“Ma voi non fatevi chiamare “maestri”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli” (Mt 23,8)
Tempo di vacanze e… arrivederci scuola! Si conclude un altro anno fitto di tappe: interrogazioni, compiti, esami. Un anno scandito da eventi che si registrano in superficie, come l’arrivo di un nuovo ministro della Pubblica Istruzione, l’inserimento di letture poco educative nell’iter formativo, l’abuso da parte di qualche docente della fiducia dei propri studenti e via discorrendo. Un anno segnato però anche da fenomeni più interiori che tv e giornali non menzionano mai o comunque troppo poco. Sono quegli scambi di parole significative tra docenti e studenti che hanno il potere di mettere le ali, quell’abbraccio di un cammino formativo che si prefigge scopi chiari e alti, quell’apprendistato dell’alterità che permette di coltivare le proprie passioni personali lasciandosi sollecitare da quelle degli altri, quel tessere trame di condivisione e amicizia. Si tratta di quella scuola dove non si sceglie di sedere in cattedra, ma di scendere tra i banchi, a imitazione di Cristo che ha insegnato i suoi a non atteggiarsi a “maestri” ma a vivere da “fratelli” e “servi”, per curare teneramente, nella sinergia delle varie discipline, gli studenti (specie quelli più fragili) e contribuire a quel processo di umanizzazione autentica che produce in loro fioriture inedite, santità compresa. Non si potrà mai infatti essere donne e uomini nuovi nello Spirito di Cristo, senza diventare prima donne e uomini veri!
“Ma voi non fatevi chiamare “maestri”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli” (Mt 23,8)
Tempo di vacanze e… arrivederci scuola! Si conclude un altro anno fitto di tappe: interrogazioni, compiti, esami. Un anno scandito da eventi che si registrano in superficie, come l’arrivo di un nuovo ministro della Pubblica Istruzione, l’inserimento di letture poco educative nell’iter formativo, l’abuso da parte di qualche docente della fiducia dei propri studenti e via discorrendo. Un anno segnato però anche da fenomeni più interiori che tv e giornali non menzionano mai o comunque troppo poco. Sono quegli scambi di parole significative tra docenti e studenti che hanno il potere di mettere le ali, quell’abbraccio di un cammino formativo che si prefigge scopi chiari e alti, quell’apprendistato dell’alterità che permette di coltivare le proprie passioni personali lasciandosi sollecitare da quelle degli altri, quel tessere trame di condivisione e amicizia. Si tratta di quella scuola dove non si sceglie di sedere in cattedra, ma di scendere tra i banchi, a imitazione di Cristo che ha insegnato i suoi a non atteggiarsi a “maestri” ma a vivere da “fratelli” e “servi”, per curare teneramente, nella sinergia delle varie discipline, gli studenti (specie quelli più fragili) e contribuire a quel processo di umanizzazione autentica che produce in loro fioriture inedite, santità compresa. Non si potrà mai infatti essere donne e uomini nuovi nello Spirito di Cristo, senza diventare prima donne e uomini veri!
“Ma voi non fatevi chiamare “maestri”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli” (Mt 23,8)
“Ma voi non fatevi chiamare “maestri”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli” (Mt 23,8)
Tempo di vacanze e… arrivederci scuola! Si conclude un altro anno fitto di tappe: interrogazioni, compiti, esami. Un anno scandito da eventi che si registrano in superficie, come l’arrivo di un nuovo ministro della Pubblica Istruzione, l’inserimento di letture poco educative nell’iter formativo, l’abuso da parte di qualche docente della fiducia dei propri studenti e via discorrendo. Un anno segnato però anche da fenomeni più interiori che tv e giornali non menzionano mai o comunque troppo poco. Sono quegli scambi di parole significative tra docenti e studenti che hanno il potere di mettere le ali, quell’abbraccio di un cammino formativo che si prefigge scopi chiari e alti, quell’apprendistato dell’alterità che permette di coltivare le proprie passioni personali lasciandosi sollecitare da quelle degli altri, quel tessere trame di condivisione e amicizia. Si tratta di quella scuola dove non si sceglie di sedere in cattedra, ma di scendere tra i banchi, a imitazione di Cristo che ha insegnato i suoi a non atteggiarsi a “maestri” ma a vivere da “fratelli” e “servi”, per curare teneramente, nella sinergia delle varie discipline, gli studenti (specie quelli più fragili) e contribuire a quel processo di umanizzazione autentica che produce in loro fioriture inedite, santità compresa. Non si potrà mai infatti essere donne e uomini nuovi nello Spirito di Cristo, senza diventare prima donne e uomini veri!
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