libri: “GRANDE MERAVIGLIA” di Viola Ardone
15 Gennaio 2024
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libri: “GRANDE MERAVIGLIA” di Viola Ardone

libri: “GRANDE MERAVIGLIA” di Viola Ardone
“Fausto Meraviglia, amico dei matti e dei gatti”: la rima di filastrocca, una delle tante che Elba ha inventato e trascritto nel suo diario, è il ritratto buffo ma veritiero del protagonista – a dire il vero, uno dei due protagonisti – del nuovo romanzo di Viola Ardone, Grande Meraviglia (Einaudi), quello che “completa un’ideale trilogia del Novecento” [dalla quarta di copertina].
La narrazione, infatti, è ‘a due mani’ e l’opera è divisa in quattro parti: la prima e la terza, raccontate da Elba, sono ambientate nel 1982 e nel biennio 1988-89; la seconda e la quarta, datate 31 dicembre 2019, sono narrate dal dottor Meraviglia. L’alternarsi dei narratori permette al lettore di seguire lo svolgimento della storia osservata – e ricordata – con occhi infantili dapprima, poi più maturi e consapevoli, fino a capovolgersi nel finale in cui il più maturo è forse il più giovane!
Elba, “una quindicenne nata e cresciuta nel manicomio, e senza aver mai dato segni di pazzia”, richiama l’attenzione e la cura di Fausto, psichiatra seguace delle teorie del dottor Basaglia, che prova a sperimentare il nuovo percorso terapeutico all’Istituto Fascione. Non mancheranno le difficoltà prima che la nuova visione delle cure psichiatriche sia accolta ed applicata; “stiamo in mano ai dottorini, che meraviglia! Grande meraviglia!” è il commento acido del primario riguardo le cure sperimentali che Fausto tenta di avviare.
E proprio il dottor Meraviglia, ormai settantacinquen- ne, la sera di San Silvestro, ripercorre la sua vita e l’esperienza lavorativa che gli ha consentito di far chiudere il manicomio ed avviare un nuovo percorso terapeutico per tutti gli ospiti della famigerata struttura. Scopriamo così che alla ragazza egli offrirà la possibilità di affrancarsi e di intraprendere gli studi universitari di psicologia, cui è naturalmente portata, grazie anche alla frequentazione forzata dell’istituto e la vicinanza dei pazienti. Elba ha annotato le sue osservazioni e le sue sofferenze in quello che lei stessa chiama Diario dei malanni di mente, una serie di testimonianze che la aiuteranno a superare gli esami universitari.
Non ci saranno vincitori, né vinti in questo racconto di formazione. Il lettore conoscerà la storia di una ragazza che ha trascorso la sua vita fino all’adolescenza in un luogo inadatto, inutilmente alla ricerca di una madre (Mutti, in tedesco), ingiustamente ricoverata, con prevedibili drammatiche conseguenze sul piano psicologico. Fausto, l’entusiasta ‘dottorino’ che per anni ha lottato perché “se messi in condizione di fare cose normali, i pazzi si comportano da sani”, accuserà, invecchiando, stanchezza e disaffezione.
A fronte dei fallimenti personali il dottor Meraviglia troverà consolazione in un’ultima lettera che Elba gli invia dalla Germania – dove lavora presso un istituto per minori: “.. mi mancano le tue parole, perché mi hanno resa libera. Ed è la libertà che cura”. (DC)
(D.C.)

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