Il dado è tratto. A far cadere il Governo Prodi non sono servite le inutili e strumentali spallate di Berlusconi, ma è bastato il Ministro Mastella. L’onorevole di Ceppaloni per una sua questione personale, familiare, un “affaire” del casato ha deciso di votare contro Prodi, far cadere il Governo, mandare alle urne gli Italiani strafregandosene dei danni che avrebbe subito la Nazione.
Ma questa è la politica di oggi. Rappresentanti di se stessi e non del volere del popolo. Una classe politica che ha reso il paese sfilacciato. Il Molise in questo ambito è al primo posto, grazie ad una classe politica che pensa sempre più solo a se stessa ed è lontana anni luce dalle realtà della gente. Sono rimasti senza esito gli appelli del Presidente della Repubblica, della Chiesa e degli imprenditori per evitare il voto subito e fare, invece, le riforme. Ma quel grande uomo di Berlusconi non ha visto altro che le urne, convinto di poter tornare a governare l’Italia per completare l’opera di distruzione fatta nel precedente Governo.
Certo il centro sinistra ha fatto di tutto per farsi del male. Anche le scelte positive, le cose buone realizzate sono passate in sottordine, offuscate dalle continue polemiche e dalla richiesta di visibilità avanzata da tutti i partiti a sostegno del Governo. Non va dimenticato però che, nonostante le difficoltà operative, soprattutto al Senato, sono stati raggiunti risultati più che soddisfacenti sul piano del risanamento dei conti pubblici ed avviato interventi consistenti per le politiche sociali. Prodi ha mantenuto contegno fino alla fine ed ha voluto che fosse chiaro agli occhi degli italiani chi stava effettuando il tradimento.
La vicenda politica di questi giorni ci porta a fare alcune riflessioni. Possiamo considerare fallita e chiusa la stagione che ha tentato di mettere insieme le esperienze dei cattolici e della sinistra democratica. Prodi può essere considerato l’ultimo dossettiano impegnato in politica. Ma il monito-insegnamento di Dossetti “Assu- metevi sempre le vostre responsabilità” dovrebbe essere sempre vivo e presente in coloro che ritengono di operare nella società o nelle comunità a qualsiasi titolo.
Così come l’altro messaggio che riecheggia “non strumentalizzate mai la Chiesa” dovrebbe scuotere le coscienze di coloro che stanno utilizzando la Chiesa per percorsi individuali. Ed è proprio l’individualismo esasperato, l’esigenza di apparire a tutti i costi che sta minando alla base il tessuto sociale. Ognuno pensa a se stesso, agli interessi spiccioli, invece di porre al centro il bene comune, gli interessi generali, le cose che possono unire il Paese. Le comunità vengono sistematicamente offuscate, in un muro contro muro che fa paura.
Se solo si fosse pensato agli interessi della nazione, gli inviti rivolti da più parti a modificare quanto meno una legge elettorale che affida alle segreterie dei partiti la scelta dei rappresentanti del popolo, sarebbe stata ascoltata. Ha prevalso il “Berlusconi pensiero”: si va a votare con una legge definita dagli stessi presentatori “una porcata”. L’inizio della campagna elettorale spaventa: l’uomo di Arcore veste la camicia nera alla prima uscita e si atteggia a piccolo – grande duce. Sono atteggiamenti che spaventano. La democrazia e la liberà sono minate alla base. Altro che il partito del popolo delle libertà. Mi auguro che la gente terrà bene in mente chi ha voluto mantenere questa legge elettorale e togliere il potere di decidere al popolo.
I cattolici devono recitare un ruolo nelle scelte della politica, assumendosi responsabilità e atteggiamenti coerenti. Il bene comune non è accontentare tutti, ma lavorare perché tutti, soprattutto i più deboli, trovino le giuste risposte nei provvedimenti dello Stato e delle entità locali. I cattolici hanno da sempre lavorato alla costruzione del bene comune, in particolare nel campo dell’assistenza, della istruzione e della emarginazione. Oggi più che mai è indispensabile che i cattolici impegnati diano risalto alla dottrina sociale della Chiesa, ponendo al centro degli interessi la famiglia, che non è solo valore etico ma anche sociale, e i giovani, ai quali vanno date certezze di vita e non precarietà. Bene ha fatto Veltroni a dare rilevanza a questi due temi, fondamentali per la nostra Nazione.
