L’albero della porta
Il pitosporo (o anche pittosporo o pittosforo) è una delle più antiche specie di alberi conosciute, con una storia di oltre duemila anni. Originaria dell’estremo oriente, fu importata in Europa dal Giappone nel 1804 ed è diffusa soprattutto sui litorali mediterranei. Riconoscibile facilmente per via della corteccia grigia e liscia, dei fiori e delle foglie riuniti in mazzetti, e delle piccole bacche non commestibili, viene coltivata per la sua bellezza ornamentale e la sua rusticità. Si presta infatti molto bene, essendo una pianta sempreverde, a ornare balconi, giardini e viali, con siepi fitte e compatte. Questo arbusto può assumere conformazioni diverse, a seconda della forma di allevamento prescelta: quelli più belli sono ad albero, con uno o due tronchi principali, che possono superare anche i sei metri di altezza. In uno spazio adeguato crescono con una chioma ampia e ricca di ramificazioni.
La famiglia di appartenenza è quella delle Pittosporacee e il nome scientifico è Pittosporum tobira. Il nome del genere deriva dal binomio greco pítta, “pece, resina”, e sporá, “seme”: due parole che, combinate, si possono tradurre come “seme catramoso”. I semi infatti sono immersi in una sostanza gelatinosa, zuccherina e appiccicosa, all’interno di una capsula che li contiene. L’epiteto specifico invece viene da un vocabolo giapponese, tobira, che indica una specie di porta basculante: probabilmente allude al fatto che la durezza del suo legname lo rende adatto alla costruzione di porte e di finestre. Infatti alcune specie forniscono legno lavorabile al tornio. Secondo un’altra ipotesi, tobira viene sempre da un termine giapponese, il cui significato è però “albero della porta”, per l’usanza di appendere sulle porte i rami della pianta in segno scaramantico. I suoi piccoli semi, belli come rubini e durevoli, possono essere utilizzati anche in forma di allegro addobbo natalizio, da appendere appunto sulla porta di casa. Questi addobbi offrono fra l’altro il vantaggio, rispetto a quelli tradizionali, di non dover essere riposti o buttati alla fine delle feste, dato che si seccano lentamente e possono rimanere esposti per diversi mesi.
Per la coltivazione in contenitore, va usato un terriccio costituito da due parti di terra, una di torba e una di sabbia grossolana. Importante è porre sul fondo del contenitore uno strato drenante di ghiaia e argilla espansa per evitare i ristagni d’acqua. Qualche altro accorgimento: posizionarlo al sole, annaffiarlo regolarmente e fertilizzarlo ogni anno.
Il genere Pittosporum comprende circa 150 specie, coltivate soprattutto per il loro bel fogliame carnoso, che a seconda delle varietà si presenta grigio-verde, verde scuro o variegato. I fiori sono piccoli, con cinque petali intensamente profumati di colore bianco-crema, rosa o rosso, che sbocciano in maggio-giugno e producono frutti legnosi (capsule) rotondeggianti, neri o marrone. A piena maturità le capsule si aprono grazie alla presenza di tre valve e al loro interno sono custoditi i semi di colore rosso acceso. Trattandosi di una pianta tossica a causa dell’abbondante presenza di saponine triterpeniche, bisogna fare attenzione che bambini o animali domestici non ingeriscano le bacche, molto attraenti esteticamente per il loro bel colore.
Ma come la belladonna o il tasso, pur essendo velenoso, il pitosporo è una pianta medicinale: nella fattispecie, oltre a essere ricco di vitamine, minerali e antiossidanti, ha proprietà antinfiammatorie, antispastiche e diuretiche, ed è usato per trattare disturbi respiratori, mal di testa, insonnia, ansia e depressione. Alcune specie sono molto visitate dalle api per il loro nettare e possono dare un ottimo miele. Le foglie, per le loro proprietà, sono un’ottima aggiunta alla dieta e adatte a preparare piatti sani e gustosi, che aggiungono un tocco di sapore e di profumo alle pietanze, quali insalata di frutta, insalata di riso, pollo alla pitosporo e salsa di pitosporo.
Insalata di frutta con pitosporo
Tagliare a dadini una mela, una pera, una banana e un’arancia. Aggiungere una manciata di foglie di pitosporo tritate finemente e mescolare. Completare con un cucchiaio di miele e uno di succo di limone. Mescolare ancora e servire.
Salsa di pitosporo
Tritare finemente una manciata di foglie di pitosporo. Aggiungere un cucchiaio di olio d’oliva e uno di succo di limone, un pizzico di sale e uno di pepe. Mescolare per bene e servire come condimento per carne, pesce o verdure.☺


