Attualmente nell’Unione Europea ci sono 70 milioni di cittadini ultrasessantacinquenni. Si calcola, inoltre, che entro il 2020 ogni 14 persone ci sarà una persona con più di 65 anni. Un invecchiamento che progressivamente determinerà l’aumento dei “grandi vecchi” ossia di coloro che supereranno la soglia degli 80 anni e che saranno a rischio di disabilità croniche degenerative.
Dinanzi a tali problematiche l’Europa invita i Governi a raggiungere i seguenti obiettivi: sostenere forme di assistenza che tengano conto dell’interdipen- denza della molteplicità dei fattori fisici, mentali, sociali e spirituali; potenziare l’integrazione socio-sanitaria; adottare misure preventive che facilitino le diagnosi precoci; riconoscere ampiamente l’impor- tanza della medicina geriatrica e dei team multidisciplinari ai fini di una corretta valutazione e diagnosi delle patologie; riconoscere e sostenere il ruolo della famiglia nei sistemi di cura; adottare programmi nutrizionali equilibrati; sostenere e favorire i sistemi di assistenza domiciliare; favorire la concertazione tra Governi e ONG per l’elaborazione di programmazioni adeguate ai reali bisogni degli anziani.
Uno scenario di intervento che non può non coinvolgere lo stesso Molise: un’area geografica all’interno della quale i cittadini con più di 65 anni risultano essere il 22%; lo stesso tasso di mortalità, prendendo a riferimento il biennio 2003/2004, risulta essere nettamente superiore, rispetto al dato posto in relazione alle nascite.
Per tale motivo diviene di fondamentale importanza la costruzione, a favore degli anziani – molto spesso investiti da difficoltà economiche, affettive, culturali e di salute – di reti di assistenza domiciliare e di case famiglia nei luoghi di residenza, onde evitare l’istituzionalizzazione del soggetto in difficoltà.
Cittadini che presentano diversi problemi e tutti degni della massima attenzione: tra questi, vale la pena ricordare l'importanza di garantire l'aiuto in casa per le incombenze domestiche e l'assistenza medica domiciliare per i non autosufficienti. La stessa abitazione dovrebbe essere funzionale alle esigenze poste dall'età, rispetto a quei cittadini che trascorrono la maggior parte del tempo in casa.
Si pone, tra l'altro, la necessità di superare la carenza di servizi, rispetto all'assistenza domiciliare integrata: problema non secondario per una popolazione molisana sempre più anziana. Cittadini che, molto spesso, presentano le malattie classiche dell'invecchiamento: osteoporosi, osteoartrosi, diabete, malattie car- diovascolari, depressione, malattie di Alzheimer, demenze, morbo di Parkinson, tumori, disabilità fisica, psichica e mentale; soprattutto la depressione va prevenuta e combattuta, attraverso l'esercizio fisico e le attività di socializzazione. Urgono, inoltre, maggiori aree di assistenza domiciliare, ambulatoriale, residenziale e semiresidenziale; va inoltre rilevato come il giungere tardi al matrimonio determini l'aumento di nuclei familiari in cui risultano essere contemporaneamente presenti bambini piccoli da accudire e genitori anziani non autosufficienti.
Da qui l'urgenza di sviluppare servizi di sostegno, onde garantire cure domiciliari appropriate dal punto di vista infermieristico, medico e psicologico. In tal senso, risultano strategici gli Accordi di programma “ASL-Comuni”, previsti dal decreto legislativo 18 agosto 2000 n.267: tale strumento viene infatti considerato di fondamentale importanza rispetto alla realizzazione dell'integrazione socio-sanitaria, volta, in quanto tale, a garantire concretamente l'assistenza domiciliare integrata. In tale ottica va sottolineata l’urgenza di istituire un fondo regionale per la non autosufficienza. A tal fine si ritiene necessario emanare una legge specifica che indichi in modo chiaro ed inequivocabile i diritti di cittadinanza dei più anziani: si tratta soprattutto di assicurare, come stabilito dal Consiglio Europeo, un sistema di cura non discriminante in considerazione del reddito e della situazione economica dei destinatari dei servizi. D’altra parte le normative non possono rimanere una mera enunciazione, ma devono realizzare nella quotidianità il principio dell’uguaglianza e della giustizia sociale: e questo, soprattutto a favore di quanti ogni giorno necessitano di interventi tempestivi, efficienti e continuativi.☺
a.miccoli@cgilmolise.it
Attualmente nell’Unione Europea ci sono 70 milioni di cittadini ultrasessantacinquenni. Si calcola, inoltre, che entro il 2020 ogni 14 persone ci sarà una persona con più di 65 anni. Un invecchiamento che progressivamente determinerà l’aumento dei “grandi vecchi” ossia di coloro che supereranno la soglia degli 80 anni e che saranno a rischio di disabilità croniche degenerative.
