Regione indifesa
30 Ottobre 2014 Share

Regione indifesa

Chiunque abbia visitato un luogo ritenuto “sensibile” avrà certamente notato la presenza di una o più guardie giurate a prestare il servizio di vigilanza armata. Questo accade anche presso le sedi della Regione Molise, naturalmente, almeno fino ad ora.

Il futuro, infatti, potrebbe riservare sorprese. L’istituto di vigilanza presente presso gli uffici della Giunta è in stato di agitazione visto che operano sulla base di annose proroghe e con puntuale “disonore” delle fatture inviate al committente. Ragione per cui non si riesce a pagare per intero lo stipendio alle guardie che ogni giorno coprono i turni di vigilanza. Non va molto meglio neanche in Consiglio dato che il bando di gara, visto e rivisto, è stato oggetto di diffida da parte della ditta in attività presso le due sedi del Consiglio regionale.

La difficoltà a pagare le fatture è una sorta di tara consolidata che mette in difficoltà un po’ tutti i fornitori della Regione Molise e lo abbiamo ricordato in più di una occasione. Ma non pagare da anni le fatture di chi vigila sulla sicurezza dei luoghi e delle persone che assicurano l’attività politica e amministrativa sembra quasi un volersi fare del male. Immaginate la disposizione d’animo di quella guardia armata, che spesso fa anche il turno di notte, costretta a tirare a campare solo di acconti di stipendio, quando vede arrivare su macchine di lusso i vari presidenti, assessori, consiglieri, dirigenti e gente varia a cui vengono pagati diversi benefit. Tutta gente che fa affidamento sulla sua servizievole presenza e vigilanza, ma che non condivide neanche lontanamente la sua condizione di lavoratore privato dei diritti fondamentali.

La vigilanza armata è oggetto di attenzione anche presso gli uffici del Consiglio, come dicevamo, perché il bando di gara presenta diversi lati oscuri, oggetto della succitata diffida. Senza entrare nei meriti della Giurisprudenza, per i quali bisogna pur aver una qualche attitudine, vocazione e formazione, appaiono evidenti alcune anomalie. Ricordiamo, innanzitutto, che il Consiglio regionale ha la sede politica in via IV novembre e quella amministrativa in via Colitto. Nell’ottica del taglio dei costi ci si era prefissati di ridurre le spese di affitto per i vari uffici dislocati su tutta Campobasso e non solo e si era pensato bene di disdire il contratto posto in essere proprio per lo stabile di via Colitto e liberarlo entro il mese di luglio. Siccome il trasferimento degli uffici non è mai avvenuto, da luglio si paga una sorta di penale al proprietario dell’immobile.

Tornando al bando di gara per la vigilanza armata, salta subito agli occhi che la seconda versione, redatta proprio a luglio, non prevedeva più la presenza delle guardie giurate in via Colitto. Ora sembra che si sia trovato un accordo con la proprietà e non sarà necessario alcun trasferimento, ma è una voce in cerca di conferma. Allora? Che si fa? Si lascia incustodita la sede presso cui sono custoditi quasi tutti i documenti del Consiglio?

La diffida. Altre anomalie del bando, sulle quali si è basata la tesi di illegittima commistione tra requisiti di partecipazione ed elementi valutativi dell’offerta, sono quelle che riguardano l’attribuzione dei punteggi dal momento che si è deciso di valorizzare gli istituti con sede in Provincia di Campobasso (perché penalizzare Isernia in un bando regionale, semmai si volesse operare una discriminazione di tipo geografico?); il conferimento di maggior punteggio alle ditte con personale dotato di attestato di Primo Soccorso e Antincendio nonché per il possesso della certificazione europea relativa alla gestione della sicurezza e della salute dei lavoratori.

Dal momento che esiste una netta distinzione tra criteri di idoneità (in questo caso si tratta di ditte con personale passato al vaglio dalla Prefettura prima ancora di prestare giuramento presso il Comune) e criteri di aggiudicazione che riguardano l’ individuazione della scelta migliore e più conveniente, ci si chiede: dove voleva andare a parare il bando? Difficilmente otterremo una risposta diretta, speriamo almeno che venga fornita in aula all’interrogazione presentata dal consigliere Monaco. ☺

 

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