
Insegnanti differenziati?
E ci risiamo.
Due nuove figure entreranno a far parte della comunità scolastica nell’anno scolastico 2023/24. Non si tratta di docenti in più, ma di docenti già in servizio che assumono questo ruolo retribuito e con funzioni specifiche, ossia svolgeranno il compito di “tutor” e quello di “orientatore”.
La misura, annunciata dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, e già illustrata ai sindacati, passerà al vaglio del CSPI e poi il testo sarà pubblicato in vista del nuovo anno scolastico. Guardiamola un po’ più da vicino.
Il docente tutor avrà il compito di coordinare e promuovere le attività educative per personalizzare l’istruzione negli studenti delle classi terze, quarte e quinte delle scuole secondarie di secondo grado. Questo compito include il supporto per gli studenti che hanno difficoltà e la promozione del potenziamento per quelli che hanno talenti particolari.
Il docente orientatore avrà il compito di favorire le attività di orientamento per aiutare gli studenti a fare scelte in linea con le loro aspirazioni, potenzialità e progetti di vita, tenendo conto dei diversi percorsi di studio e lavoro e delle varie opportunità offerte dai territori, dal mondo produttivo e universitario. Questo approccio dovrà essere attuato rispettando l’autonomia degli istituti scolastici, degli studenti e delle loro famiglie.
Il corso di formazione per diventare docente tutor e docente orientatore sarà di 20 ore e sarà gestito dall’ INDIRE. I tutor dovrebbero essere 40.000, a cui vanno aggiunti i docenti orientatori, uno per ogni istituto scolastico; saranno distribuiti nelle scuole in maniera proporzionale al numero degli studenti delle classi terze, quarte e quinte delle scuole secondarie di secondo grado, che provvederanno poi a organizzare il servizio nella loro autonomia.
I criteri, ancora indicativi, per la selezione dei docenti comprenderanno almeno cinque anni di servizio a tempo indeterminato, esperienza nelle funzioni interne alla scuola relative all’orientamento, PCTO e dispersione, e impegno a ricoprire l’incarico per almeno un triennio.
Il compenso, infine, per questa figura sarà stabilito da una contrattazione di istituto e varierà da 2.850 a 4.750 euro lordi all’anno.
“Un modello di scuola virtuoso – ha detto il Ministro Valditara – deve mettere in luce i talenti di ogni singolo studente. Per questo con un significativo stanziamento di risorse, come Ministero abbiamo deciso di puntare su figure professionali specializzate che saranno adeguatamente formate, selezionate e pagate. Il tutto in un confronto costante con le parti sindacali”. È proprio quello che non ci piace: quel pagare figure “adegua- tamente formate”. Come se, ancora, gli insegnanti dovessero meritarsi uno stipendio più congruo, più dignitoso, lavorando di più, facendo altro da ciò che già fanno. E che, evidentemente, non basta. Gli insegnanti fanno già abbastanza e il loro lavoro – frutto di competenze, esperienza, continua formazione sul campo – viene mortificato economicamente in maniera indegna, da sempre.
Dunque, ci risiamo. Qualche spicciolo in più a una minoranza che dovrà “formarsi”. Basteranno 20 ore di corso per fare la differenza. Gli altri… gli altri no, continuino pure a fare un lavoro mediocre, senza spessore, che non vale la pena gratificare in modo adeguato e dignitoso.
Ministro, c’è tanto da fare per la nostra scuola. Ma la via non è questa.☺