Gandhi sostiene che "la grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali", e il nostro Paese con i suoi 150mila animali abbandonati ogni anno non può definirsi grande e tanto meno civile. In Italia, specialmente al sud, ogni due minuti si abbandonano animali in ogni dove: per le vie dei paesi, nei parchi delle grandi città, nei pressi degli ospedali e delle case di campagna; è diminuita la barbara usanza di lasciarli sull'autostrada, sarà perché troppo esposti ad occhi indiscreti. Per non parlare poi di intere cucciolate lasciate vicino, o dentro, ai cassonetti della spazzatura, chiusi in cartoni o sacchetti di plastica. Di questi 150mila animali abbandonati più della metà soccombe quasi subito a causa di incidenti stradali, stenti e malattie; la restante parte, dopo tante peripezie, approda ai centri di accoglienza, oppure viene soppressa volutamente o diventa randagia.
Questo circolo vizioso, nella stragrande maggioranza, viene messo in moto da persone incoscienti, i quali prendono con loro i cuccioli solo per il divertimento dei loro bambini, giocattoli che vengono gettati via perché nel frattempo i cuccioli sono cresciuti perdendo l'attrattiva iniziale per la quale erano stati presi. Tutto questo è alla base del fenomeno del randagismo e sarebbe bene che queste persone desistano dal prendere animali se non sono consapevoli delle responsabilità a cui vanno incontro; perché ogni animale, come essere vivente, ha il diritto di essere accudito e rispettato fin quando ha vita.
In cambio essi ci offrono tanto: ci difendono, lavorano per noi in ogni settore, sono leali e fidati, anche se raramente si rivoltano contro di noi, ma quando questo accade di solito alla base c'è qualche azione stupida e crudele dell'uomo.
La 281/91 (legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo) non ha migliorato la condizione degli animali, perché gli abusi non vengono denunciati alle forze dell'ordine, e di conseguenza risalire ai colpevoli non è cosa facile. Chi abbandona sa come e quando muoversi, sicuro di farla sempre franca. Questi reati sono puniti con il carcere fino a un anno o con un'ammenda da mille a diecimila euro, ma tutto questo resta solo sulla carta perché si continua a commetterli durante tutto l'arco dell'anno, non solo in estate quando si raggiunge il picco massimo.
Anche il nostro piccolo paese si macchia spesso di questi abusi; mesi fa l'ultimo caso di avvelenamento di animali con il sistema "fai da te", e poco importa se nella trappola cadono anche cani e gatti con tanto di padrone: in totale una decina di animali sono stati tolti di mezzo. Nessuno fa niente e quelle poche persone che cercano di saperne di più, indagando o rivolgendosi a chi di dovere, molto spesso vengono additate come persone eccentriche ed invadenti.
Il fenomeno del randagismo non è solo un problema fastidioso da eliminare, ma è una piaga sociale perché a lungo andare i tanti animali allo sbando possono creare problemi alla società: aggressioni, incidenti stradali e malattie; arginarlo è dovere di tutti, collaborando con gli organi preposti e denunciando gli abusi ogni qual volta ne veniamo a conoscenza.
PS: Vorrei esprimere la mia solidarietà ai Veterinari dell'A.S.R.E.M di Larino, i quali sono stati denunciati dai colleghi liberi professionisti, colpevoli di svolgere il proprio lavoro con dedizione e nella totale legalità. ☺
Gandhi sostiene che "la grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali", e il nostro Paese con i suoi 150mila animali abbandonati ogni anno non può definirsi grande e tanto meno civile. In Italia, specialmente al sud, ogni due minuti si abbandonano animali in ogni dove: per le vie dei paesi, nei parchi delle grandi città, nei pressi degli ospedali e delle case di campagna; è diminuita la barbara usanza di lasciarli sull'autostrada, sarà perché troppo esposti ad occhi indiscreti. Per non parlare poi di intere cucciolate lasciate vicino, o dentro, ai cassonetti della spazzatura, chiusi in cartoni o sacchetti di plastica. Di questi 150mila animali abbandonati più della metà soccombe quasi subito a causa di incidenti stradali, stenti e malattie; la restante parte, dopo tante peripezie, approda ai centri di accoglienza, oppure viene soppressa volutamente o diventa randagia.
Questo circolo vizioso, nella stragrande maggioranza, viene messo in moto da persone incoscienti, i quali prendono con loro i cuccioli solo per il divertimento dei loro bambini, giocattoli che vengono gettati via perché nel frattempo i cuccioli sono cresciuti perdendo l'attrattiva iniziale per la quale erano stati presi. Tutto questo è alla base del fenomeno del randagismo e sarebbe bene che queste persone desistano dal prendere animali se non sono consapevoli delle responsabilità a cui vanno incontro; perché ogni animale, come essere vivente, ha il diritto di essere accudito e rispettato fin quando ha vita.
In cambio essi ci offrono tanto: ci difendono, lavorano per noi in ogni settore, sono leali e fidati, anche se raramente si rivoltano contro di noi, ma quando questo accade di solito alla base c'è qualche azione stupida e crudele dell'uomo.
