Bilancio in rosso
19 Aprile 2016
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Bilancio in rosso

Mentre tutti gli economisti del mondo, ministri delle finanze ed economia, presidenti del consiglio e governi si agitano nell’affannosa rincorsa per risollevare le sorti dell’economia mondiale, tenendo lo sguardo alto verso i tabelloni delle borse, nessuno abbassa gli occhi su ciò che da millenni garantisce la nostra esistenza: la terra. Intanto si sprecano dibattiti nei vari talk-show politici,  riunioni e meeting. Tutti con la calcolatrice in mano, correndo al risparmio, riduzione della spesa, creazione di nuove economie e formule “magiche”. Nessuno, invece, guarda la spia rossa che da tempo lampeggia sul quadro del nostro pianeta indicante il nostro perseverante sovrasfruttamento delle risorse naturali, comportando in tal modo una drastica e tragica riduzione delle stesse, ed un relativo attingere alle riserve. Vale a dire che stiamo consumando più di quanto si produce. Una volta si consumava solo ciò che si produceva (pescava, cacciava, coltivava) durante l’arco dell’intero anno, anzi, a volte si riusciva a creare riserve per il futuro.

Da decenni, ormai, il consumismo ha aumentato la sua fame divorando le riserve per il futuro.  A conferma, uno studio condotto da John Schramski, docente di ecologia all’università della Georgia, che definisce la biosfera terrestre come una gigantesca batteria che si è caricata durante centinaia di milioni di anni di lenta attività, e che noi stiamo velocemente scaricando. Così facendo rischiamo di mandare l’intero sistema terrestre, che ci garantisce la vita, in black-out.

La spia rossa si è accesa a livello mondiale in data 13 Agosto 2015, nel nostro orticello il 6 Aprile 2015, il fatidico Overshoot day, così rinominato dagli scienziati. In sostanza dopo queste date abbiamo cominciato a sfruttare le risorse previste per i prossimi anni e questo comporta l’aumento delle risorse importate. Tutto questo ha un effetto collaterale: procedendo verso questa strada avremo meno risorse quali i terreni a monocultura ormai meno fertili, la pesca intensiva che riduce del 90% i pesci di grandi e medie dimensioni in tutti gli oceani, l’aumento del riscaldamento della terra, l’aria inquinata, i rifiuti non biodegradabili. La questione è importante e preoccupante considerando che il tutto peggiorerà dal momento in cui vi sarà l’aumento demografico previsto:dai 7,3 miliardi attuali ai 9,5 per il 2050, vale a dire l’equivalente di tre pianeti. Non sono stati casuali gli interventi del presidente Obama sul riscaldamento del pianeta, ma soprattutto l’enciclica di papa Francesco Laudato Sì in cui il pontefice richiama l’attenzione di tutti su questo problema e sul modo in cui stiamo trattando la terra.

Credo che nessuno debba più sottovalutare questo fenomeno, bisogna che tutti, anche gli economisti, distolgano per un attimo lo sguardo dai bilanci consueti e lo porgano sul bilancio ecologico, “un bilancio in rosso” portandolo per lo meno ad un pareggio. Significherebbe ultimare lo sfruttamento annuo delle riserve e fornirsi di energie alternative.

Ho l’impressione che la terra ai nostri piedi sia divenuta un pallone da calcio e che noi da sempre ci stiamo giocando e divertendo incoscienti che questi rinvii lunghi (calcisticamente parlando), prima o poi ci porteranno fuori campo, perdendo la palla senza poterla più recuperare e perdere la partita (le risorse naturali) a tavolino. ☺

 

 

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