La guerra per l’acqua
18 Marzo 2025
laFonteTV (3827 articles)
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La guerra per l’acqua

La Commissione UE ha presentato la visione dell’Europa sull’agricoltura e l’alimentazione, un primo passo verso la Politica agricola comune post 2027. Il paradosso è che il Green Deal non viene mai citato. Di fronte agli eventi climatici estremi che hanno causato danni ingenti all’ agricoltura, la promessa è di uno snellimento nelle procedure, anche ambientali, per accedere ai finanziamenti. Soddisfatti gli esponenti di governo ma l’ambiente resta sullo sfondo, insomma niente transizione ecologica per l’ agricoltura.
Nel frattempo la crisi idrica sta mettendo a rischio la filiera del nostro sistema alimentare, con aree particolarmente colpite dalla siccità che iniziano a lanciare richieste di aiuto e la Puglia che torna nuovamente ad accendere i riflettori sulla necessità di captare acqua dal Liscione.
Già nel 2001 in attuazione alla Legge Obiettivo n.443/2001, il comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) deliberò per il Mezzogiorno somme ingenti al fine di intervenire sull’infrastruttura idrica. In Molise furono finanziate le seguenti opere: acquedotto molisano centrale, opere di derivazione per l’utilizzo delle acque invasate dalla Diga di Arcichiaro sul Torrente Quirino, ristrutturazione acquedotto molisano destro, irrigazione del Basso Molise con le acque del Biferno e del Fortore, integrazione portata dell’ acquedotto campano occidentale dal fiume Volturno a Venafro. Per la Puglia, invece, tra i diversi interventi fu previsto quello di captazione dal ponte Liscione a Finocchito.
Sin da subito l’idea pugliese di captare acqua dal Ponte Liscione sollevò un acceso dibattito politico che portò l’allora Consiglio regionale a deliberare sul tema. Nello specifico, il Presidente di Regione, Michele Iorio, nell’apertura della seduta del 7 gennaio 2003 dichiarava quanto segue: “Per quanto attiene la questione relativa alle acque, su questo dobbiamo essere precisi. Abbiamo scongiurato la realizzazione del trasferimento previsto nella delibera CIPE del 2001 e abbiamo iniziato una discussione, approvando un protocollo d’intesa che dovrà essere reso esecutivo da un dibattito e da una decisione di questo Consiglio regionale, che parte proprio dall’assunto di opporsi alla realizzazione delle opere di adduzione, dall’invaso di Ponte Liscione a Finocchito, inserito nella delibera CIPE su citata. La Giunta regionale ha assunto un impegno di discussione anche con la Regione Puglia, insieme ad una serie di altre questioni, per scongiurare questa iniziativa, introducendo un altro concetto – che era stato già anticipato nel dibattito di Consiglio regionale – sull’approvazione del Piano delle acque. Nei dibattiti successivi, solo con l’approvazione del Consiglio regionale, l’eventuale intesa raggiunta, assumerà il significato cogente di un accordo sul trasferimento delle acque residue dal funzionamento delle centrali idroelettriche a valle della diga del Liscione, una quantità di acqua che non era stata prevista dal Piano regionale delle acque, quindi, non prevista come risorsa utilizzabile da parte del Molise che, se volesse utilizzarla, la dovrebbe ricanalizzare, ritrasferire e risollevare per i propri utilizzi, ma non era questa la necessità che avevamo di fronte.”
Purtroppo, ancora una volta, le deliberazioni del consiglio restano inattuate. Nel 2005, infatti, il CIPE deliberava in via del tutto incredibile di inserire nell’atto con cui viene finanziato il primo lotto per il progetto di irrigazione del Basso Molise, con l’importo di 77,47 milioni di euro, una pregiudiziale proposta dal Ministero delle Politiche agricole e forestali che recita: “stabilendo altresì che, per quanto attiene all’intervento Biferno Fortore, collocato al numero 10 della graduatoria, su richiesta del Ministero delle politiche agricole e forestali, prima della delibera di assegnazione delle risorse ai sensi della legge 443/2001, si dovrà procedere ad un approfondimento dell’istruttoria tecnica che tenga conto delle interconnessioni degli schemi idrici”. In parole povere, ciò significa che il progetto per l’irrigazione del Basso Molise veniva approvato ma i fondi erano vincolati al rapporto in materia di risorse idriche tra il Molise e la Puglia.
Di recente, con un’ingerenza istituzionale ingiustificata, il presidente della Regione Puglia scrive al Presidente del Consiglio dei Ministri per sollecitare l’opera, ignorando le intese mai rispettate sull’ uso delle acque della diga di Occhito. E ancora una volta, quando si tratta di acqua molisana, per avere un minimo di trasparenza occorre leggere e seguire la stampa pugliese; ed è proprio in una trasmissione della regione Puglia che il presidente della Regione Molise interviene sul caso con parole distanti dai concetti di sostenibilità, cambiamenti climatici e diritti delle future generazioni.
A distanza di oltre vent’anni, nonostante le tantissime delibere adottate dal Consiglio regionale per chiedere il rispetto degli accordi tra Puglia e Molise per l’uso delle acque della diga di Occhito, per ribadire la piena responsabilità della Regione Molise nella gestione delle acque che sgorgano sul nostro territorio, nonostante le gravi crisi di siccità che stiamo vivendo, il Molise continua a non porsi il problema di creare le condizioni per poter disporre anche in futuro di abbondanti acque di qualità e, peggio, di iniziare a programmare interventi affinché l’agricoltura adotti misure per una reale transizione ecologica.☺

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