
Solidarietà e accoglienza
In piazza monsignor Pietro Santoro, a Termoli, guardati con diffidenza, in attesa di un pasto, in uno stato di povertà tale da non avere un’abitazione, si accontentano di una panchina, stazione ferroviaria, o altre forme di adattamento per ripararsi dalla pioggia e soprattutto attutire il freddo: sono i senzatetto, considerati rottami della società, accusati di essere solo dei parassiti, ma sono semplicemente poveri.
Ci sono coloro che i poveri non li vedono, ma sanno dare direttive, autorizzazioni, regole per accogliere… hanno posti letto a disposizione, ma dicono “non è un albergo” e rifiutano l’accoglienza; i letti in gran parte sono vuoti. I poveri preferiscono vivere con dignità e non sottostare a umiliazioni e rimproveri severi che rubano la libertà… finirà l’oppressione di chi vive senza un tetto, non finiranno i poveri; il nostro è Dio dei poveri, scegliere i poveri significa scegliere questo Dio, non ce ne è un altro. Ci sono coloro che i poveri li incontrano, danno loro da mangiare, si commuovono perché si sentono colpevolmente privilegiati. Queste persone in punta di piedi offrono per i senzatetto un pasto o un riparo dalle intemperie del tempo perché possano sopravvivere in strada. Ci sono coloro che fanno programmi nell’ambito sociale e offrono denaro: le risposte arrivano; attira più un progetto di servizio retribuito che una ragionevole solidarietà, ma la solidarietà non si mette in mostra; inoltre, se si sommano i costi di tutte le associazioni, ci sarebbero soldi per accogliere migranti e senzatetto. Ci sono coloro che i poveri li incontrano perché li amano e c’è chi li incontra per manifestare superiorità, per reprimere, per farsi pubblicità, per guadagnare… Imparare a servire i poveri con amore e non a servirsi dei poveri per arricchirsi.
I poveri insegnano… sono il volto di Cristo Crocifisso, sono i portinai del cielo che accolgono chi è stato umano con loro. Il cristiano non frequenta i potenti, ma è con l’umanità disprezzata e, come dice Gesù “sarai beato perché non hai da ricambiare”. Il Signore è nei poveri perché nel mondo manifestano lo scandalo dell’ingiustizia. Occorre fare una vera rivoluzione non con le armi, con le umiliazioni, con i rifiuti… ma con l’amore, con la solidarietà, con la condivisione. Chi può aiutarli? Anche i poveri hanno il diritto di gestire la loro vita con dignità, aiutati dall’Amministrazione Pubblica, dalla Chiesa e da ogni essere umano, creando relazioni e non esclusione coi poveri. Impegno importante è una cultura che salvaguarda indigenti e senzatetto: non si possono inviare vigili e ruspa per abbattere ciò che era la loro vita; non si può rifiutare un essere umano per riqualificare uno stabile o una zona; non si può accogliere un progetto di servizio ai poveri senza prevedere spese e consumi; non si può rischiare di far morire di freddo perché si è venuti meno a delle regole; non si può dire di non avere posto quando ci sono stanze e letti inutilizzati. Non piangere quando muoiono… sorridi quando aiuti a dare vita.
Alle organizzazioni, alle associazioni, alle autorità civili e religiose, ai volontari si suggerisce che è giusto avere regole, non per rifiutare, ma per educare e per accogliere. Abbiamo un posto per dormire? Usiamolo! Ma sono sporchi e ubriachi… basta per tacitare la propria coscienza? La vita è più importante dei difetti… non lasciamo al freddo chi è venuto meno alla regola della sobrietà per avvertire un po’ di calore; non usiamo luoghi di accoglienza per umiliare e sentirsi in diritto di accogliere o cacciare via. Chissà perché quando si fa male ai poveri ci si sente più importanti! Viviamo in un ambiente sereno, non siamo razzisti, neppure intolleranti… Perché invece di infastidirci non ci rapportiamo con i poveri? Ci guadagneremo! Nessuno può sentirsi privilegiato rispetto ai poveri… Dio li privilegia “Beati i poveri… Guai ai ricchi…”. Ai tanti cristiani che si lamentano e che si dicono cattolici osservanti ricordo che riti, celebrazioni, tradizioni… servono a ben poco, se poi dimentichiamo che “la vera gloria di Dio è l’uomo vivente”. “Non restare in silenzio mio Dio!”.
Ascoltiamo attoniti notizie di guerre, uccisioni, morte e ci scandalizziamo di fratelli e sorelle che vivono in strada perché ridotti in povertà e rifiutati da istituzioni che fanno le leggi per impoverire, mentre pochi moltiplicano la loro ricchezza. C’è tanta burocrazia, a volte anche esibizionismo e si schedano i poveri, si chiede di fare rete, di incontrarsi e ci si accorge che si vuole dipendenza più che collaborazione e condivisione; lentamente scompare il povero e prevale un’ esigenza di proprietà e superiorità. Ci chiediamo: il denaro, il guadagno sono più importanti della vita di una creatura umana? La giustizia protegge la ricchezza o la vita? E perché sentirsi padroni dei poveri quando invece c’è bisogno di servizio? ☺