Quelli che ritengono di essere impegnati, a qualsiasi livello, per la situazione creatasi nel Paese e soprattutto nella nostra Regione, fallita sul piano sociale e ai limiti di quello finanziario, devono incidere nel tessuto sociale nel quale operano, se vogliono rendere tangibile la loro attività. Altrimenti è fine a se stessa e serve solo a tacitare la propria coscienza da fallimenti di varia natura.
Mi piace sognare e pensare che il muro contro muro che sta dividendo la politica e le comunità venga superato, che si possa tornare ad amare la propria terra, dove vivono persone disponibili verso il prossimo senza il virus dell’egoismo che tira fuori il peggio di ognuno di noi. Se ognuno lavorerà al bene comune superando gli “ismi” e le “congreghe”, sicuramente costruiremo comunità nelle quali nessuno si sentirà solo.
Sarà questa anche la vittoria della democrazia e della libertà nei confronti di chi oggi ha pensato ad un effimero possibile successo elettorale, a danno del bene del Paese e delle nostre realtà territoriali. ☺
mario@ialenti.it
Il dado è tratto. A far cadere il Governo Prodi non sono servite le inutili e strumentali spallate di Berlusconi, ma è bastato il Ministro Mastella. L’onorevole di Ceppaloni per una sua questione personale, familiare, un “affaire” del casato ha deciso di votare contro Prodi, far cadere il Governo, mandare alle urne gli Italiani strafregandosene dei danni che avrebbe subito la Nazione.
Ma questa è la politica di oggi. Rappresentanti di se stessi e non del volere del popolo. Una classe politica che ha reso il paese sfilacciato. Il Molise in questo ambito è al primo posto, grazie ad una classe politica che pensa sempre più solo a se stessa ed è lontana anni luce dalle realtà della gente. Sono rimasti senza esito gli appelli del Presidente della Repubblica, della Chiesa e degli imprenditori per evitare il voto subito e fare, invece, le riforme. Ma quel grande uomo di Berlusconi non ha visto altro che le urne, convinto di poter tornare a governare l’Italia per completare l’opera di distruzione fatta nel precedente Governo.
Certo il centro sinistra ha fatto di tutto per farsi del male. Anche le scelte positive, le cose buone realizzate sono passate in sottordine, offuscate dalle continue polemiche e dalla richiesta di visibilità avanzata da tutti i partiti a sostegno del Governo. Non va dimenticato però che, nonostante le difficoltà operative, soprattutto al Senato, sono stati raggiunti risultati più che soddisfacenti sul piano del risanamento dei conti pubblici ed avviato interventi consistenti per le politiche sociali. Prodi ha mantenuto contegno fino alla fine ed ha voluto che fosse chiaro agli occhi degli italiani chi stava effettuando il tradimento.
La vicenda politica di questi giorni ci porta a fare alcune riflessioni. Possiamo considerare fallita e chiusa la stagione che ha tentato di mettere insieme le esperienze dei cattolici e della sinistra democratica. Prodi può essere considerato l’ultimo dossettiano impegnato in politica. Ma il monito-insegnamento di Dossetti “Assu- metevi sempre le vostre responsabilità” dovrebbe essere sempre vivo e presente in coloro che ritengono di operare nella società o nelle comunità a qualsiasi titolo.
Così come l’altro messaggio che riecheggia “non strumentalizzate mai la Chiesa” dovrebbe scuotere le coscienze di coloro che stanno utilizzando la Chiesa per percorsi individuali. Ed è proprio l’individualismo esasperato, l’esigenza di apparire a tutti i costi che sta minando alla base il tessuto sociale. Ognuno pensa a se stesso, agli interessi spiccioli, invece di porre al centro il bene comune, gli interessi generali, le cose che possono unire il Paese. Le comunità vengono sistematicamente offuscate, in un muro contro muro che fa paura.