La 281/91 (legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo) non ha migliorato la condizione degli animali, perché gli abusi non vengono denunciati alle forze dell'ordine, e di conseguenza risalire ai colpevoli non è cosa facile. Chi abbandona sa come e quando muoversi, sicuro di farla sempre franca. Questi reati sono puniti con il carcere fino a un anno o con un'ammenda da mille a diecimila euro, ma tutto questo resta solo sulla carta perché si continua a commetterli durante tutto l'arco dell'anno, non solo in estate quando si raggiunge il picco massimo.
Anche il nostro piccolo paese si macchia spesso di questi abusi; mesi fa l'ultimo caso di avvelenamento di animali con il sistema "fai da te", e poco importa se nella trappola cadono anche cani e gatti con tanto di padrone: in totale una decina di animali sono stati tolti di mezzo. Nessuno fa niente e quelle poche persone che cercano di saperne di più, indagando o rivolgendosi a chi di dovere, molto spesso vengono additate come persone eccentriche ed invadenti.
Il fenomeno del randagismo non è solo un problema fastidioso da eliminare, ma è una piaga sociale perché a lungo andare i tanti animali allo sbando possono creare problemi alla società: aggressioni, incidenti stradali e malattie; arginarlo è dovere di tutti, collaborando con gli organi preposti e denunciando gli abusi ogni qual volta ne veniamo a conoscenza.
PS: Vorrei esprimere la mia solidarietà ai Veterinari dell'A.S.R.E.M di Larino, i quali sono stati denunciati dai colleghi liberi professionisti, colpevoli di svolgere il proprio lavoro con dedizione e nella totale legalità. ☺
Gandhi sostiene che "la grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali", e il nostro Paese con i suoi 150mila animali abbandonati ogni anno non può definirsi grande e tanto meno civile. In Italia, specialmente al sud, ogni due minuti si abbandonano animali in ogni dove: per le vie dei paesi, nei parchi delle grandi città, nei pressi degli ospedali e delle case di campagna; è diminuita la barbara usanza di lasciarli sull'autostrada, sarà perché troppo esposti ad occhi indiscreti. Per non parlare poi di intere cucciolate lasciate vicino, o dentro, ai cassonetti della spazzatura, chiusi in cartoni o sacchetti di plastica. Di questi 150mila animali abbandonati più della metà soccombe quasi subito a causa di incidenti stradali, stenti e malattie; la restante parte, dopo tante peripezie, approda ai centri di accoglienza, oppure viene soppressa volutamente o diventa randagia.
Questo circolo vizioso, nella stragrande maggioranza, viene messo in moto da persone incoscienti, i quali prendono con loro i cuccioli solo per il divertimento dei loro bambini, giocattoli che vengono gettati via perché nel frattempo i cuccioli sono cresciuti perdendo l'attrattiva iniziale per la quale erano stati presi. Tutto questo è alla base del fenomeno del randagismo e sarebbe bene che queste persone desistano dal prendere animali se non sono consapevoli delle responsabilità a cui vanno incontro; perché ogni animale, come essere vivente, ha il diritto di essere accudito e rispettato fin quando ha vita.
In cambio essi ci offrono tanto: ci difendono, lavorano per noi in ogni settore, sono leali e fidati, anche se raramente si rivoltano contro di noi, ma quando questo accade di solito alla base c'è qualche azione stupida e crudele dell'uomo.
La 281/91 (legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo) non ha migliorato la condizione degli animali, perché gli abusi non vengono denunciati alle forze dell'ordine, e di conseguenza risalire ai colpevoli non è cosa facile. Chi abbandona sa come e quando muoversi, sicuro di farla sempre franca. Questi reati sono puniti con il carcere fino a un anno o con un'ammenda da mille a diecimila euro, ma tutto questo resta solo sulla carta perché si continua a commetterli durante tutto l'arco dell'anno, non solo in estate quando si raggiunge il picco massimo.
Anche il nostro piccolo paese si macchia spesso di questi abusi; mesi fa l'ultimo caso di avvelenamento di animali con il sistema "fai da te", e poco importa se nella trappola cadono anche cani e gatti con tanto di padrone: in totale una decina di animali sono stati tolti di mezzo. Nessuno fa niente e quelle poche persone che cercano di saperne di più, indagando o rivolgendosi a chi di dovere, molto spesso vengono additate come persone eccentriche ed invadenti.
Il fenomeno del randagismo non è solo un problema fastidioso da eliminare, ma è una piaga sociale perché a lungo andare i tanti animali allo sbando possono creare problemi alla società: aggressioni, incidenti stradali e malattie; arginarlo è dovere di tutti, collaborando con gli organi preposti e denunciando gli abusi ogni qual volta ne veniamo a conoscenza.
PS: Vorrei esprimere la mia solidarietà ai Veterinari dell'A.S.R.E.M di Larino, i quali sono stati denunciati dai colleghi liberi professionisti, colpevoli di svolgere il proprio lavoro con dedizione e nella totale legalità. ☺
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