esigiamo risposte    di Domenico D’Adamo
30 Marzo 2013 Share

esigiamo risposte di Domenico D’Adamo

 

Tempismo perfetto o folgorazione sulla via di Frattura? Gli imprenditori molisani che si occupano di ricostruzione dentro e fuori il cratere sismico, solo dopo dieci anni si accorgono che la ricostruzione post-sima va a rilento e lo fanno solo ora che è stato eletto il nuovo presidente della regione. Evidentemente quello di prima era più svelto e anche più persuasivo, visto che gli stessi sindaci terremotati non si sono mai accorti che la ricostruzione è ferma al 15% del totale. Sono frastornati gli imprenditori, non sapendo a quale santo rivolgersi – quelli ai quali si rivolgevano prima e con i quali avevano instaurato un proficuo rapporto, non ci sono più – se la prendono con la burocrazia e sparano sul ventre molle di un apparato che è lo stesso che c’era anche prima; hanno cambiato solo tipo di contratto ma sono sempre lì, sono gli stessi riveriti ed ossequiati da dieci anni. Non sanno come comportarsi con i nuovi eletti, se valgono le stesse regole o se invece il clima è cambiato. Avanzano dalla Regione una “paccata” di soldi da tanto tempo e non si capisce bene se prima non sapevano o non volevano protestare. Il primo a caderci in questa menata è il Direttore dell’Agenzia per la PC che invece di stare nascosto dai media – l’architetto non comprende che il bersaglio non è lui perché in questa partita non c’è un bersaglio da colpire ma solo una trattativa da avviare – va diritto nella TV che ritiene di casa, per parare un missile a salve che deve solo fare rumore.

Il capo della Protezione Civile avrebbe potuto non dire, come del resto ha fatto, che non ci sono soldi in cassa e richiamare tutti al rispetto delle leggi, quelle approvate solo qualche mese fa dagli amici di ieri, spiegando anche che l’era dell’emergenza che faceva felici tutti tranne i terremotati è finita col governo Monti. Il prode Architetto invece, lancia in resta, dallo studio di Telepetescia, sfida gli imprenditori  ad andare da lui per avere lumi sulle lungaggini burocratiche ed incassa una immediata replica del Presidente Frattura, contrariato dall’atteggiamento pugnace del Giarrusso che invita a recarsi sui cantieri per verificare personalmente lo stato dell’arte e riferire con relazione scritta. Se il modello da cambiare si riduce al “vieni tu” di Iorio con il “vengo io” di Frattura, siamo proprio alle comiche. Sarebbe bastata una telefonata per questi cambiamenti, mica un’elezione.

I terremotati, quelli che vivono ancora nelle baracche di legno, si aspettano un cambiamento radicale di quello che è stato definito “Modello Molise” a cominciare dal rispetto delle regole per tutti e alla restituzione del potere di decisione ai Comuni, così come si sta facendo in Abruzzo,  con una seria programmazione che preveda un ragionevole  riequilibrio dei finanziamenti per tutti quelli che non hanno avuto santi in paradiso. Il Presidente Frattura avrebbe dovuto porre al direttore dell’Agenzia, e spero che lo faccia al più presto, le seguenti domande alle quali il Commissario Delegato non ha mai dato risposte né a noi né al consiglio regionale né al governo nazionale:

 a) quanti euro sono stati stanziati per il terremoto del Molise e quanti ne sono stati trasferiti dallo Stato?

b) è stato sottoscritto il contratto di programma quadro con il ministero dello sviluppo per l’erogazione dei 346 milioni di euro? Se no, per quale motivo?

c) quanti soldi occorrono per completare la ricostruzione in tutte le classi? 1) quanti euro ci  sono nella cassa della Regione Molise per la ricostruzione? 2) quante e quali  richieste di liquidazione sono pendenti presso la struttura? 3) con quali criteri  vengono evase le richieste di liquidazioni? 4) quanti euro sono stati impiegati per i primi interventi di messa in sicurezza degli immobili? 5) quanti euro sono stati impiegati per far fronte alla autonoma sistemazione? 6) quanto sono le abitazioni provvisorie realizzate e quanto si è speso ? 7) quante sono le abitazioni acquistate dalla Regione ed assegnate ai terremotati e quanto è stato speso? 8) quanti contributi sono stati erogati per la riparazione funzionale e dove sono stati utilizzati? 9) quanti progetti di classe A sono stati finanziati e quanti sono in attesa di finanziamento? 10) a quanto ammonta la stima del danno nelle altre classi? 11) quanti e quali strutture ed infrastrutture pubbliche danneggiate (scuole, uffici, strade, ecc.) risultano essere assegnatari di contributo? 12) quanti e quali edifici di culto danneggiati risultano essere assegnatari di contributo? 13) quante aziende agricole e quali, inserite nella classe A, risultano assegnatarie di contributo? 14) quante e quali imprese edili hanno eseguito lavori con fondi destinati alla ricostruzione? 15) quanti e quali tecnici hanno ricevuto incarichi pubblici e privati inerenti la ricostruzione? 16) quanti e quali  progetti pubblici e privati sono stati finanziati con i fondi dell’art. 15 dell’OPCM? 17) quanto è costata la struttura commissariale e quali attività ha svolto? 18) preso atto che dopo dieci anni dal sisma la ricostruzione complessiva è ancora lontana dall’essere completata, quali sono stati gli ostacoli che non hanno consentito il completamento di tutti i lavori?

Noi che viviamo nelle zone terremotate ci aspettiamo chiarezza dal nuovo Presidente della regione, né libri bianchi né libri neri ma fatti concreti e nessuno che ci dica: venga in ufficio da me e ne paliamo, anzi la invito a prendere un caffè in un posto discreto dove possiamo parlare.☺

domenicodadamo@alice.it

 

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