Aiutarsi
2 Ottobre 2014 Share

Aiutarsi

“Vuoi un po’ di vino? Lei muove il mento, un gesto vago, assente”.

Delia e Gaetano si ritrovano a cena, poco tempo dopo aver diviso la loro famiglia. Delia avrebbe preferito sedere al tavolo vicino, al posto dell’unica coppia di anziani presente nel ristorante. In un angolo, con le spalle al muro. Un senso di protezione. Ordina una zuppa di riso che assaggia soltanto, Gaetano teme che sia ricaduta nell’anoressia. Lui ordina una cotoletta, come il vecchio del tavolo accanto che trattiene la cameriera fingendo di suonare un violino. Ridono. Anche lui suonava, la batteria, ma ad istinto, senza aver studiato. “É  uno sbaglio andare a istinto. Ti porta fino a un certo punto, poi ti molla. Quando cominci a indurirti non hai più nulla, l’istinto muore giovane”.

A Delia sarebbe piaciuto fare un viaggio, avrebbe anche potuto scegliere di condurre “una di quelle vite solitarie ed egoiste dove puoi decidere di partire”, “di perderti. Di trovarti”. Una vita più facile da vivere, forse. Invece si è innamorata, ha scelto di illudersi. E ora è con il suo ex marito che ha deciso di tenere i bambini quindici giorni, quest’estate. Eppure parlano anche di loro, si raccontano, si interrogano… è tutto ancora troppo vicino. Forse avrebbero dovuto lasciarsi prima, ai primi sintomi: “quando cominci a scaraventare le cose, la tazza del caffè dove ti sei versato il vino, il mucchio dei cd. Quando il bambino piccolo piange e quello grande respira soltanto, come un gatto che non deve farsi trovare. Perché ha già imparato”. Quando decidete di portate i vostri figli al mare e tuo marito se ne dimentica. Quando sbatti la testa di tuo figlio contro una porta perché non ce la fai più. Quando tu inizi a desiderare un altro uomo. Quando lui ti tradisce. Tutto questo è successo.

Delia ordina un gelato alla crema, lo lancia in faccia a Gaetano. Lui se lo fa scendere. La crema in faccia, sulla camicia. Eppure stasera hanno ricordato anche di quanto sono stati felici, la loro intimità, i loro sorrisi. Qualcosa se la sono detta, altro si sono limitati a pensarlo, ciascuno nella propria testa. Forse avrebbero soltanto dovuto resistere, magari potevano farcela. A restare insieme. “Posso passare a prendere i miei vestiti?” “Quando ti pare… Quando non ci sono i bambini”. Soffrivano nel vederlo andar via. “Fai una cosa, và… butta tutto”.

Delia fissa gli anziani del tavolo accanto che scherzano tra loro. “Anche Gae s’è messo a guardarli. Era una cosa che faceva. Guardare quello che guardava Delia. Per capire cosa le piaceva del mondo. Cosa le mancava”. “Sono ancora giovani – più di trenta, meno di quaranta -, un’età in cui si può ricominciare”. Delia avrebbe voluto innamorarsi di nuovo, Gaetano aveva lasciato l’amante. Gli mancano i bambini, la casa, lo sguardo di Delia.

Il vecchio del tavolo accanto si avvicina a loro, la cameriera ha invertito gli scontrini: “eravamo seduti al vostro tavolo prima che arrivaste”. La moglie lo raggiunge, iniziano a parlare. Il vecchio racconta pezzi della sua vita, della loro vita, e che ha un cancro, che ne ha avuti diversi, “ho lo stomaco tutto bucato”. “Ma ha mangiato una cotoletta poco fa”, osserva Gaetano. “Me la godo, finché posso me la godo”. Poi chiede ad entrambi di pregare per lui…”tutta la sera ho pensato quei due possono fare qualcosa per me…” “devo chiederlo a quei due”. Prende una mano ad entrambi, le stringe , “Nessuno si salva da solo”. Delia e Gaetano non gli dicono che sono separati, che non sono credenti, che non sanno pregare. E durante il tragitto verso casa, Delia cola lungo una saracinesca. “Che fai?” “Prego per quel vecchio” Tenta di tirarla su, poi scivola con lei. “Ci ha scelto. Ha visto quando ti ho tirato il gelato… ha visto tutto…” “E allora?” “Voleva aiutarci. Dirci qualcosa… Di essere meno imbecilli, forse soltanto quello”. Perché non lo avevano incontrato prima… “Forse aveva la capacità di salvarli tutti” (Nessuno si salva da solo, Margaret Mazzantini).☺

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