proprio Presidente del Consiglio. Ma la sfiducia è partita già dallo scandalo che lo ha visto protagonista (che novità!) per mesi e mesi, la faccenda dei festini ecc., che dimostra quello che troviamo scritto nell’antico e meraviglioso Cantico dei Cantici: chi compra l’Amore (anche se la visione dell’Amore di Arcore è piuttosto squallida) coi suoi tesori ne ha disonore.
E la rivolta, nauseata, è partita dalle donne che hanno espresso, a piena voce, di non volere un premier di questo genere. E piano piano molti hanno cominciato ad aprire gli occhi: il tasso di disoccupazione è altissimo, il deficit lo è altrettanto, non c’è lavoro, chiudono le fabbriche, perfino Confindustria gli volta le spalle. Ma qual è stata la politica del Berlusconismo? Non è stata liberale, niente affatto sociale, è stato un liberismo ad personam, una politica adattata anziché al corpo di uno Stato, al corpo di un singolo uomo, come un doppiopetto.
Abbiamo visto una brutalizzazione della politica, quasi pari al Fascismo, che non si occupa più delle persone, anzi, mette sotto i piedi la dignità dei lavoratori, degli studenti, delle donne, dei pensionati e dei disabili. Il Presidente è diventato un prestigiatore che fa scomparire la dignità degli italiani: adesso basta!
Spegniamo la televisione, piena di questa ossessione e usciamo fuori per dedicarci all’Amore in tutte le sue forme, l’Amore decantato in tutti gli Scritti Sacri, l’Amore che nessuno può comprare. ☺
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