– libri: “UN BUON POSTO IN CUI FERMARSI” di Matteo Bussola
18 Dicembre 2023
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– libri: “UN BUON POSTO IN CUI FERMARSI” di Matteo Bussola

– libri: “UN BUON POSTO IN CUI FERMARSI” di Matteo Bussola
“Cosa fa di un uomo un uomo?”. Potremmo partire da questa semplice (o complessa) domanda per parlare di Un buon posto in cui fermarsi di Matteo Bussola. Storie con protagonisti uomini, vale a dire persone di sesso maschile, sulle cui ‘fragilità’ poco ci si sofferma e spesso, in maniera superficiale, cerchiamo di allontanare da noi qualsiasi forma di riflessione su di esse.
Racconti staccati, apparentemente, Un buon posto in cui fermarsi presenta una galleria di tipi umani, alcuni dei quali ritornano nei racconti successivi, quasi costruendo una storia che rende il libro originale, come quella iniziale di Stefano che accetta la ‘sfida’ proposta da due conoscenti di lasciare il lavoro in banca per ristrutturare un “rudere” in campagna; o come quella di due adolescenti che si sono conosciuti in chat ma non si sono mai incontrati perché uno è autolesionista e l’altro affetto dalla sindrome degli hikikomori, e che invece riescono a superare i limiti imposti dalle loro patologie pur di vedersi.
E ci sono ancora uomini come Riccardo che, sulla soglia del carcere, porta con sé un portasapone scheggiato perché “conta quel che rimane, non ciò che si è perso. Che si può continuare a essere quel che si è, nonostante le cicatrici”. E poi Mario, tassista che ama poco il traffico e gli ingorghi, che aiuta una giovane cliente a partorire il suo bambino durante una corsa sulla sua vettura.
La levità della prosa di Matteo Bussola si sposa bene con la dolcezza – e al contempo drammaticità – dei temi, come ad esempio il rapporto padre-figlio descritto a proposito della vicenda di Pietro: “ma se non è la tua carne non lo sai, non puoi davvero capire il dolore muto dei genitori. Nemmeno i figli possono: la tua fragilità sono loro”. E prosegue: “Non c’è niente da capire, solo amore da dare … Amarli quando cadono giù, con le loro ali di cera disciolte, quando ci appaiono sbilenchi e lancinanti. Quando volergli bene è spossante. Quando non sono come li vorresti. Quando, con ogni loro azione e fibra, ti stanno dicendo che non sono te”.
I racconti intendono perseguire il semplice obiettivo di contestare la visione per cui come uomini si dovrebbe essere addestrati “a vincere il mondo anziché imparare a camminarci dentro”. (D.C.)

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