La partecipazione delle diocesi ad una manifestazione nazionale era già avvenuta, un esempio per tutti il “family day”, ma che la diocesi di Termoli-Larino partecipasse ad una manifestazione organizzata dalla società civile di ispirazione diversa, è, a mia memoria, la prima volta. L’incontro, avvenuto in curia, tra gli organizzatori della CGIL nazionale ed il responsabile, per il centro Italia, dei forum per l’acqua, ha sortito l’effetto da tanti desiderato e che il Vescovo De Luca ha incoraggiato, come un ulteriore passo del cammino di collaborazione della Chiesa con la società sulle questioni che minano la vita e la stessa coesistenza civile.
Gli obiettivi della manifestazione nazionale il primo dicembre a Roma sono: dare voce ai territori che lottano contro la privatizzazione del servizio idrico; sostenere la legge di iniziativa popolare che ha raccolto oltre 400.000 firme ed il cui testo sta per iniziare la discussione in commissione parlamentare; e reclamare a gran voce l’indifferibilità dell’unica grande opera di cui l’Italia ha bisogno, quella del rifacimento della rete idrica che oggi perde finanche il 60 % dell’acqua.
Per comprendere il perché di una tale partecipazione, come chiesa locale, occorre capire il momento storico. Dove ci troviamo oggi? Quali sono le coordinate socio economiche, nel mondo, in Europa, in Italia, nel Molise e nella nostra diocesi? Il contesto globale è caratterizzato da profonde mutazioni economiche, squilibri, modelli alternativi, fondamentalismo, rischi ambientali. C’è da chiedersi: “Se il nostro pianeta produce cibo a sufficienza per dar da mangiare alla sua intera popolazione, perché ancora oggi 854 milioni di persone, ogni giorno, vanno a dormire a stomaco vuoto?” A livello europeo la caduta del muro di Berlino ha provocato la fine dei regimi totalitari comunisti, la fine della guerra fredda ed il dilagare di una filosofia che, soprattutto nella sua declinazione economica, conduce l’uomo a non essere più protagonista ed al centro dello sviluppo personale e comunitario, perché al suo posto vi è il mercato, ovvero gli interessi forti.
E in Italia cosa è accaduto in questi ultimi anni? Sempre di più, quella minoranza disagiata e privata di una dignità, in quanto portatrice di interessi deboli, sta aumentando enormemente, accrescendo il disagio sociale a tutti i livelli. La crisi economico-produttiva, che ha investito l’Italia, ha determinato, anche nel Molise, ed in particolare nel basso Molise, territorio coincidente sostanzialmente con la diocesi di Termoli-Larino, la perdita di migliaia di posti di lavoro. Lo stesso stabilimento Fiat-Powertrain di Termoli, in meno di dieci anni, ha perso circa novecento addetti (oggi 2.200 compreso gli interinali, nel ‘94 3.100). Questo modello economico industriale e delle multinazionali crea squilibri anche nell’ambiente naturale, determinando vivo allarme sociale per le morti e le malattie che si sono preoccupantemente sviluppate. Su 3819 decessi 986 sono a causa di tumori (dati 1980/2001- ricerca Enea e Istituto Superiore della Sanità, 2006). Si affacciano pericolosamente presenze malavitose, camuffate da sistemi economici del tutto normali, dedite soprattutto al riciclaggio del denaro proveniente da attività illecite, con presenze soprattutto nell’edilizia. La politica, minacciata da una cultura dell’illegalità contrassegnata dagli scandali recenti che hanno decapitato la sanità, il municipio e la motopesca di Termoli, è in ritardo rispetto a queste sfide, forse perché si ostina ad alimentare conflitti, a generare antagonismo ed a delegittimare gli avversari. Il rischio che si corre è la perdita di intere comunità che verranno cedute al resto del mondo. Tutto ciò, però, non può annullare l’impegno presente a rinnovare la nostra comunità in senso solidaristico, ed in collaborazione con una nascente e valida società civile.
Mi ispiro alla figura del Cireneo (Lc 23,26). Siamo chiamati a portare i pesi dell’umanità sofferente, il peso delle ingiustizie, delle crudeltà, e tutto questo insieme a Cristo. C’è un’immagine bella del film “Passion” in cui il Cireneo solleva Gesù con la croce ed alla fine Gesù poggia, inaspettatamente, il suo braccio sul Cireneo. Mi chiedo: non dovremmo essere, senza pesare troppo, questo braccio di Gesù sull’umanità che collabora, cioè con tutti gli uomini di buona volontà? Questi scenari non ci devono indurre ad animare il tessuto sociale ed economico, ad intessere nuove alleanze con l’umanità? ☺
adelellis@virgilio.it
La partecipazione delle diocesi ad una manifestazione nazionale era già avvenuta, un esempio per tutti il “family day”, ma che la diocesi di Termoli-Larino partecipasse ad una manifestazione organizzata dalla società civile di ispirazione diversa, è, a mia memoria, la prima volta. L’incontro, avvenuto in curia, tra gli organizzatori della CGIL nazionale ed il responsabile, per il centro Italia, dei forum per l’acqua, ha sortito l’effetto da tanti desiderato e che il Vescovo De Luca ha incoraggiato, come un ulteriore passo del cammino di collaborazione della Chiesa con la società sulle questioni che minano la vita e la stessa coesistenza civile.