Se solo si fosse pensato agli interessi della nazione, gli inviti rivolti da più parti a modificare quanto meno una legge elettorale che affida alle segreterie dei partiti la scelta dei rappresentanti del popolo, sarebbe stata ascoltata. Ha prevalso il “Berlusconi pensiero”: si va a votare con una legge definita dagli stessi presentatori “una porcata”. L’inizio della campagna elettorale spaventa: l’uomo di Arcore veste la camicia nera alla prima uscita e si atteggia a piccolo – grande duce. Sono atteggiamenti che spaventano. La democrazia e la liberà sono minate alla base. Altro che il partito del popolo delle libertà. Mi auguro che la gente terrà bene in mente chi ha voluto mantenere questa legge elettorale e togliere il potere di decidere al popolo.
I cattolici devono recitare un ruolo nelle scelte della politica, assumendosi responsabilità e atteggiamenti coerenti. Il bene comune non è accontentare tutti, ma lavorare perché tutti, soprattutto i più deboli, trovino le giuste risposte nei provvedimenti dello Stato e delle entità locali. I cattolici hanno da sempre lavorato alla costruzione del bene comune, in particolare nel campo dell’assistenza, della istruzione e della emarginazione. Oggi più che mai è indispensabile che i cattolici impegnati diano risalto alla dottrina sociale della Chiesa, ponendo al centro degli interessi la famiglia, che non è solo valore etico ma anche sociale, e i giovani, ai quali vanno date certezze di vita e non precarietà. Bene ha fatto Veltroni a dare rilevanza a questi due temi, fondamentali per la nostra Nazione.
Quelli che ritengono di essere impegnati, a qualsiasi livello, per la situazione creatasi nel Paese e soprattutto nella nostra Regione, fallita sul piano sociale e ai limiti di quello finanziario, devono incidere nel tessuto sociale nel quale operano, se vogliono rendere tangibile la loro attività. Altrimenti è fine a se stessa e serve solo a tacitare la propria coscienza da fallimenti di varia natura.
Mi piace sognare e pensare che il muro contro muro che sta dividendo la politica e le comunità venga superato, che si possa tornare ad amare la propria terra, dove vivono persone disponibili verso il prossimo senza il virus dell’egoismo che tira fuori il peggio di ognuno di noi. Se ognuno lavorerà al bene comune superando gli “ismi” e le “congreghe”, sicuramente costruiremo comunità nelle quali nessuno si sentirà solo.
Sarà questa anche la vittoria della democrazia e della libertà nei confronti di chi oggi ha pensato ad un effimero possibile successo elettorale, a danno del bene del Paese e delle nostre realtà territoriali. ☺
Il dado è tratto. A far cadere il Governo Prodi non sono servite le inutili e strumentali spallate di Berlusconi, ma è bastato il Ministro Mastella. L’onorevole di Ceppaloni per una sua questione personale, familiare, un “affaire” del casato ha deciso di votare contro Prodi, far cadere il Governo, mandare alle urne gli Italiani strafregandosene dei danni che avrebbe subito la Nazione.
Ma questa è la politica di oggi. Rappresentanti di se stessi e non del volere del popolo. Una classe politica che ha reso il paese sfilacciato. Il Molise in questo ambito è al primo posto, grazie ad una classe politica che pensa sempre più solo a se stessa ed è lontana anni luce dalle realtà della gente. Sono rimasti senza esito gli appelli del Presidente della Repubblica, della Chiesa e degli imprenditori per evitare il voto subito e fare, invece, le riforme. Ma quel grande uomo di Berlusconi non ha visto altro che le urne, convinto di poter tornare a governare l’Italia per completare l’opera di distruzione fatta nel precedente Governo.