Dinanzi a tali problematiche l’Europa invita i Governi a raggiungere i seguenti obiettivi: sostenere forme di assistenza che tengano conto dell’interdipen- denza della molteplicità dei fattori fisici, mentali, sociali e spirituali; potenziare l’integrazione socio-sanitaria; adottare misure preventive che facilitino le diagnosi precoci; riconoscere ampiamente l’impor- tanza della medicina geriatrica e dei team multidisciplinari ai fini di una corretta valutazione e diagnosi delle patologie; riconoscere e sostenere il ruolo della famiglia nei sistemi di cura; adottare programmi nutrizionali equilibrati; sostenere e favorire i sistemi di assistenza domiciliare; favorire la concertazione tra Governi e ONG per l’elaborazione di programmazioni adeguate ai reali bisogni degli anziani.
Uno scenario di intervento che non può non coinvolgere lo stesso Molise: un’area geografica all’interno della quale i cittadini con più di 65 anni risultano essere il 22%; lo stesso tasso di mortalità, prendendo a riferimento il biennio 2003/2004, risulta essere nettamente superiore, rispetto al dato posto in relazione alle nascite.
Per tale motivo diviene di fondamentale importanza la costruzione, a favore degli anziani – molto spesso investiti da difficoltà economiche, affettive, culturali e di salute – di reti di assistenza domiciliare e di case famiglia nei luoghi di residenza, onde evitare l’istituzionalizzazione del soggetto in difficoltà.
Cittadini che presentano diversi problemi e tutti degni della massima attenzione: tra questi, vale la pena ricordare l'importanza di garantire l'aiuto in casa per le incombenze domestiche e l'assistenza medica domiciliare per i non autosufficienti. La stessa abitazione dovrebbe essere funzionale alle esigenze poste dall'età, rispetto a quei cittadini che trascorrono la maggior parte del tempo in casa.
Si pone, tra l'altro, la necessità di superare la carenza di servizi, rispetto all'assistenza domiciliare integrata: problema non secondario per una popolazione molisana sempre più anziana. Cittadini che, molto spesso, presentano le malattie classiche dell'invecchiamento: osteoporosi, osteoartrosi, diabete, malattie car- diovascolari, depressione, malattie di Alzheimer, demenze, morbo di Parkinson, tumori, disabilità fisica, psichica e mentale; soprattutto la depressione va prevenuta e combattuta, attraverso l'esercizio fisico e le attività di socializzazione. Urgono, inoltre, maggiori aree di assistenza domiciliare, ambulatoriale, residenziale e semiresidenziale; va inoltre rilevato come il giungere tardi al matrimonio determini l'aumento di nuclei familiari in cui risultano essere contemporaneamente presenti bambini piccoli da accudire e genitori anziani non autosufficienti.
Da qui l'urgenza di sviluppare servizi di sostegno, onde garantire cure domiciliari appropriate dal punto di vista infermieristico, medico e psicologico. In tal senso, risultano strategici gli Accordi di programma “ASL-Comuni”, previsti dal decreto legislativo 18 agosto 2000 n.267: tale strumento viene infatti considerato di fondamentale importanza rispetto alla realizzazione dell'integrazione socio-sanitaria, volta, in quanto tale, a garantire concretamente l'assistenza domiciliare integrata. In tale ottica va sottolineata l’urgenza di istituire un fondo regionale per la non autosufficienza. A tal fine si ritiene necessario emanare una legge specifica che indichi in modo chiaro ed inequivocabile i diritti di cittadinanza dei più anziani: si tratta soprattutto di assicurare, come stabilito dal Consiglio Europeo, un sistema di cura non discriminante in considerazione del reddito e della situazione economica dei destinatari dei servizi. D’altra parte le normative non possono rimanere una mera enunciazione, ma devono realizzare nella quotidianità il principio dell’uguaglianza e della giustizia sociale: e questo, soprattutto a favore di quanti ogni giorno necessitano di interventi tempestivi, efficienti e continuativi.☺
Attualmente nell’Unione Europea ci sono 70 milioni di cittadini ultrasessantacinquenni. Si calcola, inoltre, che entro il 2020 ogni 14 persone ci sarà una persona con più di 65 anni. Un invecchiamento che progressivamente determinerà l’aumento dei “grandi vecchi” ossia di coloro che supereranno la soglia degli 80 anni e che saranno a rischio di disabilità croniche degenerative.