Gli obiettivi della manifestazione nazionale il primo dicembre a Roma sono: dare voce ai territori che lottano contro la privatizzazione del servizio idrico; sostenere la legge di iniziativa popolare che ha raccolto oltre 400.000 firme ed il cui testo sta per iniziare la discussione in commissione parlamentare; e reclamare a gran voce l’indifferibilità dell’unica grande opera di cui l’Italia ha bisogno, quella del rifacimento della rete idrica che oggi perde finanche il 60 % dell’acqua.
Per comprendere il perché di una tale partecipazione, come chiesa locale, occorre capire il momento storico. Dove ci troviamo oggi? Quali sono le coordinate socio economiche, nel mondo, in Europa, in Italia, nel Molise e nella nostra diocesi? Il contesto globale è caratterizzato da profonde mutazioni economiche, squilibri, modelli alternativi, fondamentalismo, rischi ambientali. C’è da chiedersi: “Se il nostro pianeta produce cibo a sufficienza per dar da mangiare alla sua intera popolazione, perché ancora oggi 854 milioni di persone, ogni giorno, vanno a dormire a stomaco vuoto?” A livello europeo la caduta del muro di Berlino ha provocato la fine dei regimi totalitari comunisti, la fine della guerra fredda ed il dilagare di una filosofia che, soprattutto nella sua declinazione economica, conduce l’uomo a non essere più protagonista ed al centro dello sviluppo personale e comunitario, perché al suo posto vi è il mercato, ovvero gli interessi forti.
E in Italia cosa è accaduto in questi ultimi anni? Sempre di più, quella minoranza disagiata e privata di una dignità, in quanto portatrice di interessi deboli, sta aumentando enormemente, accrescendo il disagio sociale a tutti i livelli. La crisi economico-produttiva, che ha investito l’Italia, ha determinato, anche nel Molise, ed in particolare nel basso Molise, territorio coincidente sostanzialmente con la diocesi di Termoli-Larino, la perdita di migliaia di posti di lavoro. Lo stesso stabilimento Fiat-Powertrain di Termoli, in meno di dieci anni, ha perso circa novecento addetti (oggi 2.200 compreso gli interinali, nel ‘94 3.100). Questo modello economico industriale e delle multinazionali crea squilibri anche nell’ambiente naturale, determinando vivo allarme sociale per le morti e le malattie che si sono preoccupantemente sviluppate. Su 3819 decessi 986 sono a causa di tumori (dati 1980/2001- ricerca Enea e Istituto Superiore della Sanità, 2006). Si affacciano pericolosamente presenze malavitose, camuffate da sistemi economici del tutto normali, dedite soprattutto al riciclaggio del denaro proveniente da attività illecite, con presenze soprattutto nell’edilizia. La politica, minacciata da una cultura dell’illegalità contrassegnata dagli scandali recenti che hanno decapitato la sanità, il municipio e la motopesca di Termoli, è in ritardo rispetto a queste sfide, forse perché si ostina ad alimentare conflitti, a generare antagonismo ed a delegittimare gli avversari. Il rischio che si corre è la perdita di intere comunità che verranno cedute al resto del mondo. Tutto ciò, però, non può annullare l’impegno presente a rinnovare la nostra comunità in senso solidaristico, ed in collaborazione con una nascente e valida società civile.
Mi ispiro alla figura del Cireneo (Lc 23,26). Siamo chiamati a portare i pesi dell’umanità sofferente, il peso delle ingiustizie, delle crudeltà, e tutto questo insieme a Cristo. C’è un’immagine bella del film “Passion” in cui il Cireneo solleva Gesù con la croce ed alla fine Gesù poggia, inaspettatamente, il suo braccio sul Cireneo. Mi chiedo: non dovremmo essere, senza pesare troppo, questo braccio di Gesù sull’umanità che collabora, cioè con tutti gli uomini di buona volontà? Questi scenari non ci devono indurre ad animare il tessuto sociale ed economico, ad intessere nuove alleanze con l’umanità? ☺
La partecipazione delle diocesi ad una manifestazione nazionale era già avvenuta, un esempio per tutti il “family day”, ma che la diocesi di Termoli-Larino partecipasse ad una manifestazione organizzata dalla società civile di ispirazione diversa, è, a mia memoria, la prima volta. L’incontro, avvenuto in curia, tra gli organizzatori della CGIL nazionale ed il responsabile, per il centro Italia, dei forum per l’acqua, ha sortito l’effetto da tanti desiderato e che il Vescovo De Luca ha incoraggiato, come un ulteriore passo del cammino di collaborazione della Chiesa con la società sulle questioni che minano la vita e la stessa coesistenza civile.
