AZZURRO  Stralci di vita di Curzio Maltese
15 Giugno 2023
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AZZURRO Stralci di vita di Curzio Maltese

“Quando un uomo muore, il suo mondo, il suo pensiero se ne vanno con lui”: Curzio Maltese sta qui raccontando il suo incontro con il regista Roman Polanski, ma, amaramente, ora che l’autore è scomparso, sembra si stia riferendo a se stesso. Azzurro. Stralci di vita – da cui è tratta la citazione – è, infatti, il suo libro pubblicato postumo: il noto giornalista ci ha lasciati lo scorso febbraio ma il volume era già pronto.
Una autobiografia mista a resoconti di interviste a persone del mondo dello spettacolo, della politica, del giornalismo, questo Azzurro tratteggia il quadro dell’Italia degli ultimi decenni accanto alle fasi della vita di Curzio, dall’infanzia al suo ingresso nel mondo della carta stampata, della sua malattia e del lento recupero.
Per un uomo come lui, fortemente motivato per la professione di giornalista, l’afasia da cui è stato colpito rappresenta un momento drammatico: “sono disperato dentro la mia rabbia. Siamo fatti di parole. E io ora le ho perse. … La parola che non esce, che inciampa senza tregua, non lascia via d’uscita alle emozioni. Mentre parli, elabori quello che provi. Se non puoi, ti scoppia dentro”. Superata con fatica la crisi, è riuscito lentamente a riprendersi, ma la sua attività proseguirà secondo modalità diverse.
Perché Azzurro? Un omaggio a Paolo Conte, il poeta avvocato che difendeva “uomini in causa con la vita, abbandonati o falliti” il quale si realizzava componendo alcune delle più belle canzoni del dopoguerra: “La straordinaria musica naturalmente, ma anche la capacità onirica dei testi … Azzurro era perfetta per questo. In un pomeriggio fermo e deprimente potevo immaginarmi i colori del cielo e un viaggio in treno per andare altrove”.
I ritratti delle personalità del secondo Novecento che Curzio Maltese ci regala, da Pier Paolo Pasolini a Giorgio Bocca, da Beppe Viola a Vincenzo Cerami, sono brevi ma efficaci; in essi possiamo rivivere l’atmosfera di quegli anni ed avvertire allo stesso tempo nostalgia e tensione verso il futuro.
Nel commiato in cui rivolge affettuosi pensieri al figlio Zeno, a cui ha insegnato che “se c’è un ostacolo pensa a come superarlo, non a quanto sia alto”, Curzio ci saluta così: “Sono stato un fiero suiveur nel corso di tutta la vita, non solo nel mio lavoro. È stato bellissimo”. (D.C.)

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