Dinanzi a tali problematiche l’Europa invita i Governi a raggiungere i seguenti obiettivi: sostenere forme di assistenza che tengano conto dell’interdipen- denza della molteplicità dei fattori fisici, mentali, sociali e spirituali; potenziare l’integrazione socio-sanitaria; adottare misure preventive che facilitino le diagnosi precoci; riconoscere ampiamente l’impor- tanza della medicina geriatrica e dei team multidisciplinari ai fini di una corretta valutazione e diagnosi delle patologie; riconoscere e sostenere il ruolo della famiglia nei sistemi di cura; adottare programmi nutrizionali equilibrati; sostenere e favorire i sistemi di assistenza domiciliare; favorire la concertazione tra Governi e ONG per l’elaborazione di programmazioni adeguate ai reali bisogni degli anziani.
Uno scenario di intervento che non può non coinvolgere lo stesso Molise: un’area geografica all’interno della quale i cittadini con più di 65 anni risultano essere il 22%; lo stesso tasso di mortalità, prendendo a riferimento il biennio 2003/2004, risulta essere nettamente superiore, rispetto al dato posto in relazione alle nascite.
Per tale motivo diviene di fondamentale importanza la costruzione, a favore degli anziani – molto spesso investiti da difficoltà economiche, affettive, culturali e di salute – di reti di assistenza domiciliare e di case famiglia nei luoghi di residenza, onde evitare l’istituzionalizzazione del soggetto in difficoltà.
Cittadini che presentano diversi problemi e tutti degni della massima attenzione: tra questi, vale la pena ricordare l'importanza di garantire l'aiuto in casa per le incombenze domestiche e l'assistenza medica domiciliare per i non autosufficienti. La stessa abitazione dovrebbe essere funzionale alle esigenze poste dall'età, rispetto a quei cittadini che trascorrono la maggior parte del tempo in casa.
Si pone, tra l'altro, la necessità di superare la carenza di servizi, rispetto all'assistenza domiciliare integrata: problema non secondario per una popolazione molisana sempre più anziana. Cittadini che, molto spesso, presentano le malattie classiche dell'invecchiamento: osteoporosi, osteoartrosi, diabete, malattie car- diovascolari, depressione, malattie di Alzheimer, demenze, morbo di Parkinson, tumori, disabilità fisica, psichica e mentale; soprattutto la depressione va prevenuta e combattuta, attraverso l'esercizio fisico e le attività di socializzazione. Urgono, inoltre, maggiori aree di assistenza domiciliare, ambulatoriale, residenziale e semiresidenziale; va inoltre rilevato come il giungere tardi al matrimonio determini l'aumento di nuclei familiari in cui risultano essere contemporaneamente presenti bambini piccoli da accudire e genitori anziani non autosufficienti.
Da qui l'urgenza di sviluppare servizi di sostegno, onde garantire cure domiciliari appropriate dal punto di vista infermieristico, medico e psicologico. In tal senso, risultano strategici gli Accordi di programma “ASL-Comuni”, previsti dal decreto legislativo 18 agosto 2000 n.267: tale strumento viene infatti considerato di fondamentale importanza rispetto alla realizzazione dell'integrazione socio-sanitaria, volta, in quanto tale, a garantire concretamente l'assistenza domiciliare integrata. In tale ottica va sottolineata l’urgenza di istituire un fondo regionale per la non autosufficienza. A tal fine si ritiene necessario emanare una legge specifica che indichi in modo chiaro ed inequivocabile i diritti di cittadinanza dei più anziani: si tratta soprattutto di assicurare, come stabilito dal Consiglio Europeo, un sistema di cura non discriminante in considerazione del reddito e della situazione economica dei destinatari dei servizi. D’altra parte le normative non possono rimanere una mera enunciazione, ma devono realizzare nella quotidianità il principio dell’uguaglianza e della giustizia sociale: e questo, soprattutto a favore di quanti ogni giorno necessitano di interventi tempestivi, efficienti e continuativi.☺
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