Gli obiettivi della manifestazione nazionale il primo dicembre a Roma sono: dare voce ai territori che lottano contro la privatizzazione del servizio idrico; sostenere la legge di iniziativa popolare che ha raccolto oltre 400.000 firme ed il cui testo sta per iniziare la discussione in commissione parlamentare; e reclamare a gran voce l’indifferibilità dell’unica grande opera di cui l’Italia ha bisogno, quella del rifacimento della rete idrica che oggi perde finanche il 60 % dell’acqua.
Per comprendere il perché di una tale partecipazione, come chiesa locale, occorre capire il momento storico. Dove ci troviamo oggi? Quali sono le coordinate socio economiche, nel mondo, in Europa, in Italia, nel Molise e nella nostra diocesi? Il contesto globale è caratterizzato da profonde mutazioni economiche, squilibri, modelli alternativi, fondamentalismo, rischi ambientali. C’è da chiedersi: “Se il nostro pianeta produce cibo a sufficienza per dar da mangiare alla sua intera popolazione, perché ancora oggi 854 milioni di persone, ogni giorno, vanno a dormire a stomaco vuoto?” A livello europeo la caduta del muro di Berlino ha provocato la fine dei regimi totalitari comunisti, la fine della guerra fredda ed il dilagare di una filosofia che, soprattutto nella sua declinazione economica, conduce l’uomo a non essere più protagonista ed al centro dello sviluppo personale e comunitario, perché al suo posto vi è il mercato, ovvero gli interessi forti.
E in Italia cosa è accaduto in questi ultimi anni? Sempre di più, quella minoranza disagiata e privata di una dignità, in quanto portatrice di interessi deboli, sta aumentando enormemente, accrescendo il disagio sociale a tutti i livelli. La crisi economico-produttiva, che ha investito l’Italia, ha determinato, anche nel Molise, ed in particolare nel basso Molise, territorio coincidente sostanzialmente con la diocesi di Termoli-Larino, la perdita di migliaia di posti di lavoro. Lo stesso stabilimento Fiat-Powertrain di Termoli, in meno di dieci anni, ha perso circa novecento addetti (oggi 2.200 compreso gli interinali, nel ‘94 3.100). Questo modello economico industriale e delle multinazionali crea squilibri anche nell’ambiente naturale, determinando vivo allarme sociale per le morti e le malattie che si sono preoccupantemente sviluppate. Su 3819 decessi 986 sono a causa di tumori (dati 1980/2001- ricerca Enea e Istituto Superiore della Sanità, 2006). Si affacciano pericolosamente presenze malavitose, camuffate da sistemi economici del tutto normali, dedite soprattutto al riciclaggio del denaro proveniente da attività illecite, con presenze soprattutto nell’edilizia. La politica, minacciata da una cultura dell’illegalità contrassegnata dagli scandali recenti che hanno decapitato la sanità, il municipio e la motopesca di Termoli, è in ritardo rispetto a queste sfide, forse perché si ostina ad alimentare conflitti, a generare antagonismo ed a delegittimare gli avversari. Il rischio che si corre è la perdita di intere comunità che verranno cedute al resto del mondo. Tutto ciò, però, non può annullare l’impegno presente a rinnovare la nostra comunità in senso solidaristico, ed in collaborazione con una nascente e valida società civile.
Mi ispiro alla figura del Cireneo (Lc 23,26). Siamo chiamati a portare i pesi dell’umanità sofferente, il peso delle ingiustizie, delle crudeltà, e tutto questo insieme a Cristo. C’è un’immagine bella del film “Passion” in cui il Cireneo solleva Gesù con la croce ed alla fine Gesù poggia, inaspettatamente, il suo braccio sul Cireneo. Mi chiedo: non dovremmo essere, senza pesare troppo, questo braccio di Gesù sull’umanità che collabora, cioè con tutti gli uomini di buona volontà? Questi scenari non ci devono indurre ad animare il tessuto sociale ed economico, ad intessere nuove alleanze con l’umanità? ☺
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