Cambiamento del sistema energetico
8 Novembre 2023
laFonteTV (3836 articles)
Share

Cambiamento del sistema energetico

Abbiamo la necessità di favorire un cambiamento del sistema energetico mai visto prima nella storia umana, in termini di velocità e globalità. In quest’ottica, non potendo frenare la sete di energia, si devono ricercare tutte le forme possibili per produrla da fonti rinnovabili, abbandonando quelle di origine fossile.
Si dovranno mettere in campo tecnologie e organizzazioni tali da favorire l’ utilizzo delle rinnovabili, promuovendo da un lato sistemi pilotati da intelligenza artificiale, come lo sviluppo delle reti digitali e l’abilitazione delle smart grid e dall’ altro facilitando lo sviluppo di sistemi sociali innovativi.
Uno di questi è senza dubbio la Comunità Energetica Rinnovabile (CER) che prevede una gestione condivisa della produzione e del consumo dell’energia tra enti pubblici, imprese, attività commerciali e semplici cittadini, che decidono di unire le forze valutando la propria capacità di produzione e consumo. La finalità della CER è quella di soddisfare il proprio consumo energetico con la produzione in condominio dell’energia utilizzando fonti rinnovabili. Il consumo dell’ energia prodotta all’interno della Comunità permetterà ai partecipanti di alimentarsi della propria energia prima di prelevarne altra dalla rete, con il risultato concreto del risparmio in bolletta. Così facendo si avrà un’ottimizzazione dell’ utilizzo dell’energia e, ricorrendo a reti intelligenti e producendo energia verde, si contribuirà a diminuire le emissioni di CO₂. Oltre al vantaggio economico dei partecipanti, sarà apprezzabile l’aspetto della valorizzazione del territorio, per la salvaguardia ambientale e per lo sviluppo di un indotto produttivo locale che creerà occupazione.
Con le nostre piccole grandi azioni saremo più protagonisti di una transizione energetica, magari costruendo nuovi impianti da fonti rinnovabile su terreni industriali inutilizzati, sui tetti dei capannoni e degli edifici riducendo così la dipendenza dalle fonti fossili. La realizzazione, l’installazione e manutenzione degli impianti sosterranno la crescita e lo sviluppo delle imprese locali. Si stima che entro il 2050 l’83% dei cittadini europei potrebbe diventare prosumer, cioè coloro che allo stesso tempo sono produttori (producer) e consumatori (con- sumer) di energia. Gli impianti alimentati, soprattutto a energia solare, avranno la possibilità di una potenza massima pari a 200kw, con 1Mw di potenza massima per l’intera CER.
Non esiste un modello giuridico valido per tutte le possibili configurazioni che una CER può in concreto assumere: può essere individuato in una società di capitali oppure in una cooperativa, o ancora in una associazione o fondazione di partecipazione, in funzione di ciò che si vuol realizzare.
Ipotizzando un percorso corretto si dovrà svolgere un’analisi scrupolosa:
– Individuazione dei soggetti interessati alla costituzione della CER
– Indicazione delle attività che si vorranno realizzare
– Valutazione della realizzazione e sostenibilità economica delle attività svolte
– Individuazione delle aree per l’installazione degli impianti
– Valutazione delle attività che la CER svolgerà secondo la normativa prevista (la promozione di interventi integrati di domotica, di efficienza energetica, di ricarica dei veicoli elettrici, di assunzione del ruolo di società di vendita al dettaglio, ecc.)
– Valutazione delle attività tecniche accessorie che ne possono far parte (gestione dei flussi di energia, manutenzione degli impianti, contabilizzazione, amministrazione).
Bisogna sempre tenere presente il fine ultimo di un’ideale CER che sarà quello di trovare un equilibrio tra i benefici da perseguire negli ambiti economico-ambientale-sociale.
La partecipazione è aperta, ma non libera, intendendo che nessuno può entrare ed uscire a proprio piacimento, né possono esserci criteri discriminanti di appartenenza o espulsione. Alcune regole paritarie dovranno esser presenti nel contratto di adesione/risoluzione, o quanto meno regole paritarie per gruppi omogenei di soci, perché diversamente la libera entrata o uscita dalla comunità comprometterebbe la instabilità della stessa. Le uniche limitazioni di partecipazione sono espresse per le imprese che hanno il solo scopo di produzione dell’energia e per le grandi imprese: più di 250 dipendenti o un fatturato annuo superiore a 50 milioni di € o un bilancio superiore a 43 milioni di €.
Insomma lo sviluppo delle CER sarà sicuramente un modo diverso di produrre energia per come siamo stati abituati. Sarà sicuramente un modo pulito di produzione e certamente alimenterà lo spirito comunitario territoriale. Aprirà a nuove forme di innovazione tecnologica per gli accumuli, ma anche per la gestione delle smart city con sistemi di gestione intelligente come ad esempio gli smart meter inseriti nelle nanogrid.
Ma andiamo per gradi! Penso sarebbe un primo passo concreto quello di poter realizzare impianti di comunità sugli edifici pubblici, con l’effetto della riduzione della bolletta elettrica per il Comune grazie alla quota di autoconsumo, e parallelamente poter immettere l’energia in rete a disposizione dei membri della CER che potranno usarla in condivisione usufruendo degli incentivi previsti dalle regole stesse.
Forza attiviamoci!☺

laFonteTV

laFonteTV