Il ligustro
4 Marzo 2015 Share

Il ligustro

Il ligustro (Ligustrum vulgare var. italicum), della famiglia delle Oleacee, è un altro albero di cui sono presenti diversi esemplari nella piazza di Bonefro. Pianta molto docile, che i giardinieri foggiano nelle più svariate forme, viene coltivata soprattutto a scopo ornamentale, lungo i viali o nei giardini e nelle piazze delle città, dal mare alla collina.

Piccoli alberelli o grandi arbusti, i ligustri sono presenti in Italia anche allo stato selvatico. In piena terra si dimostrano molto vigorosi e rustici, non temono il caldo né il freddo, e in genere si accontentano dell’acqua fornita dalle precipitazioni. Nelle zone con clima invernale mite, tendono a rimanere sempreverdi; quando invece il clima invernale diviene rigido, perdono tutto o gran parte del fogliame.

Al ligustro coltivato in vaso viene data la classica forma ad alberello, a palla. Ma non va dimenticato che tra le siepi sempreverdi più usate vi è certamente quella di ligustro, che ha una crescita più lenta rispetto alle altre, ma presenta il vantaggio di non richiedere cure o attenzioni eccessive. Nei giardini e nei parchi delle città,  inoltre, la siepe di ligustro svolge la preziosa funzione di assorbire i gas di scarico e le polveri inquinanti.

Il genere Li- gustrum comprende oltre quaranta specie, quasi tutte originarie della Cina e del Giappone. Quello sopra citato è la varietà dall’aspetto più ornamentale, con foglie persistenti, opposte nella disposizione sul ramo, dal picciolo corto, di spessore piuttosto consistente, acute all’apice e a margine intero, di color verde intenso, lucido superiormente e un po’ più chiaro ed opaco nella pagina inferiore. Ma sono da ricordare anche il L. lucidum, il L. ovalifolium e quello japonicum. Quest’ultimo è caratterizzato da foglie larghe, talvolta macchiate di giallo o di bianco, leggermente acuminate e da infiorescenze a pannocchia, grandi e con fiori piccoli e verdastri.

Nel mese di maggio la pianta si ricopre di una fioritura veramente ricca e i fiori, piccoli, numerosi e riuniti in pannocchie giallo paglierino, emanano un profumo così intenso, che per qualcuno può risultare sgradevole.

I frutti sono delle piccole bacche, che diventano nero-bluastre a maturità e rimangono sulla pianta fino ad inverno inoltrato. Esse sono velenose per l’ uomo, anche se un tempo, nella medicina popolare, si usavano come lassativi. Per la loro tossicità si raccomanda di impedire ai bambini di raccoglierle e mangiarle; sono tuttavia molto gradite agli uccelli.

Come i fiori, anche il legno emana un odore molto intenso.

I rami sono flessibili ed infatti il nome del genere Ligustrum deriva dal latino ligare, proprio per la flessibilità dei rametti usati dai canestrai o nelle campagne come legacci; l’aggettivo vulgare si deve al fatto che è molto comune.

Per quanto riguarda gli usi, dalla corteccia si estrae un colorante giallo, e dalle bacche si ottiene un inchiostro violetto e un colorante usato per rendere i vini più vivi. Sempre dai frutti si ricava una sostanza utile per tingere di nero i capelli. L’olio di ligustro si usa tuttora per frizioni contro dolori e in particolare per combattere la cellulite. I fiori, insieme ad altre piante deodoranti e rinfrescanti come timo e salvia, vengono utilizzati per pediluvi e per risanare la pelle macerata dal sudore. Le foglie servono a preparare gargarismi efficaci contro le affezioni croniche della bocca e della gola, specie dei fumatori.☺

 

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