Certo il centro sinistra ha fatto di tutto per farsi del male. Anche le scelte positive, le cose buone realizzate sono passate in sottordine, offuscate dalle continue polemiche e dalla richiesta di visibilità avanzata da tutti i partiti a sostegno del Governo. Non va dimenticato però che, nonostante le difficoltà operative, soprattutto al Senato, sono stati raggiunti risultati più che soddisfacenti sul piano del risanamento dei conti pubblici ed avviato interventi consistenti per le politiche sociali. Prodi ha mantenuto contegno fino alla fine ed ha voluto che fosse chiaro agli occhi degli italiani chi stava effettuando il tradimento.
La vicenda politica di questi giorni ci porta a fare alcune riflessioni. Possiamo considerare fallita e chiusa la stagione che ha tentato di mettere insieme le esperienze dei cattolici e della sinistra democratica. Prodi può essere considerato l’ultimo dossettiano impegnato in politica. Ma il monito-insegnamento di Dossetti “Assu- metevi sempre le vostre responsabilità” dovrebbe essere sempre vivo e presente in coloro che ritengono di operare nella società o nelle comunità a qualsiasi titolo.
Così come l’altro messaggio che riecheggia “non strumentalizzate mai la Chiesa” dovrebbe scuotere le coscienze di coloro che stanno utilizzando la Chiesa per percorsi individuali. Ed è proprio l’individualismo esasperato, l’esigenza di apparire a tutti i costi che sta minando alla base il tessuto sociale. Ognuno pensa a se stesso, agli interessi spiccioli, invece di porre al centro il bene comune, gli interessi generali, le cose che possono unire il Paese. Le comunità vengono sistematicamente offuscate, in un muro contro muro che fa paura.
Se solo si fosse pensato agli interessi della nazione, gli inviti rivolti da più parti a modificare quanto meno una legge elettorale che affida alle segreterie dei partiti la scelta dei rappresentanti del popolo, sarebbe stata ascoltata. Ha prevalso il “Berlusconi pensiero”: si va a votare con una legge definita dagli stessi presentatori “una porcata”. L’inizio della campagna elettorale spaventa: l’uomo di Arcore veste la camicia nera alla prima uscita e si atteggia a piccolo – grande duce. Sono atteggiamenti che spaventano. La democrazia e la liberà sono minate alla base. Altro che il partito del popolo delle libertà. Mi auguro che la gente terrà bene in mente chi ha voluto mantenere questa legge elettorale e togliere il potere di decidere al popolo.
I cattolici devono recitare un ruolo nelle scelte della politica, assumendosi responsabilità e atteggiamenti coerenti. Il bene comune non è accontentare tutti, ma lavorare perché tutti, soprattutto i più deboli, trovino le giuste risposte nei provvedimenti dello Stato e delle entità locali. I cattolici hanno da sempre lavorato alla costruzione del bene comune, in particolare nel campo dell’assistenza, della istruzione e della emarginazione. Oggi più che mai è indispensabile che i cattolici impegnati diano risalto alla dottrina sociale della Chiesa, ponendo al centro degli interessi la famiglia, che non è solo valore etico ma anche sociale, e i giovani, ai quali vanno date certezze di vita e non precarietà. Bene ha fatto Veltroni a dare rilevanza a questi due temi, fondamentali per la nostra Nazione.
Quelli che ritengono di essere impegnati, a qualsiasi livello, per la situazione creatasi nel Paese e soprattutto nella nostra Regione, fallita sul piano sociale e ai limiti di quello finanziario, devono incidere nel tessuto sociale nel quale operano, se vogliono rendere tangibile la loro attività. Altrimenti è fine a se stessa e serve solo a tacitare la propria coscienza da fallimenti di varia natura.
Mi piace sognare e pensare che il muro contro muro che sta dividendo la politica e le comunità venga superato, che si possa tornare ad amare la propria terra, dove vivono persone disponibili verso il prossimo senza il virus dell’egoismo che tira fuori il peggio di ognuno di noi. Se ognuno lavorerà al bene comune superando gli “ismi” e le “congreghe”, sicuramente costruiremo comunità nelle quali nessuno si sentirà solo.
Sarà questa anche la vittoria della democrazia e della libertà nei confronti di chi oggi ha pensato ad un effimero possibile successo elettorale, a danno del bene del Paese e delle nostre realtà territoriali. ☺
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